A 18 mesi dalla nascita, il sussidio pentastellato ha prodotto risultati modesti, anche per colpa della pandemia. Da qui la decisione del Premier di creare un sistema informatico che velocizzi le pratiche
Dopo aver pressoché deciso l’abolizione di Quota 100, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, guarda all’altra principale e discussa misura economica del fu governo gialloverde: il Reddito di cittadinanza. “Voglio che una soluzione sia operativa entro sei mesi, il Reddito di cittadinanza in questo modo rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità ”, avrebbe affermato il premier, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera.
© Foto: Account Twitter Palazzo Chigi
Svolta digitale sul Reddito di Cittadinanza
La decisione è arrivata al termine di tre riunioni riservate che il Presidente del Consiglio ha tenuto insieme al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, il ministro dell’Innovazione Digitale, Paola Pisano e il presidente dell’Anpal, Domenico Parisi. La creazione dell’app che incroci domanda e offerta è un vecchio pallino proprio di Parisi, che già in passato aveva ventilato una soluzione di questo genere.
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Ora, lo strappo di Conte potrebbe accelerare le operazioni di lancio della piattaforma. Il Premier ha chiesto a Catalfo e Parisi di collaborare per creare un sistema informatico unico e nazionale, che possa aiutare i disoccupati a trovare lavoro e le aziende a selezionare i giusti profili tra i richiedenti.
© Nunzia Catalfo, Twitter
Un database unico e collegato
A sviluppare la app che colleghi a livello nazionale i sistemi delle Anpal regionali dovrebbe essere una task force, istituita direttamente dal Ministro Pisano. L’obiettivo della squadra verte sul progetto e lancio della struttura informatica entro sei mesi. La creazione del nuovo sistema, commenta Il Fatto Quotidiano, andrebbe probabilmente a modificare il decreto varato a marzo 2019 che ha previsto la creazione del Sistema informativo Reddito di cittadinanza. Cambierebbe dunque l’articolo 6 del decreto stesso, che ad oggi prevede “due apposite piattaforme digitali dedicate al Rdc, una presso Anpal, per il coordinamento dei centri per l’impiego, e l’altra presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per il coordinamento dei comuni, in forma singola o associata”.
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La necessità di una nuova formula
Stando ai numeri riportati dal Fatto, ad agosto su circa 3 milioni di beneficiari, poco più di un terzo era soggetto all’obbligo di sottoscrivere il patto per il lavoro, mentre erano solo 200mila i contratti firmati dai riceventi del Reddito di cittadinanza. Insomma, dati alla mano, la misura non sta aiutando come auspicato a trovare lavoro, anche al netto della pandemia che certamente ha congelato le assunzioni. Il rischio è che si stia verificando il temuto effetto boomerang: chi percepisce il sussidio è incentivato a non cercare un impiego.
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Proprio per rendere impossibile il rifiuto delle proposte di lavoro offerte per continuare a percepire l’assegno di sussistenza, Conte ha deciso la creazione dell’app unica nazionale. Per realizzare il progetto, verrà organizzata una gara e saranno cambiate, come detto, alcune norme – e forse alcune deleghe – della legge che ha istituito il Reddito di cittadinanza. È inoltre probabile, scrive il Corriere, che vengano introdotti incentivi per le imprese che dovranno iscriversi al nuovo sistema informatico.