Proseguono i licenziamenti tra le tech company americane e non solo. L’ultima in ordine di tempo a tagliare sul personale è Instacart, che ha informato gli investitori di aver mandato a casa 250 persone, pari al 7% delle risorse interne. Su StartupItalia seguiamo l’argomento layoff dal 2023, da quanto le Big Tech in primis – seguite da scaleup e startup – hanno deciso di dare il via all’anno dell’efficienza (copyright Mark Zuckerberg). Dopo il periodo della pandemia, con il consumo massiccio di servizi digitali dovuti ai lockdown, la nuova normalità – fatta di inflazione e incertezze globali – ha spinto le società a fare economia per mantenere stabili le prospettive di crescita.
Che cosa fa Instacart
Per chi non la conoscesse, Instacart è una società americana quotata in Borsa che offre un servizio di consegna di generi alimentari. Fondata nel 2012, permette agli utenti di fare la spesa online: i cosiddetti Shopper, lavoratori indipendenti rispetto alla società , vanno nei supermercati e consegnano gli acquisti direttamente all’indirizzo del cliente entro un orario prestabilito. In sostanza, un modo per far fare la spesa a qualcun altro. Nel quarto trimestre del 2024 Instacart ha registrato un fatturato di 803 milioni di dollari, in lieve calo rispetto alle aspettative degli analisti.
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Licenziamenti: qual è la situazione
Come vi abbiamo detto nel 2023 i licenziamenti sono stati uno degli argomenti più dibattuti rispetto alle Big Tech. Più di 240mila persone hanno perso il lavoro lo scorso anno. Fino al termine del primo semestre la situazione in termini di numeri è rimasta complessa: a maggio decine di società hanno licenziato oltre 56mila dipendenti; nella seconda metà dell’anno l’ecosistema si è come riassestato, senza che peraltro nessuno parlasse di crisi delle Big Tech. A gennaio 2024 i licenziamenti in Microsoft, Paypal e Google sono tornati a impensierire, soprattutto i chi lavora nel settore. Il primo mese dell’anno si è chiuso con quasi 45mila licenziamenti.
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