In collaborazione con |
Oltre due milioni e mezzo di euro di montepremi totale, un network rilevante di investitori e società, il prestigio di un nome che ha fatto la storia dell’industria italiana: intervista a Margherita Marzotto nuova Presidente dell’Associazione Marzotto
Il Premio Gaetano Marzotto è ormai giunto all’ottava edizione e si conferma essere il contest per startup più importante all’interno del panorama italiano. Anche quest’anno, si rivolge a nuovi imprenditori e costruttori di futuro che siano in grado di far convivere innovazione, impresa e società. Voluto da Giannino Marzotto, fa parte delle attività promosse da Associazione Progetto Marzotto, fondato nel 2010 proprio da Giannino.
Il Premio, che ha una durata decennale, vuole contribuire a creare una piattaforma dell’innovazione italiana e le condizioni ambientali per un cambio di paradigma, sostenendo la nascita di nuova impresa in Italia. Un percorso sempre più nell’ottica dell’open innovation e di un processo di internazionalizzazione, per una condivisione reale e costruttiva di saperi, visioni, modelli, rischi e benefici tra grandi aziende e giovani imprese innovative, all’interno di una rete sempre più globale.
Il termine per la presentazione delle proposte scade il prossimo 14 maggio.
Leggi anche: Bando Premio Gaetano Marzotto 2018
Intervista a Margherita Marzotto
Il Premio è ispirato alla figura di Gaetano Marzotto, imprenditore di riferimento del Novecento italiano, che ha saputo unire impresa e società, cultura e territorio.
Da quest’anno Presidente dell’Associazione è Margherita Marzotto, StartupItalia! le ha rivolto alcune domande.
Chi era Gaetano Marzotto e quali aspetti della sua attività vi hanno spinto a dedicargli un Premio riservato alle imprese innovative?
Gaetano Marzotto nel testamento sintetizza la sua scelta con queste semplici parole: “Mio padre mi ha lasciato più ricco di quanto fosse necessario per vivere bene e per questo mi sono battuto per un benessere diffuso”. Egli credeva fermamente che il tesoro di un’impresa fosse in primo luogo la sua forza lavoro e dedicò grande impegno non solo allo sviluppo della sua azienda, ma a creare condizioni di maggior benessere per la comunità dei lavoratori.
Già dal 1935 diede avvio a quella che fu poi chiamata la Città Sociale di Valdagno, una rete di strutture e servizi dedicati ai lavoratori e alle loro famiglie: scuole, centri sportivi e culturali, case di riposo per gli anziani e perfino strutture per rendere possibili le vacanze, che all’epoca erano privilegio di pochi. Tutto ciò scaturiva da uno spirito innovativo e visionario, al contempo calato nei problemi del suo tempo e rivolto al futuro. Mio padre Giannino condivideva profondamente questa idea dell’impresa e del ruolo sociale dell’imprenditore e ha voluto rivolgersi ai giovani con l’intento di sostenerne le capacità e lo spirito d’innovazione. Progetto Marzotto, ideato e da lui promosso, seleziona infatti chi eccelle nell’impegno e nella visione e contribuisce così all’innovazione e al miglioramento della società. Crea un’importante opportunità per tutti coloro che, con le proprie forze, si giocano la vita con coraggio e passione. Giannino ha voluto rendere omaggio col pensiero e col cuore alle scelte etiche di suo padre. Come non condividerlo?
In foto: Giannino Marzotto
Ci sono due categorie: una rivolta alle aziende già strutturate, l’altra alle nuove imprese. Quali sono i requisiti per partecipare e quali sono i premi?
In palio oltre 2 milioni di euro in premi in denaro e in mentorship, grazie a un ampio e qualificato network di partner internazionali, tra i quali Amazon, Accenture, Cisco, Engineering, EY, Invitalia, Italcementi, Microsoft, Repower, UniCredit, che fanno di Premio Gaetano Marzotto la competition di riferimento per l’innovazione in Italia. E’ possibile partecipare all’ottava edizione del Premio applicando, entro la mezzanotte del 14 maggio 2018, tramite la nostra piattaforma, scegliendo di concorrere, in base ai propri requisiti, a uno dei due bandi, a quello che si reputa più idoneo (la partecipazione a un bando, preclude di concorrere per l’altro; è gratuita e in lingua inglese, per maggiori informazioni: www.premiogaetanomarzotto.it): il primo, Premio per l’impresa, è destinato alle imprese innovative con o un fatturato di almeno 100 mila euro o un partner industriale o finanziario che ne attesti il valore, fatta eccezione per le società dell’health care che hanno modalità e tempistiche di sviluppo proprie; 300 mila euro il grant messo in palio per il vincitore da parte di Progetto Marzotto, oltre a una mentorship offerta dal CUOA – Business School e la possibilità di essere selezionati dai nostri partner per i Premi Speciali, tra cui il percorso di open innovation Fast Track sostenuto da corporate come illycaffè, Orange 1 Holding, QVC Italia, Santa Margherita Gruppo Vinicolo, SANTEX RIMAR GROUP, Selle Royal Group, Zcube – Zambon Research Venture.
