Il premio dedicato a Marco Zamperini è stato assegnato alla piattaforma per aiutare la riabilitazione dei bambini con deficit cerebrali. Menzione speciale anche per #quellavoltache e Valigia Blu
Il progetto Mirrorable, la piattaforma digitale per la riabilitazione dei bambini che hanno subito un ictus prima della nasicta, ha vinto la quarta edizione del Funky Prize, il premio nato per ricordare la figura del “Funky professor” Marco Zamperini, uno dei pionieri della diffusione di Internet in Italia, morto a soli 50 anni nel 2013.
Durante la cerimonia di premiazione, che si è svolta lunedì 23 aprile a Milano, sono stati inoltre assegnati due riconoscimenti speciali ai progetti #quellavoltache, l’iniziativa di scrittura collettiva dedicato al racconto delle molestie sulle donne lanciato dalla scrittrice Giulia Blasi poco dopo l’esplosione dello scandalo Weinstein, e a Valigia Blu, il progetto di giornalismo collaborativo finanziato attraverso donazioni e focalizzato sulla ricostruzione del contesto ampio dei principali fatti di attualità, mettendo in ordine tutte le informazioni disponibili.
Che cos’è Mirrorable
Il progetto vincitore dei 15 mila euro del Funky Prize è stato sviluppato dall’associazione Fight the stroke, fondata nel 2014 da Francesca Fedeli e Roberto D’Angelo, genitori di Mario, a cui era stato diagnosticato dieci giorni dopo la nascita un ictus perinatale. Dopo la diagnosi, ha spiegato Fedeli a Startupitalia!, “abbiamo iniziato a cercare informazioni sulle possibili cure, perché sembrava che l’unica strada fosse quella della riabilitazione motoria”.
La svolta è arrivata grazie alla scoperta delle ricerche sui neuroni specchio, scoperti una ventina d’anni fa da un’équipe dell’università di Parma coordinata dal professor Giacomo Rizzolatti: un tipo di neuroni che si attivano sia quando un individuo compie un’azione, sia quando osserva un’altro individuo compiere la stessa azione: “Un meccanismo fondamentale per i bambini colpiti da neuroplasie”, ha aggiunto Fedeli.
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“Mettendo insieme diverse competenze – ha continuato – abbiamo quindi capito che ci poteva essere un mezzo diverso da quello di portare Mario in ospedale a fare un’ora di stretching ogni giorno, una via più ludica ugualmente efficace, se non di più, e soprattutto che si poteva svolgere in casa”. Mirrorable infatti altro non è che una piattaforma video domestica, e per attivarla bastano una tv, una consolle Xbox e un collegamento a Skype: in sessioni da tre quarti d’ora, i bambini guardano un attore loro coetaneo che compie gli esercizi che poi loro dovranno svolgere.
Ma il metodo prevede un altro passo fondamentale, il collegamento con altri bambini che devono svolgere gli stessi compiti, in qualunque parte del mondo essi siano: “Le ricerche dimostrano che l’apprendimento tra pari funziona meglio di quello verticale”, ha detto ancora Fedeli, “e i risultati dei primi trial, che diffonderemo presto, ci hanno mostrato come i bambini migliorino ancorati più se noi siamo bravi ad accoppiarli grazie al nostro algoritmo”.
Il design iniziale di Mirrorable è stato concepito nel 2016, mentre l’anno scorso si è svolta la sperimentazione iniziale su 20 famiglie, selezionate all’interno della community costruita in questi anni attorno a Field the stroke. “I nostri prossimi passi – ha concluso Fedeli – sono scalare la nostra soluzione, renderla disponibile a tutti e diffonderla il più possibile, vendendola a persone con problemi ortopedici e usando il ricavato per continuare le ricerche. Il metodo di Mirrorable non si applica solo ai bambini, ma anche agli adulti colpiti da ictus, Parkinson o traumi ortopedici, e in generale a tutti noi che vogliamo apprendere nuove abilità motorie”.
I sette finalisti
Alla serata finale del premio erano arrivati sette progetti, scelti da una giuria presieduta dalla digital media strategist Mafe De Baggis e composta da Davide Dattoli, fondatore di Talent Garden, dal direttore di Wired Italia Federico Ferrazza, dalla responsabile dei rapporti con i media italiani di Facebook Livia Iacolare, e da Dianora Bard, organizzatrice di diversi progetti di educazione alle nuove tecnologie.
Oltre a quelle premiate, le idee selezionate sono state:
- TOMMI, il gioco digitale sviluppato dalla startup Softcare Studios e dedicato ai bambini malati di cancro, dedicato a ridurre la loro percezione del dolore e migliorare la loro esperienza ospedaliera;
- Helperbit, la piattaforma che utilizza la tecnologia blockchain per la gestione delle donazioni per le aree colpite da calamità naturali favorendo così tracciabilità e trasparenza;
- Togenther, la community d’acquisto per genitori che mette in contatto le famiglie con i produttori locali di articoli ecosostenibili e biologici per bambini;
- Rete al femminile, l’associazione di donne che lavorano in proprio, nata per condividere informazioni e aggiornamenti professionali.
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“In finale ce ne sarebbero dovuti essere molti altri”, ha detto chiudendo la premiazione Paola Sucato, moglie di Zamperini e presidente del comitato che assegna il premio: “Il punto non è solo dare un riconoscimento economico, ma fare rete intorno alle persone che hanno avuto delle ottime idee dal punto di vista di Marco e della rete che c’era attorno a lui, cioè quello di usare la tecnologia già esistente condividerla per creare del valore, per il presente e per il futuro”.