La società che si occupa di gestire i trasporti pubblici nella capitale britannica, Transport for London, ha negato il rinnovo della concessione dichiarando la nota applicazione «inadatta al mantenimento della licenza». Già annunciato il ricorso
Uber non avrà più la licenza per operare nelle strade di Londra. La società che si occupa di gestire i trasporti pubblici nella capitale britannica, Transport for London, ha negato il rinnovo della concessione dichiarando la nota applicazione «inadatta al mantenimento della licenza». Da sabato 30 settembre, quindi, la circolazione delle auto di Uber non sarà più consentita. La notizia è stata riportata dal sito britannico Telegraph.
Pronto il ricorso
La società è comunque determinata a opporsi a questa decisione. Ha 21 giorni per fare ricorso, il che consentirebbe alle automobili di Uber di continuare a circolare per Londra almeno fino a quando il provvedimento non sarà definitivo. Il blocco della licenza non riguarda comunque il servizio UberEats che si occupa di consegnare cibo a domicilio.
Le motivazioni delle autorità londinesi
Le motivazioni presentate da Transport for London si riferiscono al comportamento aziendale di Uber: «L’approccio e la condotta di Uber dimostrano una mancanza di responsabilità aziendale riguardo a una serie di questioni che incidono sulla pubblica sicurezza». Uber dal canto suo risponde con i numeri che ogni giorno registra a Londra: 3,5 milioni di utenti e 40mila autisti, nonostante la notevole opposizione subita dal 2012 – anno in cui ha cominciato ad operare nel Regno Unito – da parte dei tassisti della City. «Volendo bandire la nostra app dalla capitale, Transport for London e il sindaco hanno ceduto a un ristretto gruppo di persone che vogliono limitare la scelta dei consumatori. Se questa decisione rimane, priverà del lavoro 40mila autisti del lavoro e toglierà ai londinesi una forma di trasporto comoda e conveniente», ha commentato Tom Elvidge, general manager di Uber a Londra.
I problemi di Uber
Tra le azioni di Uber contestate da Transport for London c’è anche la gestione dei crimini commessi a bordo delle automobili e il rilascio di certificati medici. Riguardo alla questione sicurezza, da Uber fanno sapere che la tecnologia Gps utilizzata consente di tracciare tutti gli spostamenti rassicurando quindi i clienti. Sotto accusa anche l’utilizzo del software Greyball che sarebbe servito per evitare i controlli della polizia. La dirigenza di Uber, però, nega che il programma sia mai stato utilizzato per questo scopo. Sebbene le vicende considerate dalle autorità londinesi abbiano già causato problemi alla società in altre parti del mondo, fino alle dimissioni del suo ceo e founder Travis Kalanick, la dirigenza di Uber nella capitale britannica non ci sta e risponde: «Questo divieto dimostra che la città di Londra è lontana dall’essere aperta alle aziende innovative che offrono alternative ai consumatori», ha aggiunto Elvidge.
La posizione del sindaco e dei tassisti londinesi
Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha appoggiato la decisione di Transport for London, mettendo in risalto la necessità di salvaguardare la sicurezza dei cittadini. A favore del divieto anche l’associazione dei tassisti nella capitale inglese che accusa Uber di aver violato più volte la legge in questi anni di attività.