Altro mese da dimenticare. I consumi sono scesi del 64,9% sul 2019, in netto peggioramento rispetto al -24,7% di ottobre. E ora si teme che il lockdown di Natale sia la “mazzata finale” per molte attività economiche
“Quella di novembre è una situazione drammatica, che si era già andata delineando con i dati peggiorativi di ottobre, ma che assume contorni foschi nel mese di novembre, come conseguenza della stretta governativa sulle chiusure dei negozi nei centri commerciali e degli orari ridotti nei centri storici”. Così l’Osservatorio permanente Confimprese – EY, commentando i dati sul consumo nel mese passato. Gli analisti fanno notare che oltre all’arresto dei consumi preoccupano “le aspettative di un futuro a tinte nere”.

Confimprese: mese da dimenticare
Come era desumibile secondo tutti gli indicatori economici, la perdita dei canali fisici del mese di novembre è del -64,9%. Si tratta di valori peggiori di quanto registrato in maggio. Nelle categorie merceologiche l’andamento peggiore è quello dell’abbigliamento con – 71,7%, seguito dalla ristorazione con -65%. In netto peggioramento a -40,1% anche il non food, che nei mesi precedenti, complici le moderate restrizioni sul settore, dava segni di migliore tenuta (sempre negativa) rispetto ad abbigliamento e ristorazione.

La situazione più allarmante, sottolinea l’Osservatorio permanente Confimprese – EY, è su centri commerciali e outlet in profonda crisi con -74,5% complessivo, a testimonianza che le chiusure nel week end hanno affondato i consumi, solo aprile aveva fatto peggio con -98,4%, mentre i dati del periodo giugno – settembre per i centri commerciali aveva dato qualche speranza con un risultato, sia pure negativo, del – 22,1%. Il progressivo anno dei centri commerciali si attesta a -39,6%, con l’ovvia conclusione che nemmeno in dicembre si potrà sperare in un’inversione di tendenza, stante il perdurare delle chiusure negli week end. Non è una sorpresa che anche le high street siano ferme a – 46,5% con una svolta negativa per i centri minori a -54,1%. Anche in novembre, dunque, non solo si conferma la sofferenza già registrata nei mesi scorsi dei centri città , ma si assomma anche quelle dei negozi di periferia colpiti dalle divisioni in zone rosse, arancioni e gialle del Paese. E ora si teme il colpo di grazia finale rappresentato dal lockdown delle feste di Natale.