La decisione dopo un’inchiesta della rete americana CNBC: secondo l’emittente, la società avrebbe venduto dati raccolti tramite app, in un caso simile a quello di Cambridge Analytica.
Facebook ha sospeso dalla piattaforma CubeYou, società con sede a New York ma fondata e guidata dal ceo italiano Federico Treu.
Il social network avrebbe preso la decisione dopo un’inchiesta della rete Usa CNBC. Secondo il canale, CubeYou non avrebbe informato correttamente gli utenti delle proprie applicazioni riguardo alle modalità di utilizzo dei dati raccolti. In particolare, una delle app, Apply Magic Sauce, avrebbe riportato nell’informativa finalità legate alla ricerca no profit: il materiale sarebbe, invece, stato venduto ad aziende interessate a raggiungere determinate categorie di utenti tramite profilazione, un meccanismo simile a quello messo in piedi da Cambridge Analytica.
Sempre secondo CNBC, CubeYou avrebbe “venduto dati che sono stati raccolti da ricercatori che lavoravano per il laboratorio di Psicometria dell’Università di Cambridge”.
Treu negherebbe tutto, precisando al canale televisivo Usa che la sua azienda “avrebbe lavorato con Cambridge solo nel periodo tra il 2013 e il 2015”. Sentita da StartupItalia!, la società precisa la propria versione. “Prestiamo grande attenzione nel raccogliere dati rispettando tutta la normativa rilevante in termini di privacy – dichiara un portavoce – Il recente servizio di CNBC contiene numerosi errori“. Poi la stoccata a Menlo Park: “Come partner certificato, sia le nostre app che le nostre attività sono state sottoposte a controlli regolari direttamente da parte della società. Tutte le nostre app si sono sempre conformate alle policy e alle regole di Facebook sui dati“. Come dire, avremo anche giocato ai limiti, ma le regole non le facciamo noi.
Facebook replica per bocca del vice presidente per le parnership, Ime Archibong: “Sono accuse serie (quelle mosse da CNBC, ndr), e abbiamo sospeso CubeYou da Facebook. Nel frattempo, approfondiamo il dossier. Se si rifiuteranno di collaborare o falliranno il nostro audit, le app saranno bandite dal sito. Inoltre – continua il manager – lavoreremo con l’UK ICO (authority indipendente UK, ndr) per chiedere chiarimenti all’Università di Cambridge riguardo alle sviluppo di app da parte del proprio Laboratorio di Psicometria”. Perché la parte più inquietante della vicenda è proprio questa: che dietro allo scandalo dati che rischia di travolgere il modello di business dei social media non ci sarebbe solo una compagnia orientata al massimo profitto, ma un’istituzione dal nobile lignaggio e dalla tradizione – fino ad oggi – inappuntabile.