Milano colpita due volte dal Covid-19 che ha aggredito in maniera chirurgica la regione e anche i settori su cui poggiava il “Bello e ben fatto italiano”: moda, design, lusso, export…
Si è detto e ripetuto che il Coronavirus è portatore di una crisi simmetrica, perché colpisce tutti i settori allo stesso modo e pure tutti i Paesi, speravamo che fosse almeno un morbo democratico, che si accanisse tanto sui ricchi quanto sui poveri. In realtà , al solito, chi stava meglio ha più possibilità di uscirne bene di chi già arrancava. E anche sul fatto che il Covid-19 si sia abbattuto su ogni comparto economico con la medesima virulenza ci sarebbe da discutere. La teoria, del resto, pare già destinata a incrinarsi sotto il peso dei freddi numeri di una ricerca dell’Ufficio Studi MedioBanca che rivela, tra le tante cose, come il morbo abbia colpito chirurgicamente i settori su cui poggiava, ahinoi, proprio l’economia italiana…
© Camera Nazionale della Moda Italiana
Le multinazionali colpite dal Covid-19
Più precisamente, va male, malissimo l’insieme di comparti di quella Milano del design, del lusso, della moda e da bere che rappresentava il made in Italy nel mondo. E proprio Milano è stata, per effetto di una sorte quantomai crudele, l’epicentro europeo del Coronavirus. Se a questo aggiungiamo che il lock down ha chiuso i rubinetti dell’export e le esportazioni continueranno a singhiozzare fino a quando ci saranno Stati alle prese con l’epidemia, il quadro è più che mai fosco. Al momento il nostro Paese resta aggrappato a un’unica speranza: intrattenendo rapporti privilegiati con la Cina, acquirente molto attento al nostro “Bello e ben fatto” (BBF), ci si augura che possa essere tra le prime economie europee a veder ripartire le proprie commesse, dato che il gigante asiatico sta ormai lasciandosi la pandemia alle proprie spalle.
Clicca per ingrandire
© Ufficio Studi MedioBanca
Venendo all’analisi dei singoli comparti, vanno particolarmente male le multinazionali della Moda (-14,1%), dell’Automotive (-9,1%), delle Telco (-2,6%). Malissimo quelle che producono aeromobili (-22,1%) e noi purtroppo siamo i secondi produttori di Boeing in Europa dopo l’UK, malissimo il settore dell’Oil & Energy (-15,9%) e il pensiero va inevitabilmente ai gioielli di famiglia. Tendenzialmente stabili, ma in campo comunque negativo, i comparti Media & Entertainment (-0,5%) e Drinks (-0,1%).
© Camera Nazionale della Moda Italiana
Leggi anche:Â Il Coronavirus non ferma la Fashion Week. In Cina le sfilate in streaming
Le multinazionali che fanno affari col Covid-19
C’è poi tutta quella parte di mercato che grazie al Coronavirus ha visto lievitare le proprie riserve auree. E anche qui la sorte ci ha messo lo zampino perché la maggior parte ha sede altrove e caratterizza altri mercati. Le WebSoft, da Netflix ad Amazon, sono le multinazionali che durante la quarantena hanno fatto affari d’oro (+17,4% rispetto al 1Q 2019). E, appunto, hanno sede altrove. Non solo: c’è pure l’annosa questione che da noi pagano quasi nulla di tasse. Segue la grande distribuzione (+9,1%), poi le farmaceutiche (+6,1%), il settore dei Pagamenti Elettronici (+4,7%), l’Elettronica (+4,5%) e qualcosa di più tipicamente italiano come il Food (+3,4%) chiude la classifica.