I dati trimestrali di Amazon, Microsoft, Google e Apple fanno sorridere gli azionisti. L’unica in controtendenza è Facebook, ma l’azienda di Mark Zuckerberg ha iniziato solo ora a monetizzare il capitale di Instagram e WhatsApp
Cause legali, multe miliardarie e legislatori sul piede di guerra. Anche ora che le grandi aziende del tech si trovano ad affrontare ogni giorno una nuova polemica, la loro crescita sembra inarrestabile. Almeno questo è quello che raccontano i dati trimestrali pubblicati a fine luglio.
Amazon, Google, Microsoft e Apple continuano ad accumulare utili per la gioia dei propri azionisti. L’unica delle “Big Five”, fuori dal coro è stata Facebook che, dopo aver annunciato tassi di crescita più bassi e spese maggiori, ha visto la propria capitalizzazione in borsa scendere di valore per 120 miliardi di dollari in un solo giorno. Anche se gli analisti hanno previsto una ripresa piuttosto rapida.
Come cambierà Facebook?
Partiamo proprio da quest’ultimo caso per capire come la creatura di Mark Zuckerberg si trovi oggi di fronte a un bivio.
Nonostante l’aumento dei ricavi (42%) per 13,2 miliardi, di cui una parte importante proveniente dall’advertising, il calo nella crescita di utenti ha fatto sorgere dubbi sul futuro del social network. A ciò si sono poi aggiunti scandali di risonanza mondiale come Cambridge Analytica o l’intromissione russa nelle ultime elezioni americane, e le limitazioni imposte dalla normativa sulla GDPR.
Proteste nei confronti di Facebook e del suo creatore Mark Zuckerberg
Niente paura, dicono gli analisti del tech. Perché se Facebook perde qualcosina da un lato, comincia a guadagnarne molto dall’altro. L’azienda di Menlo Park solo da poco ha iniziato a monetizzare da canali alternativi come Instagram, Messenger e WhatsApp, anch’essi dalle immense possibilità. La pubblicità del futuro potrebbe poi passare da contenuti a tempo come quelli delle “stories”, destinate a sostituire progressivamente News Feed ovvero la sezione Facebook che ci offre in ogni momento notizie e aggiornamenti di nostro interesse.
Amazon e Microsoft: la crescita passa per il cloud
Se pensiamo poi che solo tre anni fa Amazon ha cominciato a guadagnare profitti con continuità, i 2,5 miliardi registrati nell’ultimo trimestre non possono che stupire. La piattaforma creata da Jeff Bezos non è però solo il luogo virtuale dove acquistare al miglior prezzo i prodotti che ti verranno poi consegnati a casa. Almeno non più.
Servizio Prime, che ha appena superato il milione di abbonati, assistenti intelligenti (Alexa e Echo), contenuti musicali e video in streaming e marketing pubblicitario hanno reso multiforme il business dell’azienda di Seattle. Mentre grazie ad Amazon Web Services, si sta ormai completando la trasformazione in fornitore al dettaglio di software e server per l’archiviazione dei dati in cloud.
Un business proficuo che potrebbe mettere in crisi il settore delle software house. E che non a caso stanno perseguendo anche aziende del tech. Il cloud computing, infatti, è stato una delle voci più rilevanti nei dati trimestrali di Microsoft. Una crescita superiore alle aspettative (fatturato di 26,8 miliardi di dollari e profitti per 7,4 miliardi) e condivisa da ogni divisione dell’azienda.
Chi sarà la prima a superare quota 1.000 miliardi?
All’appello mancano solo Google e Apple che, ovviamente, non hanno deluso le attese con dati molto positivi.
Il motore di ricerca di Mountain View, nonostante una multa dell’Unione europea da 4,3 miliardi per comportamento scorretto e abuso di posizione dominante nel settore mobile, ha guadagnato in borsa il 4,68% di capitalizzazione con un utile per azione di quasi 12 dollari. Senza contare il profitto trimestrale di 3,2 miliardi.
Apple non è da meno. L’azienda capitanata da Tim Cook si candida ad essere la prima compagnia a superare i 1.000 miliardi di capitalizzazione, grazie a una crescita nelle vendite anche al di fuori del mercato nazionale. 41,3 milioni di iPhone, 11,55 milioni di iPad e 3,7 milioni di Mac venduti: con l’Europa primo mercato dopo gli States e la Cina in crescita del 19%.
“Il miglior trimestre di giugno mai registrato, e il quarto trimestre consecutivo di crescita del fatturato a doppia cifra. I nostri risultati del terzo trimestre sono stati possibili grazie alle continue forti vendite di iPhone, dei servizi e degli indossabili, e siamo davvero impazienti dei prodotti e servizi che abbiamo in programma di annunciare” è stato il commento del CEO Apple, Tim Cook.
Ovviamente, anche qui non mancano critiche e beghe legali come l’accordo siglato dall’azienda di Cupertino l’anno scorso per il pagamento di 16 miliardi di dollari di tasse arretrate all’Unione europea per il suo cospicuo accordo fiscale con l’Irlanda. Niente più di un piccolo ostacolo nella corsa delle Big Five al dominio del mercato tech.