Dal primo colloquio sino all’assunzione, l’esperienza positiva del lavoratore è di fondamentale importanza per l’intero andamento aziendale
A mantenere i dipendenti legati a un’azienda sarebbe l’esperienza vissuta sul posto di lavoro. E nonostante siano oltre 500 mila gli italiani – secondo i dati condivisi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – ad aver lasciato volontariamente il posto di lavoro durante il terzo trimestre dello scorso anno, un recente rapporto dell’Istat ci dice che il tasso di occupazione nella nostra penisola è stabile al 59% mentre il numero dei disoccupati cala al 9%.
Sull’argomento è Silvia Orlandini, People & Culture Manage di Reverse – società che offre alle aziende servizi di headhunting e consulenza HR -, a commentare: “L’Employee Experience (EX) consiste letteralmente nell’esperienza che il lavoratore vive sul posto di lavoro. Sembra banale ma non lo è affatto e le aziende non possono permettersi di sottovalutarlo o semplificarlo. Rendere piacevole ogni fase del percorso che il lavoratore vive in azienda, dal primo colloquio, all’assunzione fino alle relazioni con i colleghi e la dirigenza, è fondamentale per l’andamento aziendale. L’Employee Experience, inoltre, applica al mondo delle risorse umane tutte quelle metodologie e quelle logiche che consentono di realizzare prodotti e servizi di successo”.
Infatti, Great Place to Work Italia ha da poco pubblicato la classifica Best Workplaces Italia 2022 che celebra i 60 migliori luoghi di lavoro sul nostro territorio eletti grazie ai pareri di oltre 94 mila dipendenti: da American Express ad Auditel e Hilton, le realtà presenti nel ranking si distinguerebbero per la crescita di fatturato e la maggiore media di Trust Index, appunto un indice del livello di fiducia in azienda.
La felicità e il benessere migliorano le performance
La qualità dell’ambiente di lavoro quindi, ricadrebbe positivamente sulla soddisfazione di ogni dipendente: “Se aumentano la felicità, il senso di appartenenza, il benessere come conseguenza diretta arriva il miglioramento della performance. E inoltre la persona sarà meno propensa a cercare una nuova opportunità lavorativa” spiega Orlandini e conclude “Molte aziende fanno ancora l’errore di pensare l’ufficio risorse umane come la funzione che si limita ad assumere e licenziare i dipendenti, e per questo sono restie ad investire budget e risorse in attività, benefit e tecnologie che possano gratificare i dipendenti e agevolarne il lavoro. HR non è solo inizio e fine vita ma è cura e sviluppo. Infine, sicuramente è importante indagare riguardo i bisogni dei dipendenti e le loro necessità, per esempio, anche attraverso semplici questionari. Stiamo andando verso una concezione del lavoro sempre più per obiettivi, abbandonando la logica del cartellino da timbrare ed è importante che le aziende ne prendano atto quanto prima se vogliono efficientare la propria produttività e consolidare la propria crescita”.
Dagli investimenti in ambito tecnologico alla parità di genere, ecco 7 consigli di Reverse per farsi amare dai dipendenti ed evitare di “offrirli” alla concorrenza:
1. Investire in tecnologia
Non fornire strumenti più obsoleti di quelli che i dipendenti utilizzano nella quotidianità. E’ importante che i lavoratori si sentano perfettamente a proprio agio con gli strumenti messi a disposizione dall’azienda, e anzi ne vadano fieri.
2. Lavorare per obiettivi
Impostare il metodo di lavoro condividendo la strategia aziendale e legando gli obiettivi del singolo al contributo che questi portano alla mission aziendale. Non è un’impresa semplice e serve un lavoro preliminare importante per preparare il terreno. Soprattutto è fondamentale la preparazione di manager e team leader.
3. Essere “coach” anziché “capo”
Creare tra “capo” e “dipendente” un ruolo di fiducia e di confronto, evitando invece che si instauri un rapporto basato sul timore. Senza eccedere e arrivare alla mancanza di gerarchia, perchè fornire una guida ai giovani rimane importante, ma rispetto al passato sono cambiate le dinamiche di questo rapporto.
4. Chiedere feedback ai dipendenti
È buona abitudine conoscere e farsi domande riguardo i bisogni dei propri dipendenti, somministrando periodicamente questionari di soddisfazione, e ascoltare le persone, creando momenti di confronto face to face tra manager e collaboratore dove potersi confrontare e impostare obiettivi di miglioramento.
5. Creare luoghi di lavoro belli e flessibili
Grazie alla tecnologia oggi possiamo lavorare da ovunque. Però non viene a mancare del tutto la presenza in ufficio, ovviamente. Creare posti di lavoro diversi, più stimolanti, allontanandosi dalle postazioni fisse è ormai una dinamica comune. E’ importante gestire questo nuovo ufficio in maniera oculata per dare nuove possibilità senza creare disagi.
6. Sostenibilità ambientale, sociale e di governance
Sempre più i dipendenti tendono a scegliere di lavorare in aziende che esplicitano i propri valori. I giovani per esempio spesso fanno domande in merito già al primo colloquio. E’ un trend incredibilmente in crescita, impossibile per le aziende ignorarlo.
7. Favorire la parità di genere
Mettere in campo azioni come la parità retributiva e di accesso ai ruoli dirigenziali. Importante è anche inserire orari di lavoro flessibili per rendere più semplice ed equilibrata la gestione familiare. Il tema è molto ampio, ma anche poche azioni concrete fanno la differenza.