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Le storie di successo di donne, esperte di tecnologia, finanza, vicine alle tematiche del sociale. Sono founder di startup innovative ma anche investitrici che, nell’altra parte del globo, stanno dimostrando come sia tempo di abbandonare i “vecchi” stereotipi di genere
L’ultima survey di Iban, presentata a fine giugno, rivela un profilo del business angel abbastanza invariato – uomo, tra i 30 e i 50 anni, vive nel Nord Italia ed è affiliato ad Iban o a un Investor Club – , e lascia intravedere dei segnali incoraggianti di cambiamento, annunciando che, nel 2017, un’operazione su cinque (20%) è stata realizzata da un business angel donna. Ampliando la visuale su una prospettiva internazionale, da inizio 2018, sono già (almeno) 50 le storie di donne che hanno trovato il loro successo o sostenuto il successo come venture capitalist nel mondo imprenditoriale. I settori spaziano dal sociale all’healthcare ai sistemi di pagamento alla cura della persona. Abbiamo selezionato (con una certa fatica) le 15 più significative.
1. Una delle più giovani Venture Capitalist, Laura Deming
Nata in Nuova Zelanda, a 24 anni è partner del fondo Longevity. Ha sempre avuto una spiccata propensione verso la biologia e lo studio del processo di invecchiamento. A 14 anni, era già una studentessa del MIT e, due anni dopo, veniva ammessa al programma Thiel Fellowship che offre 100 mila dollari a “chi vuole costruire cose nuove”. Lo scorso anno Laura ha chiuso il suo secondo fondo di investimento (Longevity) con 22 milioni di dollari e quest’anno si sta dedicando a un programma di accelerazione, con alle spalle, tra gli altri, il noto investitore Marc Andreessen, con cui supportare, nell’arco di 4 mesi, le startup focalizzate sui sintomi medici di non immediata manifestazione.
2. Dalla Cina, Castbox, l’app di Renee Wang per i podcast
Cresciuta nell’area rurale appena fuori Pechino, Renee Wang è stata autodidatta di coding e si è laureata alla Peking University. Dopo aver lavorato per 4 anni in Google, a Tokyo, ha un’idea: sviluppare un’app che usa il linguaggio umano e sistemi di machine learning per aggregare e semplificare la ricerca di podcast. Si chiama Castbox ed è estremamente completa, curata e ricca di contenuti, ben categorizzati e catalogati. Ad aprile, ha ricevuto un investimento di 13 milioni e mezzo di dollari, per un capitale complessivo di 29 milioni e mezzo.
3. Falon Fatemi e il sistema di intelligenza artificiale Node
Anche lei della “scuola Google”, assunta a soli 19 anni, dopo aver gravitato in YouTube, decide di aprire la sua startup Node. Offre un sistema di intelligenza artificiale per finalizzare i contatti con il proprio business network, individuando quelli più giusti. Ad aprile ha visto crescere, grazie a un investimento, il suo capitale di 5 milioni, raggiungendo i 21 milioni complessivi.
4. Katie Haun, la prima general partner di Andreessen Horowitz
L’azienda statunitense di venture capital da 4 miliardi di dollari Andreessen Horowitz, fondata nel 2009 a Menlo Park, ha la sua prima general partner donna: Katie Haun. Sarà lei a guidare, con Chris Dixon, il nuovo fondo da 300 milioni di dollari in criptovalute, dopo più di un decennio da procuratore federale al Dipartimento di Giustizia americano. Qui si è occupata di frodi e cybercrime, tra cui l’hacking del sito Mt. Gox per lo scambio di criptovalute, chiuso nel 2014. Ha anche bloccato il mercato nero di droghe online Silk Road. È la direttrice del team sulle transazioni digitali di Coinbase, società che è stata sostenuta dallo stesso Andreessen Horowitz.
