(Via Ansa)
Tra perdite di dati sensibili per guasti o errori e interruzioni inattese dei sistemi informatici, le aziende italiane negli ultimi 12 mesi hanno perso 11,2 miliardi di euro. A rivelarlo è l’EMC Global Data Protection Index, studio condotto da Vanson Bourne, che ha interpellato 3.300 dirigenti IT di medie e grandi aziende in 24 Paesi, rilevando che a livello mondiale la perdita è stata di 1.700 miliardi di dollari.
In Italia solo il 10% delle aziende è al passo con i tempi per la protezione. “Tutto questo – sottolinea lo studio -, in uno scenario nazionale in cui l’80% delle aziende intervistate ha registrato, negli ultimi dodici mesi, un blocco inaspettato nei propri sistemi informatici o una perdita di dati sensibili, che hanno portato per il 38% a una perdita della produttività , per il 22% a un decremento del fatturato e per il 36% al ritardo nello sviluppo di un prodotto”. In totale, emerge dall’inchiesta, “il 79% dei professionisti IT delle aziende italiane non nutre piena fiducia nella propria capacità di recuperare le informazioni a seguito di un incidente”.
A livello mondiale, Big Data, mobile e cloud stanno creando nuove sfide in termini di protezione dei dati. Il 51% delle aziende, infatti, non possiede un piano di ‘disaster recovery’ per nessuno di questi ambienti e solo il 6% ha definito piani per tutti e tre. Le aziende negli ultimi 12 mesi hanno perso mediamente il 400% di dati in più nell’ultimo biennio, l’equivalente di 24 milioni di messaggi email per azienda.
In termini di protezione dati, è la Cina che vanta il maggior numero di aziende all’avanguardia (30%), mentre in coda si trovano gli Emirati Arabi Uniti (0%).