Non solo vestiti a noleggio: grazie al web ora si può fare la stessa cosa con diamanti e gioielli. Questa l’idea della startup Flont, nata poco più di un anno fa e in rapida espansione negli Usa
“I diamanti sono i migliori amici delle ragazze”, cantava Marilyn Monroe in una scena del film “Gli uomini preferiscono le bionde”. Sì, ma per molte quest’amicizia può rivelarsi troppo costosa e di fatto inaccessibile. Per permettere a tutte di sognare un po’, invece, entra in scena Flont, una startup americana fondata a fine ottobre 2016 da Cormac Kinney, attuale Ceo. In pratica, un sito che consente agli utenti di noleggiare gioielli di alta gamma. Una società in rapida espansione, che a ottobre ha annunciato un aumento di capitale da 5 milioni di dollari.
Come funziona il servizio
Il concetto alla base è lo stesso di “Rent the Runway”, società americana che ha dato il via alla moda a noleggio: si ordina l’abito dei sogni, si indossa e dopo 30 giorni si riconsegna. Con Flont si fa la stessa cosa con orecchini, bracciali, anelli, collier. Poteri della renting (e sharing) economy, che promette di rivoluzionare la nostra vita come già hanno fatto, tra gli altri, AirBnb per le vacanze ed Uber per i trasporti.
“Siamo i pionieri del ‘gioiello come servizio’”, spiegano i membri del team di Flont, composto da una decina di professionisti. “Jewerly as a service” (JaaS), per dirla all’inglese. E questo appare lo scenario ideale per tante donne: se possedere creazioni preziose richiede un portafoglio ben nutrito, anche perché c’è bisogno di una certa varietà di pezzi, da indossare a seconda degli eventi o degli abiti, perché non risolvere il problema con noleggi ad hoc? Tra l’altro, se ci si innamora dei gioielli chiesti in prestito, Flont permette ai suoi utenti di comprarli a un prezzo ridotto.
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Le modalità di noleggio a seconda delle occasioni
Per il noleggio si può scegliere tra diversi tipi di soluzioni: da quello singolo e occasionale a forme di abbonamento che vanno dai 300 dollari al mese fino ai 1.800 dollari per un anno. I gioielli si possono anche provare nell’headquarter della startup a Manhattan, con affaccio proprio Rockefeller Plaza. Ogni pezzo viene pulito e lucidato in modo da essere mantenuto scintillante come se fosse nuovo. In caso di furto o danno, un’assicurazione mette l’utente al riparo da eventuali conseguenze.
La selezione di gioielli, curata attentamente da alcune esperte di moda, viene rinnovata e arricchita di mese in mese, con un’attenzione particolare alle creazioni vintage. Così, nel portagioie virtuale di Flont si possono trovare brand globali come Bulgari, Cartier, Gucci e Tiffany & Co., ma anche decine di designer indipendenti e in ascesa.
Il sostegno agli artisti è anzi uno dei capisaldi della startup newyorkese: in un mercato in cui i creativi investono per comprare i materiali per le loro creazioni, venendo pagati dai rivenditori perfino due anni dopo, Flont acquista invece molti dei suoi gioielli in anticipo e per gli altri paga un affitto mensile. “Gli artisti possono così usare questo costante flusso di cassa per alimentare la loro attività”.
Infine, anche la condivisione dei gioielli va vista in un’ottica di sostenibilità. Grazie al noleggio, ogni gioiello può essere apprezzato regolarmente da più consumatori, piuttosto che passare la maggior parte della sua vita chiuso in una scatola in un armadio o in cassaforte. Inoltre, “riutilizziamo tutto ciò che è possibile dai gioielli usati e selezioniamo designer che usino a loro volta materiali riciclati. Consideriamo la sostenibilità in tutto ciò che facciamo, incluso il nostro packaging”.