5. Nicki Ramsay e la piattaforma di pagamenti CardUp
Dopo più di 8 anni all’interno di American Express, Nicki Ramsay vuole trovare una soluzione per abilitare i pagamenti online a prescindere dai circuiti di carte di credito accettati. Nasce così CardUp, una startup con base a Singapore che offre una piattaforma web per le transazioni ricorrenti e legate a pagamenti di qualsiasi genere (anche per gli stipendi), consentendo contemporaneamente di guadagnare dei premi. Per esempio, pagando l’affitto con CardUp, possono essere accumulate miglia per i voli aerei. A Marzo, Sequoia India e il venture SeedPlus hanno chiuso un investimento seed di 1.7 milioni di dollari, destinati ad ampliare il team e a creare nuovi business tra le piccole e medie imprese.
6. Phaedra Ellis-Lamkins e il lavoro per il sociale con Promise
Tra i sacrifici di una mamma sola, che fa di tutto per dare i beni di prima necessità alle sue 3 figlie, Ellis-Lamkins frequenta il college e, subito dopo, inizia a lavorare per un’organizzazione che offre assistenza a persone in condizioni di povertà. A 26 anni, diventa il capo del South Bay Labor Council. Continua a lavorare nel sociale, finché crea la sua impresa, Promise che offre assistenza ai detenuti per garantire le condizioni necessarie per tornare a lavoro e dalle loro famiglie, una volta fuori dalla prigione. Promise ha catturato l’interesse di alcuni venture capitalist, nell’ultimo anno, per una raccolta fondi complessiva di 3 milioni di dollari.
7. Chloe Alpert, fondatrice di Medinas Health
Un concetto di economia circolare applicato in ambito ospedaliero, per evitare lo spreco di centinaia di miliardi di dollari che ogni anno sono spesi per forniture non utilizzate. Chloe Alpert ha fondato, su questo principio, la startup Medinas Health che, attraverso sistemi tecnologici di archiviazione dati e software di matching, aiuta gli ospedali più grandi a vendere il “surplus” di forniture a piccole cliniche e case di cura. Gli investitori hanno creduto nel modello di business tanto da contribuire, a meno di un anno dalla nascita della startup, alla raccolta di 1 milione di fondi, provenienti da Sound Ventures, Rough Draft Ventures, Precursor Ventures e Trammell Ventures.
8. Anne Boden, a capo della Starling Bank
Una donna che ha saputo distinguersi per competenze tecnologiche e dimestichezza con il mondo della finanza. Anne Boden, già Chief Operations Officer di Allied Irish Banks, è la fondatrice e Ceo di Starling Bank, un istituto di credito completamente digitale, tanto da concedere prestiti via app su smartphone, e che ha ottenuto, nel 2016, la licenza bancaria britannica. Dopo aver raccolto 48 milioni di sterline, ha ora l’obiettivo di espandersi in tutta Europa, per cui ne saranno necessari altri 80, e nel frattempo l’azienda sta chiudendo una partnership con TransferWise, l’unicorno del Fintech.
9. Brynn Putnam e la palestra su device Mirror
Si laurea ad Harvard e ha sempre avuto una grande passione per la danza, tanto da diventare una ballerina professionista. Nel 2010, 2 anni dopo la sua ultima esibizione a Montreal, apre una boutique del fitness a New York, Refine Method. Poco dopo, ne crea altre due, che attraggono Kelly Ripa e Ivana Trump e che le permettono di sostenere un altro business: Mirror. É un device, che somiglia a uno specchio, su cui è possibile vedere, mentre si è a casa, il proprio istruttore e compagni di corso durante una lezione di fitness, tracciandone le performance sullo schermo. Non è ancora acquistabile ma la startup ha già ottenuto un finanziamento di 13 milioni di dollari che promette una diffusione capillare di Mirror.
10. Sarah Guo, investitrice senior della Greylock Partners
Ha lavorato come analista alla Goldman Sachs, tra le più grandi banche d’affari del mondo, dove ha gestito diversi business di aziende come Twitter, Netflix, Nvidia. È poi entrata in Greylock Partners, una delle più antiche aziende di venture capital, fondata nel 1965, di cui è diventata responsabile poco tempo fa, a 53 anni, e in cui è l’investitrice “più senior”.
