Riconosciuta come una delle migliori startup europee, Buzzoole nel 2013 è ricorsa al microcredito campano per lanciarsi. La risposta oggi, ed è negativa perché la loro soluzione non sarebbe buona. Non per il mercato
Fa domanda per ottenere 25mila euro con il microcredito (FSE di Sviluppo Campania) a dicembre 2013. Dopo tre anni gli rispondono: «La sua proposta non è stata giudicata tecnicamente valida». Peccato che l’azienda in questione si chiami Buzzoole e da anni riceva premi in tutta Europa (da multinazionali come Intel e Unilever) come una delle migliori startup europee.
Chiedono i motivi del ritardo: «Non siamo mica la Svizzera»
Quando Fabrizio Perrone, il Ceo di Buzzoole, piattaforma che attraverso un algoritmo mette in contatto le aziende con i migliori influencer della Rete per uno specifico argomento, ha ricevuto la risposta di Sviluppo Campania la sua prima reazione è stata l’incredulità. Dopo tre anni, la sua azienda ha già dimostrato di avere i numeri, 250 clienti (tra cui Nissan, Toyota, Redbull), 1,200mila euro di round, e un fatturato che a fine 2016 toccherà i 3 milioni di euro, 35 dipendenti. Insomma, quei 25mila euro non gli avrebbero cambiato la vita: «Ho chiamato per chiedere una spiegazione e mi hanno risposto che “ loro non sono mica la Svizzera”. Insomma, sono normali 3 anni per ricevere un riscontro. Poi oltre a dirci che non avevamo una soluzione tecnicamente valida, ci hanno anche riferito che, in fondo, eravamo usciti dai parametri della microimpresa. Ma dopo tre anni era quasi normale che sarebbe successo» racconta Fabrizio a Startupitalia!
«La vostra soluzione non è tecnicamente valida»
Così c’era scritto sulla risposta, racconta Fabrizio. Eppure Buzzoole è stata nominata da Intel come migliore startup europea. Mentre Unilever l’ha inserita tra le 15 migliori startup del vecchio continente. Senza dimenticare il premio SAP come miglior tecnologia Big data e Predictive analisys. L’ultimo riconoscimento è quello del governo inglese che ha inserito Buzzoole nel suo programma “Il Global Entrepreneur Program” per supportare l’ingresso dell’azienda in UK «Sarebbe bastato che scrivessero il nostro nome su Google per farsi un’idea di quello che facciamo» prosegue Fabrizio che consiglia: «Non basate tutto su contributi statali. Fate anche domanda, magari riceverete i soldi tra qualche anno e vi faranno comodo. Non contateci in fase iniziale. Se noi lo avessimo fatto, saremmo morti subito». Per confermare la versione di Fabrizio abbiamo chiamato Eugenio Gervasio, direttore di Sviluppo Campania, che per ragioni di privacy non ha voluto rilasciare commenti.