L’inventore di origini italiane ha cambiato per sempre le discipline che si disputano sulle piste ghiacciate. Ma non è l’unico esempio del made in Italy a Pyeongchang
Giri per il perimetro di un impianto come la Gangneung Ice Arena, il palaghiaccio da 12mila posti che qui ospita pattinaggio e short track, e quando arrivi davanti a un cartello che presenta la “Zamboni zone” capisci che non hai nemmeno bisogno di aprire la porta per sapere che il locale nel quale stai per entrare racconta una delle storie tricolori più singolari, e meno note, dello sport mondiale.
I marchi made in Italy che lasciano il segno sulle Olimpiadi sono diversi. Technogym si è presa il lusso di cominciare a essere fornitrice del CIO dal 1996, ovvero dai Giochi di Atlanta: servito chi pensava che certi attrezzi dovessero essere per forza made in USA. Usain Bolt il made in Italy lo ha addirittura baciato più volte: in segno di riconoscimento per il lavoro svolto dalla Mondo realizzando le piste di atletica leggera per Giochi e Mondiali. E ancora: Myrtha Pools è un nome straniero, ma l’identità di chi progetta le piscine olimpiche è italiana, Piscine Castiglione sono sinonimo di garanzia anche e soprattutto adesso che impianti del genere sono realizzati anche provvisoriamente dentro stadi e palasport.
La leggenda di Frank e della Zamboni
Frank Zamboni nato nel 1901 a Eureka, quando si dice il destino, era un imprenditore di chiare origini italiane: piemontese per la precisione. Sempre attento e curioso, avviò un’impresa per la vendita di blocchi di ghiaccio nel 1927: quando nel ‘39 arrivarono i primi frigo elettrici, invece che lasciare seppe rilanciare. Dapprima cominciò a realizzare, con le eccedenze, piste di ghiaccio. Poi, di brevetto in brevetto con uno spirito che oggi sarebbe quello di un classico fondatore di una startup, nel 1949 presentò una macchina per “pulire” il ghiaccio: bastava una persona per manovrarla e faceva luccicare la pista come nuova in dieci minuti, contro i 90 necessari all’epoca addirittura a cinque persone. E continuò così per tutta la vita: a inventare rimedi laddove altri vedevano solo problemi.
Quella macchina pulisci ghiaccio, prodotta adesso anche da altre aziende, è nota e conosciuta in tutto il mondo come “la Zamboni”: il nome del suo inventore è diventato il nome stesso del prodotto. E Frank di medaglie ne ha vinte parecchie con la sua invenzione, perché è da podio meritarsi una striscia dedicata dei Peanuts: ed è da gloria sportiva immortale essere votato nella hall of fame dei grandi che hanno fatto la storia, e pure il futuro, del pattinaggio su ghiaccio.
Ecco perché una porta chiusa riesce, ai Giochi, a spalancare l’album dei ricordi per raccontare una storia singolare, che oggi ha tanti eredi: Leitner, Liski, ancora Technogym. Sono tanti i marchi made in Italy che colorano di azzurro quella grande SportUp che sono i Giochi.