Uomini e donne potranno avere lo stesso stipendio a parità di lavoro nel 2049, se donne, Stato e trasformazione digitale faranno la loro parte. La fotografia del report Getting to Equal 2017 di Accenture
Se l’Italia saprà adottare il digitale in ambito lavorativo e le donne sapranno diventare abbastanza abili nei settori tecnologici, nel 2049 si potrebbe colmare cosiddetto gender pay gap, ovvero il divario tra i salari di uomini e donne a parità di lavoro. Se questa data vi sembra lontana, sappiate che senza un adeguata spinta tecnologica e senza un sostegno da parte dello Stato e del mondo accademico, il divario si colmerà molto più tardi: nel 2091. La fotografia l’ha scattata la società di consulenza Accenture nella sua ricerca “Getting to Equal 2017” appena rilasciata. Il report ha analizzato a livello mondiale la situazione accademica e lavorativa di oltre 28.000 soggetti di entrambi i sessi, inclusi studenti universitari, in 29 Paesi, di tutte le fasce di età.
Un gradino tra donne e uomini
A livello mondiale, dice lo studio, per ogni 140 dollari guadagnati da un uomo, una donna ne guadagna mediamente 100. Non solo: le probabilità che hanno le donne di ottenere un lavoro retribuito sono molto inferiori rispetto agli uomini: la percentuale è del 50% contro il 76%. Se prendiamo in considerazione questo aspetto, il divario, di fatto, aumenta.
Accenture ha calcolato il divario retribuito “nascosto”: ogni 100 dollari guadagnati da una donna ne corrispondono 258 ottenuti da un uomo.
In Italia, per ogni 100 dollari guadagnati da una donna un uomo ne guadagna mediamente 131. Il divario retributivo italiano è inferiore a quello delle colleghe inglesi (131 contro 161), francesi (131 contro 135), e tedesche (131 contro 160).
Tre elementi per chiudere il gap
Secondo la ricerca, chi ha avviato la propria carriera universitaria negli ultimi anni e si laureerà nel 2020 avrà maggiori opportunità di godere di parità retributiva rispetto ai millennials di oggi. Tuttavia ci sono delle condizioni purché questo avvenga: tre fattori chiave. Il primo è la “Digital Fluency” ovvero il livello di adozione del digitali sugli ambiti lavorativi e il loro utilizzo per la formazione. In secondo luogo, le donne dovranno essere più “proattive” nel costruire il proprio percorso di carriera. Accenture parla di “puntare in alto”, che si potrebbe tradurre con il celebre “Lean In” di Sheryl Sandberg, cioè farsi avanti, “sedersi al tavolo”, alzare le mani per fare domande. L’ultimo punto è l’immersione tecnologica, cioè l’opportunità di acquisire competenze digitali che non siano mai da meno rispetto a quelle degli uomini. Questi tre elementi devono essere accompagnati da un forte sostegno da parte dello Stato e del mondo accademico, nonché dalle imprese, nelle quali le donne sono ancora meno della metà (e non fanno eccezione le startup innovative). In presenza di questi elementi, secondo la ricerca, nei mercati maturi si potrebbero eliminare le differenze salariali entro il 2044, con 36 anni di anticipo rispetto al previsto. Nei mercati emergenti, invece, l’anticipo potrebbe addirittura superare i 100 anni, garantendo così il raggiungimento dell’uguaglianza salariale entro il 2066, anziché nel 2168.
I Paesi che sono stati interessati dalla ricerca completa sono: Argentina, Australia, Austria, Brasile, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Grande Cina (con Hong Kong e Taiwan), India, Irlanda, Italia, Messico, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svezia e Svizzera. Il sondaggio ha coinvolto anche Arabia Saudita, Emirati Arabi, Filippine, Indonesia e Malesia.