Il secondo, Premio dall’idea all’impresa, è rivolto a persone fisiche, team di progetto e startup, e prevede un grant di 50 mila euro per il vincitore da parte di Progetto Marzotto, oltre a una mentorship offerta dal CUOA – Business School e la possibilità di essere selezionati dai nostri partner per i Premi Speciali e per i 32 percorsi di affiancamento messi in palio dagli incubatori, dagli acceleratori e dai parchi scientifici e tecnologici che ci supportano da tutta Italia.
Da chi saranno valutati i progetti, e quali sono i criteri che la giuria utilizzerà per esaminarli?
Ognuna delle 15 categorie di concorso ha una giuria dedicata. Sono oltre 100 i valutatori ogni anno coinvolti tra imprenditori, giornalisti, esperti di innovazione, rappresentanti del mondo della finanza, dell’economia e dell’università. Nella logica della massima trasparenza e competenza, solo per il Premio per l’impresa impegniamo 42 valutatori nel Comitato di Selezione presieduto da Emil Abirascid, per le prime due tornate di screening, per individuare una prima rosa di finalisti che la Giuria, presieduta da Diana Saraceni, andrà a incontrare. Mentre per il Premio dall’idea all’impresa affidiamo ai 32 partner del Network Incubatori e Parchi Scientifici e Tecnologici, presieduto da Federico Barilli, il primo screening, per individuare la shortlist da sottoporre alla Giuria presieduta da Salvatore Majorana. Ma poi, ogni Special Prize ha la sua commissione. Quanto ai criteri, il Premio è ispirato alla figura di Gaetano Marzotto, imprenditore di riferimento del Novecento che ha saputo unire impresa e società, cultura e territorio. Oltre quindi all’entità dell’impatto sociale, culturale e ambientale che andranno a generare, i progetti dovranno rispondere per innovazione, originalità, capacità di riscontrare i bisogni del mercato, livello di competitività, capacità di sviluppo economico e finanziario, evidenza del vantaggio strategico e soprattutto competenza del team. Fattore quest’ultimo su cui si gioca la differenza.
I progetti devono essere basati principalmente in Italia, e, tra le finalità, c’è quella – notevole – di creare occupazione. Quali sono, a suo giudizio, i settori in cui c’è maggiormente bisogno di innovazione nel nostro Paese?
L’Italia ha una grande tradizione nei settori della moda, del design e del cibo. Questi ambiti del Made in Italy hanno una grande capacità di produrre innovazione se sono messi a contatto con le idee giovani e le startup. Abbiamo bisogno di tecnologia, di digitale e di sviluppo della sostenibilità. Allo stesso modo penso che i settori della meccanica, farmaceutica e aeronautica siano in Italia molto interessanti e da indagare per le nuove imprese.
Infine, uno sguardo all’interno delle aziende. Il Premio è un ottimo osservatorio sulle imprese innovative: cosa manca alle nostre startup per crescere e fare il salto di qualità a livello internazionale?
La collaborazione con le grandi aziende come con le PMI è fondamentale per i giovani. Spingiamo molto l’open innovation come modalità attiva e winwin, perché crea un dialogo proficuo per entrambi. Per crescere il nostro sistema ha bisogno di investimenti importanti, di parlare e pensare con un linguaggio internazionale. Troppo spesso rimaniamo legati a una dimensione locale. Dobbiamo portare le nostre idee all’estero, costruire ponti proficui con i grandi mercati americani e asiatici. Non fermarci alla crescita in Italia ma pensare al mercato mondiale, alle sue esigenze e dinamiche.
Ci auspichiamo che nel moltiplicarsi degli incontri con imprenditori di altri mondi si renda possibile un dialogo anche sulla questione della sostenibilità sociale nel lavoro d’impresa. Questo oggi sembra un’utopia… ma tutto cambia rapidamente, forse anche per il meglio.