Nuovo tonfo per Piazza Affari che chiude per la terza seduta consecutiva in ribasso. Positive Londra e Parigi, come le Borse asiatiche. Bene il Down Jones
Ci voleva la strigliata – non nuova – di Donald Trump al Federal Reserve System a far ripartire l’economia globale, paralizzata dalla paura recessione collegata ai rischi contagio di Coronavirus Covid-19. Il presidente statunitense ha infatti esortato nuovamente la Fed a tagliare i tassi di interesse così da avere più liquidità in giro e tanto è bastato perché, almeno negli USA, il lunedì si avviasse all’insegna del segno “+”. In questi momenti il Down Jones corre infatti oltre al 2%. L’Europa invece si spacca…
Cosa è successo a Piazza Affari
Ennesima seduta negativa – la terza consecutiva – per Piazza Affari, che comunque dimezza le perdite sui massimi toccati in giornata attorno al 3% e riesce a chiudere a -1,5%. A soffrire alla Borsa di Milano il comparto bancario, con Bper che lascia sul terreno il 5,4%, Banco Bpm oltre il 6%, Unicredit il 4,4%. Nuovamente negativa la giornata per Juventus Fc (-5,2%). Male il comparto del lusso, con Salvatore Ferragamo che perde il -3,7%.
Il rimbalzo del greggio che chiude a + 3,1% con il Wti sopra 46 dollari permette almeno ai titoli del comparto energetico di tirare un sospiro di sollievo: Terna (+1,3%), Hera (+0,7%) e Eni (+0,4%). Lo spread, il differenziale tra i nostri titoli di Stato e gli omologhi garantiti da Berlino, chiude invece a quota 175 punti base. In mattinata, mentre una raffica di sospensioni per eccesso di ribasso si abbatteva sui principali mercati del Vecchio continente, era salito fino a 183.
Cos’è successo sui mercati europei
Milano, appunto, maglia nera d’Europa. Male anche Francoforte, che ha chiuso a – 0,27%. Positive invece Londra e Parigi sulla scorta degli annunci fatti dai rispettivi governi e da alcune Banche centrali relativamente a un auspicato taglio dei tassi di interesse, come vedremo nel paragrafo seguente. Londra ha così portato a casa un + 1,13% a termine giornata, mentre Parigi un + 0,44%. Chi crede maggiormente nella ripresa è il Down Jones che continua le contrattazioni a + 2,80 in una seduta che, visti i tempi, potremmo definire euforica.
I governi e le Banche centrali si muovono
A trascinare verso i rialzi appena visti alcuni dei principali mercati, si diceva, le decisioni prese dalle principali istituzioni bancarie e politiche del pianeta. A iniziare da Haruhiko Kuroda, governatore della Banca centrale del Giappone, che ha assicurato che intende fare tutto il possibile «per garantire la stabilità dei mercati finanziari», permettendo anche alle Borse asiatiche di chiudere il lunedì in rialzo. Shanghai ha chiuso in rialzo del 3,15%, Shenzhen ha guadagnato il 3,77%. La Borsa di Tokyo, tra le più penalizzate per il timore che saltino le Olimpiadi, alla fine è salita dello 0,95%.
As usual, Jay Powell and the Federal Reserve are slow to act. Germany and others are pumping money into their economies. Other Central Banks are much more aggressive. The U.S. should have, for all of the right reasons, the lowest Rate. We don’t, putting us at a…..
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 2, 2020
È poi intervenuto il presidente statunitense Donald Trump per intimare alla Fed di tagliare velocemente i tassi di interesse, ma anche BCE e Regno Unito hanno promesso interventi in tal senso. Infine Bruno Le Maire, ministro dell’Economia d’Oltralpe, ha annunciato che mercoledì avverrà una riunione telefonica di G7 Finanze ed Eurogruppo per valutare una azione concertata per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Tanto è bastato per ridare un minimo di fiducia agli investitori. Quegli stessi investitori che invece hanno ignorato l’annuncio, da parte del governo italiano, di un piano da 3,6 miliardi per rimettere in moto la nostra economia, forse perché ritenuto insufficiente.