Tagli nelle testate “Daily Mirror”, “Daily Express”, “Daily Star” e “Ok!” Licenziamenti anche nella BBC
Il Coronavirus aggredisce anche i settori della comunicazione e dell’editoria. La conferma arriva sia dall’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che nel suo ultimo approfondimento getta ombre inquietanti sul futuro del settore in Italia, sia da quanto sta già accadendo in Gran Bretagna dove, non essendo previsti i blocchi sui licenziamenti imposti per esempio dal legislatore italiano, gli editori hanno già iniziato a tagliare posti di lavoro lasciandoci forse intravedere cosa potrebbe accadere nel nostro Paese quando il divieto ex lege verrà meno.
Le ricadute del Covid in Italia sul settore delle comunicazioni
La pandemia nel settore delle comunicazioni comporterà perdite, solo nel 2020, «stimabili tra i 4 e i 6 miliardi». Lo afferma l’Agcom nel suo approfondimento «Le comunicazioni nel 2020». In particolare, l’Autorità prevede un valore complessivo del settore delle comunicazioni che potrebbe scendere a fine 2020 al di sotto dei 50 miliardi di euro, con una perdita rispetto al 2019 dai 3 ai 5 miliardi, corrispondente a una variazione compresa tra il -6% e il -10 per cento.Guardando, dunque, a quello che avrebbe potuto essere l’andamento complessivo del sistema delle comunicazioni nel 2020 in assenza dell’evento congiunturale, l’effetto negativo prodotto dall’epidemia, precisa l’Agcom, è stimabile tra i 4 e i 6 miliardi.
In Gran Bretagna già 1000 licenziamenti
Spostandoci oltre Manica, Reach, l’editore che possiede i due storici tabloid Daily Mirror e il Daily Express (filo laburista l’uno, filo brexiteer l’altro), nonché testate sensazionalistiche come Daily Star e Ok!, ha prospettato 550 esuberi per far fronte all’ulteriore calo delle vendite registrato durante il lock down. Il calo iniziato «già prima della pandemia», ha avuto un impatto sui ricavi pari al 30% nel secondo trimestre del 2020. Nei giorni scorsi, la BBC aveva annunciato a sua volta una riduzione di 450 persone del suo staff nelle sedi regionali britanniche, motivando la decisione alle perdite per Covid.