Il presidente USA tuona: “Terminiamo nostre relazioni con l’Organizzazione Mondiale della Sanità”
Era solo questione di tempo prima che arrivassero altre sanzioni contro la Cina. Il presidente statunitense Donald Trump, alle prese con i risultati disastrosi della sua risposta di prevenzione al Coronavirus (i numeri parlano chiaro: oltre 1,7 milioni di contagi e 103mila decessi nel territorio dei 50 Stati), aveva infatti più volte minacciato di scatenare una offensiva commerciale come risarcimento per i presunti insabbiamenti di Pechino. Ma, non potendo dimostrare le accuse, è allora passato alle vie di fatto sfruttando uno dei tanti punti deboli del regime antidemocratico cinese: la costante e progressiva repressione delle libertà civili di Hong Kong.
Nuove sanzioni contro la Cina
«La Cina non ha garantito l’autonomia di Hong Kong come aveva promosso» ha dichiarato il presidente americano. Sulla base di questo, Trump ha annunciato immediate contromisure di natura economica: l’amministrazione USA comincerà ad attuare il processo per eliminare le esenzioni che conferiscono a Hong Kong un trattamento speciale e lo status di «hub finanziario».
Verrà poi stilata una nuova lista nera di personae non gratae, per usare il linguaggio delle diplomazie. Ovvero personaggi di spicco del governo cinese che non potranno più calpestare il suolo americano: «sanzioni contro i responsabili del partito comunista cinese ritenuti pericolosi: a loro sarà vietato l’ingresso negli Stati Uniti». Tra le misure annunciate c’è anche una stretta ai permessi per studenti cinesi nelle università americane: verranno cancellati i visti per migliaia di studenti e ricercatori.
Non è comunque mancato un attacco sul fronte dell’emergenza pandemica. Parlando della pandemia Trump ha annunciato che gli USA metteranno fine alla loro relazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Quindi ha aggiunto: «Molte persone sono morte e gravi danni economici sono stati causati per colpa di come la Cina ha interagito con la crisi del nuovo Coronavirus».
La Cina: a un passo dalla Guerra Fredda
La presa di posizione di Trump rischia ora di infiammare una situazione già sul punto del non ritorno. Parole molto dure erano già arrivate nei giorni scorsi dal governo di Pechino che aveva fatto intendere di non essere più disposto a tollerare altre illazioni, nuove accuse. La Cina e gli USA sono “a un passo da una nuova Guerra Fredda”: lo aveva detto il ministro degli Esteri Wang Yi, parlando in conferenza stampa a margine dei lavori della sessione parlamentare, spiegando che i due Paesi “non dovrebbero avere conflitti e cooperare in una logica win-win e di rispetto reciproco”. Allo stesso tempo, ha aggiunto, “gli USA devono rinunciare a voler cambiare la Cina e rispettare” la sua volontà di sviluppo della nazione. Ma quel che più teme il mondo ora, più che una nuova Guerra fredda, è una ennesima guerra commerciale, l’economia globale, KO per via del virus, non se lo può permettere.