A Guido Magrin, Luca Iozzia e Roberto Salamina piace dire che il loro software può dare i “super poteri” agli operatori sanitari. La startup Teicare infatti, è nata per portare sul mercato un software basato sull’intelligenza artificiale che migliora il lavoro all’interno delle Residenze sanitarie assistenziali
Difficile oggi non sapere cosa sia una RSA (Residenze sanitarie assistenziali), cioè quelle strutture extra-ospedaliere che si prendono cura delle persone anziane, anche affette da gravi patologie. Diventate tristemente famose durante l’emergenza Covid-19. Le RSA erano però nei pensieri di Guido Magrin, Luca Iozzia e Roberto Salamina ben prima che il Sars-Cov2 facesse la sua comparsa. I tre giovani startupper infatti, nel gennaio del 2018, hanno fondato Teiacare, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni che potessero implementare la trasparenza all’interno delle RSA. Così è nato Ancelia, un sistema operativo basato sull’intelligenza artificiale.
La tecnologia per risolvere problemi
L’idea di sviluppare un software per implementare la trasparenza all’interno delle RSA nasce in realtà dall’esperienza personale di Guido Magrin, Ceo di Teiacare, il cui nonno aveva avuto una serie di complicazioni all’interno di una RSA. E dal progetto di ricerca che Luca Iozzia, CTO di Teicare, stava portando avanti con il suo dottorato in ingegneria biomedica. Prodotto che si è evoluto fino a diventare la tecnologia alla base di Ancelia. “Stavo sviluppando una soluzione basata su una telecamera per rilevare i parametri fisiologici, come frequenza cardiaca e respiratoria” spiega Luca Iozzia. “Si chiamava Heartwatch e doveva servire per monitorare i pazienti con problemi cardiaci”.
Da lì poi il classico percorso della startup: “Siamo partititi dal mercato socio assistenziale invece che dalla tecnologia” continua Luca. “Abbiamo analizzato le problematiche del settore, anche in base all’esperienza del nonno di Guido e cercato di capire come usare la tecnologia all’interno delle RSA”.
Nel frattempo, prima della fondazione di Teicare è salito a bordo anche Roberto Salamina, CMO di Teicare. Oggi la startup ha un team di 10 persone e ha raccolto circa 2 milioni di euro di funding. Da investitori privati, business angel italiani e internazionali (francesi, tedeschi, britannici) e da fondi di investimento provenienti dalla Spagna, Hong Kong e Italia.
I tre livelli di trasparenza
Ancelia al momento fornisce trasparenza su due livelli: tra operatori sanitari e tra direzione e operatori sanitari. E il team sta implementando il software in modo da aumentare la trasparenza anche tra la struttura residenziale e la famiglia: il terzo pilastro su cui si fonda l’idea originale del progetto.
Sono questi i tre ambiti in cui, secondo Guido, si può verificare una mancanza di trasparenza. “Spesso un operatore sanitario non sa cosa stanno facendo i colleghi – spiega – ed è un problema. Oppure il management potrebbe non essere a conoscenza del lavoro degli operatori, a discapito della qualità assistenziale, perché è la direzione la mente che dovrebbe coordinare i turni, assumere qualcuno in più se serve ecc. Se non sono a conoscenza di eventuali problemi o di come lavorano non possono intervenire. Infine è di massima importanza la trasparenza con la famiglia, per dimostrare che la struttura si sta prendendo cura dei residenti”.
I “super poteri”
Il softaware attuale utilizza sensori ottici (non una telecamera, precisa Luca “perché lede la privacy ed è invasiva”) per rilevare un video che viene analizzato in maniera automatizzata da algoritmi. Il tutto gira dentro i computer della residenza e nessun dato esce mai da lì. A questo punto si ha una biforcazione: “C’è una componente in tempo reale che è in mano agli operatori sanitari. Hanno una app su tablet o smartphone che li avvisa con una notifica sullo stato dei residenti” aggiunge Guido.
Per esempio, potrebbero ricevere un avviso se una persona segnalata come fragile si sta alzando dal letto da solo. A quel punto uno degli operatori sanitari vede la notifica e va ad aiutarlo per evitare che si faccia male o cada. O per fare qualche altro esempio, l’app potrebbe segnalare un residente che è immobilizzato da molto tempo e rischia di sviluppare piaghe da decubito; o un altro che si è alzato ma non è ancora tornato dopo molto tempo e potrebbe essere caduto. “Ci piace pensare che questa componente in tempo reale dia in un certo senso i ‘super poteri’ agli operatori sanitari, che con questo strumento amplificano le loro capacità di prendersi cura dei residenti” precisa il CEO di Teicare.
Gli altri due pilastri
Il secondo servizio di Ancelia è quello di business intelligence, a beneficio della direzione. Si tratta di una serie di dati, raccolti in forma aggregata su un pannello di controllo, che possono essere analizzati dal management. Per esempio possono dare informazioni su quanto successo in RSA durante la notte appena trascorsa o durante l’ultimo mese. Oppure possono essere sfruttati per confrontare nuclei di operatori all’interno della stessa RSA o strutture differenti fra di loro, in mano alla stessa direzione, per capire quale lavora meglio e perché.
Infine la terza componente su cui Teicare sta lavorando al momento. “La famiglia spesso richiede informazioni per sapere come sta il proprio parente ricoverato in RSA, ma sono soggettive” sottolinea Guido. “Parliamo di persone che possono essere affette da patologie neurodegenerative anche gravi. E può capitare che durante una visita raccontino ai parenti che non stanno bene o il personale non si prende cura di loro. Ma come fare a sapere se è vero? Il compito di Ancelia sarà proprio quello di registrare che cosa fanno gli operatori sanitari in modo da mostrarlo ai parenti”.
Effetto Covid
Al momento il prototipo del software è già stato sviluppato ed è usato da diverse RSA in Italia. Lo scorso febbraio era previsto anche il lancio in Spagna – dove ci sono buone opportunità per il prodotto trovandosi lì anche investitori importanti di Teicare – ma l’arrivo di Covid ha costretto gli startupper a una momentanea sospensione. Di contro però la pandemia ha portato a un’ulteriore evoluzione del prodotto, che ora, per esempio, è anche in grado di tracciare e limitare i contatti. “C’era una potenziale parte di prodotto che era nei nostri piani di sviluppo – spiega Luca – e che Covid ha accelerato”.
Non solo RSA
Il futuro invece sarà anche fuori dalle RSA. Il softaware infatti è adatto anche ad altri ambiti, come il domiciliare stretto sempre legato all’anziano, ma anche l’ospedale. Altra struttura in cui spesso possono verificarsi problemi di trasparenza nella gestione del lavoro o nella presa in carico del paziente. “Sono problemi trasversali – conclude Guido – siamo partiti dalla RSA per motivi personali e di mercato, ma anche perché in Italia sono strutture al 99% private. Il che ha facilitato la diffusione di Ancelia, perché ci ha permesso di saltare quella la via più farraginosa delle strutture pubbliche, fatta di gare e burocrazia”.