In passato Berlino ha goduto del sostegno da parte dei paesi del vecchio continente. Erano gli anni in cui nasceva l’idea di Unione Europea
Mentre l’Eurogruppo è alle battute finali con i ministri dell’Economia e della Finanze alle prese sul da farsi con la crisi economica e gli strumenti finanziari da adottare – MES, coronabond, fondo di emergenza – torniamo su uno dei capitoli di cui più si sta discutendo in queste ore. Ovvero la Germania e gli aiuti ricevuti in passato sul fronte del debito. Come vi abbiamo spiegato nell’articolo sul Piano Marshall, i paragoni tra il passato e il presente rischiano spesso di banalizzare l’oggi presentando soluzioni pronte (ma nel passato). D’altra parte resta sui libri di storia il sostegno ricevuto da Berlino dai paesi europei per risollevarsi dopo due guerre mondiali.
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La Germania era il malato d’Europa
La prima data da cui partire è il 1953, un anno cruciale per il Novecento. A seguito della Conferenza di Londra la Germania – che, va ricordato, all’epoca era divisa in Germania dell’Est e Germania dell’Ovest – ottenne un primo cruciale via libera verso la ricostruzione. Il debito frutto dei due conflitti mondiali, in cui Berlino aveva avuto responsabilità evidenti, venne dimezzato. Tra i paesi che dissero sì all’operazione ci fu anche l’Italia del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, che sarebbe morto l’anno successivo. Perfino la Grecia, un altro paese colpito dalla guerra, approvò il taglio drastico del debito.
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La Germania di allora era un paese in macerie. Tra le testimonianze più emblematiche citiamo la pellicola Germania anno zero, capolavoro di Roberto Rossellini che nel 1948 fotografò le ferite di un paese sconfitto e di una popolazione umiliata. Il debito tedesco di allora si aggirava intorno ai 23 miliardi di dollari, ovvero il 100% del PIL, cifra che Berlino non avrebbe mai potuto restituire, soprattutto con truppe USA e truppe sovietiche ancora sopra il proprio territorio. La Conferenza di Londra permise così a Berlino di spalmare il pagamento del debito su trent’anni. Senza quell’accordo, non soltanto Berlino non si sarebbe forse mai più rimessa in piedi, ma starebbe ancora pagando per fatti del secolo scorso, pesando sulle spalle delle generazioni future.
Riunificazione senza debito
Dopo il crollo del Muro di Berlino nel 1989, ci fu un secondo sostegno europeo nei confronti della Germania. Da due, le Germanie tornano a essere una sotto la guida del cancelliere Helmut Kohl, il quale doveva far i conti con la riunificazione di una nazione fratturata al proprio interno: da una parte l’Ovest capitalista, dall’altra l’Est orfano di Mosca. Di fronte all’ennesima sfida per quelle popolazioni, paesi europei tra i quali anche l’Italia non vollero pesare ulteriormente sulla rinascita tedesca, chiedendo a Berlino sempre meno soldi. L’ultima tranche di debiti bellici che la Germania pagò fu nel 2010, con un assegno da 70 milioni di euro.