L’anno di congedo culianario
Nel 2005 Stacey Cunningham si iscrive a un corso intensivo di nove mesi all’Institute of Culinary Education di Manhattan che la porta a lavorare per sei settimane in un ristorante dell’Upper West Side. “L’ambiente era molto simile a quello del trading floor”, ha raccontato l’anno scorso al Financial Times. «Cose che non sarebbero permesse in qualsiasi altro posto, lo sono sul floor e nella cucina di un ristorante, il modo in cui interagisci con i colleghi quando sei sotto stress, ad esempio. Tutti sanno che non devono prendersela sul personale: in un momento infuocato, puoi litigare per uno scambio e poi ritrovarti a fine giornata a bere una birra insieme”. Sia sul floor che in cucina, spiega, bisogna essere in grado di prendersi la responsabilità dei propri errori, e rimediare velocemente.
Il Rientro alla Borsa di New York
Fra il 2007 e il 2012 si trasferisce a Times Square al Nasdaq, l’indice dei principali titoli tecnologici che dall’anno scorso è guidato da un’altra donna, Adena Friedman.
Poi a metà 2012 il ritorno alla Borsa di New York e in meno di dodici mesi una serie di promozioni: capo delle vendite, capo del management e poi Chief Operating Officer (Coo) con il compito di far funzionare una struttura complessa e numerosa composta da oltre 800 collaboratori che lo scorso anno ha scambiato in media 1,5 miliardi di azioni al giorno, e di portarla in una nuova era tecnologica.
“Quando sono rientrata, con l’avvento dell’innovazione informatica, i suoni erano diversi. C’erano più beep e meno urla e gli ordini arrivavano più attraverso palmari che sui mitici foglietti scritti a mano, ma l’atmosfera era la stessa: camminare sul trading floor è sempre entusiasmante per me”.
L’importanza della figura femminile nei ruoli chiave
In un discorso pubblico pronunciato a inizio anno, Stacey Cunningham ha dichiarato di essersi spesso ispirata a Mauriel Siebert che nel 1968 fu la prima donna membro del New York Stock Exchange.
Sibert fu l’ideatrice della svolta tecnologica del floor, dall’epoca delle urla e dei mimi a quella dei computer, e Cunningham racconta di essersi ispirata proprio a quella donna simbolo, che vent’anni dopo la sua nomina continuava a battersi per ottenere un bagno per signore al settimo piano. Luogo dove, invece, si trovava il lunch club esclusivamente maschile munito non solo di comodi divani lussuosi ma anche di un inserviente fisso a disposizione tutto il giorno.
Qualche anno dopo la Sibert è divenuta un punto di riferimento per le donne e per gli uomini degli Stati Uniti. Sono sue alcune frasi rimaste nella storia del New York Women’s Agenda come: “Le aziende americane scopriranno che le donne manager possono essere una forte arma competitiva contro il Giappone, la Germania e altri paesi che limitano l’accesso ai vertici delle loro imprese al 50 per cento della popolazione maschile” o anche “gli uomini ai vertici dell’industria e delle istituzioni dovrebbero voler rischiare di più, dividendo la loro leadership con le donne e con altre minoranze che non sono meri cloni dei loro simili”.
Tenace quanto Mauriel Siebert, Cunningham ricorda che le donne nelle principali 500 società finanziare sono la metà della forza lavoro ma solo il 2% riveste l’incarico di amministratore delegato.
Oggi i tempi stanno cambiando: la nomina di Cunningham arriva infatti circa un anno e mezzo dopo quella di Adena Friedman, 49 anni, prima donna a dirigere il Nasdaq.
E così, le due più importanti borse americane e del mondo sono guidate da due donne.