Per Pechino la fuga di Donald Trump dall’OMS è un atteggiamento «egoistico» che «mette a rischio gli sforzi internazionali nella lotta al coronavirus»
Da Pechino arrivano i primi commenti sulle ultime offensive del presidente statunitense Donald Trump, che la scorsa settimana aveva deciso di accelerare sulla crisi diplomatica tra le due nazioni, annunciando nuovi dazi pronti a colpire la Cina e la decisione di ritirarsi dall’Organizzazione mondiale della Sanità, accusata per l’ennesima volta dalla Casa Bianca di essere filo-cinese e di avere nascosto a inizio anno la progressione della pandemia. «Comportamento egoistico», fanno sapere dal Paese asiatico.
La replica della Cina
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha criticato la decisione degli Stati Uniti di essere «patiti per il ritiro». Un atteggiamento definito «egoistico» che «mette a rischio gli sforzi internazionali nella lotta al coronavirus».
Passare il tempo a criticare la Cina sul Covid-19 «non può aiutare a domare il virus né a salvare vite umane», ha aggiunto Zhao. «Persuadiamo quei politici statunitensi che sono impegnati a politicizzare il coronavirus e a concentrarsi, invece, sulle attività anti-epidemiche», ha concluso.
Nuove sanzioni contro la Cina
«La Cina non ha garantito l’autonomia di Hong Kong come aveva promosso» ha dichiarato venerdì il presidente americano, annunciando immediate contromisure di natura economica: l’amministrazione USA comincerà ad attuare il processo per eliminare le esenzioni che conferiscono a Hong Kong un trattamento speciale e lo status di «hub finanziario».
Verrà poi stilata una nuova lista nera di personae non gratae, per usare il linguaggio delle diplomazie. Ovvero personaggi di spicco del governo cinese che non potranno più calpestare il suolo americano: «sanzioni contro i responsabili del partito comunista cinese ritenuti pericolosi: a loro sarà vietato l’ingresso negli Stati Uniti». Tra le misure annunciate c’è anche una stretta ai permessi per studenti cinesi nelle università americane: verranno cancellati i visti per migliaia di studenti e ricercatori.
La situazione sanitaria in Cina
Sul fronte della pandemia, la Cina ha registrato domenica zero nuovi casi di Coronavirus da trasmissione domestica, 16 contagi importati e altri 16 nuovi asintomatici, di cui zero a Wuhan – il capoluogo dell’Hubei focolaio della pandemia – per la prima volta in assoluto dopo altri 60mila test effettuati. In assenza di ulteriori decessi, il totale delle vittime resta fermo a 4.634, mentre i contagi complessivi sono 83.017 e i guariti 78.307. Le infezioni importate sono salite a 1.756, di cui 1.694 risoltesi con la dimissione dagli ospedali, mentre sono 62 ancora in cura. Gli asintomatici risultano 397, di cui 34 importati: sono attualmente tutti sono osservazione medica.