Denuncia Apple per avergli copiato l’idea dell’iPhone, forte di un brevetto del ’92 del quale, però, ha perso la paternità perché non ha più pagato le tasse
Sicuramente negli uffici di Apple diventerà la barzelletta dell’anno. Un uomo della Florida ha appena citato in giudizio il gigante di Cupertino con una ragione piuttosto singolare: sostiene infatti di aver inventato lui, e non Steve Jobs e tutti i suoi collaboratori, il primo iPhone. E di averlo fatto addirittura 14 anni prima del lancio in commercio del melafonino, cioè nel 1992.
Le pretese di Thomas Ross
Thomas Ross, questo il nome, pretende ora una sommetta niente male: 10 miliardi di dollari di danni per il passato e le royalties sui diritti futuri. Per la precisione, l’1,5% del totale delle vendite. PIù o meno 3,5 miliardi di verdoni all’anno. A suo avviso Apple avrebbe “rubato” il suo progetto di “dispositivo di lettura elettronica”. Questo stando almeno al Telegraph, che ha visionato una copia della citazione.
Una registrazione vecchia di 24 anni
Ross dice di aver registrato il brevetto proprio nel 1992 e di aver allegato alla citazione alcune immagini del disegno. In realtà in quel progetto c’è un po’ di tutto, dalle celle solari a un’“antenna per la telefonia cellulare” nonché il supporto a Ms Dos, l’allora sistema operativo Microsoft, passando per un microfono “opzionale”, così come gli speaker. Insomma, anche tante caratteristiche che l’iPhone non ha mai offerto, compreso un tastierino fisico.
Ma non ha pagato le tasse, quindi #ciaone
Le speranze di Ross sono al massimo di tipo comunicativo: forse riuscirà a spillare qualche intervista o a farsi notare, chissà quali sono davvero i suoi obiettivi. A parte la vaghezza del brevetto, in realtà l’uomo non ne possiede più la paternità perché nel corso degli anni non ha regolarmente pagato le tasse collegate. Tanto che l’Ufficio brevetti statunitense ha classificato quella vivace visione d’inizio Nineties come “abbandonato” già nel 1995. Peccato.