Secondo una ricerca di TAG, in collaborazione con Cisco Italia, qualcosa nel sottobosco italiano si muove. Gli imprenditori puntano su: Cloud Computing, IoT e Blockchain
Piccole PMI crescono. O, quanto meno, si digitalizzano. Questo è, in estrema sintesi, quanto emerge dalla ricerca di Talent Garden e Cisco Italia “La digital transformation e l’innovazione tecnologiche delle PMI nel 2018”, svolto su oltre 500 aziende dal fatturato inferiore ai 51 milioni di euro, i cui risultati sono stati presentati nella giornata di ieri a Milano.
A cosa puntano le PMI
Secondo il rapporto, il 35% si rivolge al Cloud computing, il 33% all’Internet of Things, il 28% al Machine Learning (28%) e, poco sotto, troviamo il Blockchain (27%). Sono queste le tecnologie innovative ritenute più efficaci per lo sviluppo strategico del business e su cui le PMI italiane investiranno nei prossimi tre anni. Il 67% del campione ritiene che l’innovazione impatti principalmente sull’acquisizione di un vantaggio competitivo, il 49% sull’aumento della produttività , il 48% sul miglioramento della qualità percepita dei clienti e il 47% sulla qualità interna del lavoro.
Quanto si investe per digitalizzarsi
La trasformazione digitale sarebbe già in corso. Dallo studio emerge infatti anche che l’86% delle aziende nel 2017 ha investito una percentuale del proprio fatturato in trasformazione digitale: il 38% del campione ha investito tra l’1% e il 10%, il 18% tra il 10% e il 20%, l’11% tra il 20% e il 30% e solo il 6% tra il 30% e il 40% del proprio fatturato.
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Tuttavia, dai questionari si riscontra che l’ostacolo maggiore all’evoluzione digitale delle organizzazioni, sia la mancanza di competenze digitali (43%). Non a caso, sono le aziende più giovani, il 53% del campione intervistato, a investire una percentuale più alta del loro fatturato in digital transformation, rispetto al 47% delle PMI presenti sul mercato da più di 25 anni. Dati che confermano la difficoltà delle aziende non native digitali ad adattarsi ai trend delle tecnologie innovative.
Occorre puntare sui giovani
“Il divario digitale tra le nostre imprese e quelle europee è ancora notevole”, ha dichiarato Alessandro Rimassa, co-founder e CEO di Innovation School. “È evidente – ha aggiunto – che per avere un vantaggio competitivo nel mercato attuale sia necessario dare una spinta e accelerare il processo di digitalizzazione che coinvolge l’azienda nel suo insieme, puntando a strategie basate sul digitale”.
“È tuttavia interessante – ha aggiunto Rimassa – il fatto che le PMI che, come noto, rappresentano una parte forte del tessuto economico italiano, siano al pari delle grandi corporate nell’aver identificato le tecnologie che possono avere un impatto strategico sul business. Un dato che racconta, forse, anche di una nuova generazione di giovani PMI che pensano a come attrezzarsi per generare una crescita importante nel futuro, e non per mantenere la dimensione e la posizione acquisita. Per fare questo però, non bastano le tecnologie, occorrono figure preparate in grado di guidare le imprese nel loro percorso di evoluzione anche culturale”.