L’idea di partenza è semplice: trasformare ogni singolo dipendente di un negozio o ristorante in una cassa mobile. Il perché sia balenata nella mente del laureando in ingegneria informatica Francesco Medda, classe 1986, altrettanto.
Pensate ai punti vendita Apple, dove i commessi tendono a far trottare il cliente fra i prodotti e a completare la transazione senza doversi spostare in una zona specifica del negozio, quella in cui tradizionalmente troviamo la cassa. In quel punto, o più parti del punto vendita, la startup Scloby posiziona una stampante dalla quale escono gli scontrini elaborati con gli smartphone e i tablet su cui gira l’applicazione.
Stiamo quindi parlando del passo successivo a quello compiuto dai vari Pos mobili di Payleven (qui abbiamo raccontato la loro storia) o Jusp (qui abbiamo raccontato la loro storia). Anzi, di quello complementare: tant’è che Scloby ha già attivato una collaborazione con i primi e sta dialogando con i secondi, che sappiamo essere in rampa di lancio queste settimane, dando la possibilità di utilizzare la sua app con un Pos di nuova generazione. Medda ha quindi creato un ambiente cloud che consente all’esercente di gestire in mobilità tutte le operazioni legate alle cassa e di attivare una serie di funzioni aggiuntive come le carte fedeltà, l’attivazione di promozioni o gli acquisti online. E l’Agenzia delle Entrate ha dato il suo benestare.
Non solo, l’ingegnere sardo ha messo le sue Api a disposizione di sviluppatori e altre startup interessate a fornire servizi ulteriori. Un esempio interessante di integrazione coinvolge Squeezol, giovane impresa di cui abbiamo già parlato e che condivide con Scloby il periodo di incubazione in i3P del Politecnico di Torino. Squeezol ha integrato in Scloby il suo sistema di pagamenti condivisi. Un esercente che usa il sistema di Medda per gestire anche il suo portale di e-commerce può dare la possibilità agli utenti di dividere il conto. A risolvere il problema è però soprattutto la pizzeria al cospetto delle tavolate di fine anno scolastico. Altra collaborazione sfiziosa è quella con Placejam, startup che si occupa di connessioni wi-fi: i clienti di Scloby possono stampare sugli scontrini dei singoli clienti una password personalizzata a tempo per accedere alla rete senza fili. In questo modo si evita l’occupazione a oltranza del locale da parte di clienti che non consumano.
L’app di Scloby è disponibile per iOs e Android. Per tutti gli altri sistemi operativi c’è una Web app. I dispositivi comunicano con la stampante, realizzata dall’italiana Rch o dagli stabilimenti italiani di Epson, via Internet e sono in grado, in caso di assenza di connessione, di rivolgersi alla stessa via Bluetooth. Fra i partner della società Banca Sella, in procinto fra l’altro di lanciare un suo Pos mobile che con Scloby avrà un rapporto preferenziale di cui Medda non svela ancora la natura. La startup è partita con un finanziamento da 25mila euro da parte di Club Italia Investimenti 2 e adesso ha raccolto una cifra complessiva pari a qualche centinaia di migliaia di euro. Disponibile commercialmente da febbraio la soluzione ha già espugnato 15 esercenti a Torino e si è mossa su Firenze e Milano. Il costo è di 900 euro una tantum e 35 euro al mese.