11. Lea von Bidder e il fitbit per la fertilità
Ha studiato per essere un’imprenditrice, tra la Zhejiang University, Purdue University e l’Ecole de Management de Lyon, senza perdere di vista l’operatività, occupandosi di marketing alla Procter&Gamble e di consulenza strategica alla Estrin&Co. di Parigi. Finché, un giorno, Lea von Bidder inventa Ava, un braccialetto che monitora una serie di parametri, dal respiro alla temperatura corporea, per individuare i giorni di maggiore fertilità per le donne. Nonostante la concorrenza tra gli altri tracker di ovulazione, Ava ha suscitato maggiore interesse tra gli investitori, tanto da chiudere un round di 30 milioni di dollari lo scorso mese.
12. I posti giusti e più vicini per i bambini. L’app Winnie di Sara Mauskopf and Anne Halsall
Winnie è un’app che dà ai genitori tutte le informazioni sui posti nei paraggi dove i bambini possono fermarsi, i servizi offerti alle famiglie, e che mette a disposizione una community in cui scambiarsi opinioni e partecipare a discussioni tematiche. Un’idea di Sara Mauskopf e Anne Halsall, con esperienze lavorative in Twitter, Postmates e Quora, che, due anni fa è valsa un investimento di oltre 2 milioni di dollari. Oggi l’app ha oltrepassato il milione di utenti e continua a catturare l’interesse dei fondi di investimento, tanto da aver chiuso di recente un round da 4 milioni di dollari, per un capitale totale di 6 milioni e mezzo.
13. Sarah Smith, partner di Bain Capital Ventures
Cinque anni in Facebook, altri cinque in Quora come vice presidente dell’area marketing e sales, ma la strada di Sara Smith era nel mondo delle società di investimento. Inizia in Village Global, un venture capital supportato da network di imprenditori, del calibro di Reid Hoffman e Bill Gates, che investono capitali e offrono competenze. Lavora 3 anni con Graph Ventures, gruppo focalizzato in investimenti early-stage, dove ha sostenuto diverse startup, tra cui Winnie. A Maggio, è entrata in Bain Capital Ventures, diventando la prima partner donna e il suo obiettivo è sia “reclutare” altre startupper sia orientare al meglio gli investimenti, anche in termini di cifre.
14. Dare visibilità allo storico creditizio degli immigrati. Nicky Goulimis e la startup Nova Credit
Sono più di 50 milioni gli immigrati in America e Canada e oltre 240 nel mondo, il cui impatto, oltre che demografico, nello sviluppo economico è crescente. Che siano studenti o lavoratori, quando arrivano in America non hanno uno storico creditizio, cosa che impedisce di prendere in affitto un appartamento o di avere una carta di credito con un plafond più ampio. Lo sa bene Nicky Goulimis, di origine greca e cresciuta in UK, che ha dovuto affrontare questi problemi mentre frequentava l’università di Stanford. E ha creato a San Francisco la startup Nova Credit, con i co-founder Misha Esipov e Loek Janssen, trasferitisi rispettivamente dalla Russia e dal Belgio. Fornisce dei report creditizi in tempo reale, creando una sorta di passaporto informativo che può essere usato, lato impresa, anche per processi di acquisizione di nuovi clienti. L’idea è valsa un investimento di 16 milioni di dollari di General Catalyst e Index Ventures.
15. Heather Mirjahangir Fernandez e la semplificazione delle visite mediche con Solv
Per 9 anni, si è occupata di strategie commerciali e di marketing per Trulia, un portale che mette in connessione agenzie immobiliari e potenziali acquirenti. Poi Fernandez si rende conto di avere abbastanza esperienza per essere imprenditrice di se stessa e fondare la sua startup Solv, nel settore healthcare. Si tratta di un portale che, a seconda della cura richiesta, offre una mappatura dei centri più vicini in grado di offrirla, con l’indicazione del prezzo e la possibilità di effettuare una prenotazione. Solv apre la strada a una nuova categoria sanitaria, quella della “convenient care”, che ha convinto gli investitori, visto il finanziamento complessivo di 21 milioni di dollari.