È il primo fondo di criptovalute regolato al mondo. Si chiama ConsulCoin Cryptocurrency Fund e nasce con l’avallo dell’Autorità di sicurezza finanziaria di Malta. A contribuire alla sua nascita l’esperienza nel campo di Consulcesi Tech. La società hitech è uno spinoff di Consulcesi Group, gruppo con mille dipendenti che offre servizi nel settore medico sanitario.
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Per farci dire di più sul fondo, sulle opportunità che garantisce, abbiamo raggiunto Andrea Tortorella, Ceo di Consulcesi Tech: “Le crypto sono un’opportunità. Ma oggi è un Far West senza regole e stabilità. Ci siamo resi conto, da investitori, che mancavano strumenti finanziari adeguati. Invece di aspettare altri, abbiamo deciso di realizzarli noi”.
Fondo vs exchange
Tortorella racconta a StartupItalia! come funziona il fondo: “ConsulCoin investe moneta FIAT in crypto, non in tutte. Le selezioniamo sulla base dell’attrattività, della capitalizzazione e della serietà del progetto. Il 70% del fondo investe in criptovalute. Mentre il 30% si divide tra aziende produttrici di schede grafiche e altri fondi tecnologici. Non investiamo in ICO” (per sapere cos’è un’ICO, date un’occhiata a questo articolo).
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Il CEO spiega le principali differenze tra il fondo e gli exchange, le piattaforme che dominano gli scambi online (tra le più celebri, Coinbase): “Gli exchange sono privati che si qualificano per la quantità di denaro che muovono, ma non offrono garanzie e hanno un limite nella sicurezza. ConsulCoin, al contrario, segue le regole stabilite dalla Comunità Europea. Oltre alla tutela, partiamo da un’ottica diversa: non investiamo per speculare sul momento, ma puntiamo sul garantire guadagni in un arco temporale più lungo, monitorando costantemente il mercato e la sicurezza”.
Noi crediamo nella tecnologia
Il CEO ci racconta ancora il percorso di Consulcesi Tech che negli anni si è interessata sempre di più al tema delle crypto e blockchain e oggi ha tante novità in cantiere: “Abbiamo iniziato come tutti a interessarci da investitori. Prima ci siamo appassionati alle cripto, e dopo alla tecnologia, alla blockchain. Allora abbiamo assunto persone esperte e contattato consulenti, per creare progetti di diversa natura”. I progetti dello spin-off spaziano da sperimentazioni sulla blockchain per tracciare l’autenticità dei farmaci (contro le truffe nel settore), fino a investimenti in settori diversi come nel mondo discografico, per soluzioni nel campo delle royalty.
Oggi la divisione dell’azienda conta 30 dipendenti e funziona anche come incubatore di startup basate su blockchain e ha recentemente inaugurato, su mandato del governo moldavo, un grande impianto fotovoltaico destinato a una mining farm.
Consigli per startupper blockchain
Andrea Tortorella è coautore, insieme a Massimo Tortorella (presidente di Consulseci) di un saggio dedicato al tema delle criptovalute e intitolato Cripto-svelate. Perché da Blockchain e monete digitali non si torna indietro. Nel saggio spiega anche perché le cripto sono destinate all’adozione di massa: “La criptomoneta è nata in modo anarchico per un pubblico settoriale, ma quello che sta succedendo oggi è il contrario: gli Stati e le grandi aziende ci vogliono essere. Le crypto non sono più terreno degli speculatori. Le nazioni continueranno a legiferare sul settore, nasceranno altri fondi regolati come il nostro. Le crypto diventeranno sempre di più una moneta corrente e saranno utilizzate a livello nazionale e internazionale”.
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Al termine dell’intervista, Tortorella offre alcuni consigli per le startup in ambito blockchain: “Ho visto tante startup fallire perché usavano la blockchain solo come pretesto per fare una ICO e raccogliere capitali. Quelle che funzionano, al contrario, sono le imprese che hanno una tecnologia con una ragione di esistere sulla blockchain”.