«È stata la mia exit più dura. L’ho costruita lo scorso anno in viaggio con la mia famiglia a San Francisco. Poi pochi mesi fa stava per saltare tutto», ci svela Enrico Pandian, l’uomo delle exit
La fase 2 inizia per una buona notizia per l’ecosistema italiano delle startup: Checkout Technologies, la startup italiana che ha realizzato una tecnologia per automatizzare la spesa (stile Amazon Go) è stata acquisita da Standard Cognition, player americano guidato da Jordan Fisher che ha raccolto in Silicon Valley ben 86 milioni di dollari. La cifra dell’exit è “undisclosed”.
«È stata la mia exit più dura. L’ho costruita lo scorso anno in viaggio con la mia famiglia a San Francisco. Poi pochi mesi fa stava per saltare tutto», ci svela Enrico Pandian, l’uomo delle exit (ne ha alle spalle tante di successo) che è riuscito ancora una volta a far centro.
Abbiamo raggiunto a caldo Enrico per farci raccontare il “dietro le quinte” dell’exit di Checkout Technologies, e Jegor Levkovskiy che è stato per anni il Ceo della startup e ci ricorda come tutto ha avuto inizio.
Standard Cognition, una startup che vale mezzo miliardo
In tempi di Covid 19 e del conseguente distanziamento sociale, l’idea degli smart market, che ti consentono di fare la spesa senza fare file alle casse e pagare, automatizzando del tutto l’esperienza delle persone, è diventata una necessità. Amazon Go non è l’unico player del mercato, ma ci sono delle eccellenze che hanno trovato soluzioni, anche nel nostro Paese, con Checkout Technologies (qui parliamo di come funziona la tecnologia).
«Ho conosciuto il team di Standard Cognition e abbiamo parlato delle rispettive soluzioni. Loro sono poi venuti in Italia a settembre e abbiamo iniziato una fase durissima di due diligence. Poi, complice un “casino” creato da un mio socio, stava per saltare tutto. Se ne sono andati e temevo il peggio. Poi abbiamo ricucito piano piano i rapporti», continua Pandian.
Le trattative ripartono intorno allo scorso gennaio, e si chiudono il 20 marzo, il primo giorno di lockdown in California: «Mi è stato utile viaggiare in California per conoscere i miei competitor e allacciare relazioni. Penso che userò la stessa strategie anche per le mie exit future».
Il team italiano assunto da Standard Cognition
Ma la notizia più bella è che il team italiano, di 15 persone, continuerà a lavorare in Italia e a sviluppare la tecnologia e promette di fare nuove assunzioni:
«Quello che più inorgoglisce è di avere con Checkout Technologies, costruito non solo una tecnologia, ma un team di persone super valide e di essere riusciti a far ammirare la nostra soluzione a startup che partono da budget altissimi, rispetto ai quali i nostri risultano ridicoli».
Parlando di team non si può evitare di menzionare Jegor Levkovskiy che ha guidato la startup nella veste di Ceo diversi anni e racconta i primissimi giorni della startup:
«Mi piace ricordare adesso da dove siamo partiti, i primissimi giorni, a cercare scaffalature usate per lavorare alla prima demo. Ricordo le nottate passate con il team a cercare soluzioni che nel mondo nessuno aveva ancora trovato. Ricordo i primi incontri con i retailer di mezza europa curiosi di provare la versione che all’epoca era ancora iniziale. Ricordo le visite dei primi investitori interessati a qualcosa che all’epoca era ancora tutto in divenire. I viaggi in tutto il mondo, dalla Cina agli USA a fare pitch, fino al TechCrunch Disrupt di San Francisco che per me era come la Mecca. Sembra ieri. Un ringraziamento è d’obbligo a tutti gli investitori che hanno creduto in Checkout ed al team formidabile che adesso avrà l’opportunità di proseguire il lavoro in una grande realtà nata con i nostri stessi obiettivi. In bocca al lupo a loro!».
L’uomo del fundraising e delle exit
L’exit di Checkout Technologies è solo l’ultimo successo di Enrico che ha un cv da far impallidire: dalla prima exit con Matura.it da studente, venduta al Gruppo Banzai, seguono altri business di successo, come il sito di aste, Prezzi Pazzi, la galoppata di Supermercato24, la startup che utilizza persone comuni come fattorini.
Fino alla sua ultima creatura, Fresco Frigo, la startup che punta a innovare il settore dei distributori automatici con prodotti naturali e a km zero, che ha saputo distinguersi durante l’emergenza creando i primi distributori di prodotti alimentari per condomini.
In una delle nostre interviste, Enrico ha offerto alcuni consigli agli startupper che riprendiamo alla fine di quest’articolo:
«Rispetto a quando ero più giovane, oggi analizzo molto il mercato. Leggo tantissimo e parlo con le persone del settore. Raccolgo i loro feedback e poi vado avanti dritto per la mia strada. Quando ho deciso di aprire Supermercato24 ho chiesto consigli ad alcuni degli amici che lavoravano nel marketing della Grande Distribuzione. Quasi tutti mi hanno detto che non era fattibile, che la gente voleva andare da sola a fare la spesa. Insomma, un buon startupper è fatto di orecchio, ma soprattutto di intuito».