L’isolamento internazionale sta strozzando l’economia di Mosca
Secondo l’agenzia Fitch la Russia sarebbe a rischio imminente di default. L’isolamento internazionale imposto a Mosca dopo la decisione di Putin di invadere l’Ucraina ha avuto un effetto imponente sull’economia del paese. Le principali Big Tech hanno bloccato vendite di prodotti e servizi; e così hanno fatto Visa e Mastercard; il rublo è crollato e negli ultimi giorni si è parlato pure di un’ipotesi disconnessione web da parte di Mosca (ne abbiamo discusso in questa intervista con un esperto). Sono passate quasi due settimane dall’avvio dell’operazione militare speciale contro Kiev e, come ripetono molti osservatori, non è certo che Putin abbia previsto una situazione simile. In attesa di capire quali saranno i prossimi sviluppi, a cominciare dai corridoi umanitari e dalla messa in sicurezza di tutti i civili che ancora stanno rischiando la vita, passiamo in rassegna alcuni dei casi più noti di Stati falliti.
Argentina
Per la nostra ricerca ci siamo affidati ai numeri della piattaforma giornalistica True Numbers. Il caso argentino risale al 2014 ed è ancora vivo nella memoria dell’opinione pubblica internazionale. Come si legge su Limes, l’allora governo guidato da Cristina Fernández de Kirchner non riuscì a trovare un accordo con i fondi creditori contrari a una ristrutturazione del debito. Calcolati 1,33 miliardi di dollari da versare in un’unica trance. Il paese sudamericano ha vissuto gli ultimi decenni in condizioni instabili dal punto di vista economico. Due anni fa, nel pieno della pandemia, si è tornato a parlare di default per l’Argentina, l’ennesimo di una lunga catena avviata nel 2001, con uno dei più grandi default della storia (82 miliardi e 268 milioni di dollari).
Germania
Oggi locomotiva d’Europa, la Germania è stata per molto tempo il malato del vecchio continente. E non ci riferiamo soltanto alle condizioni del paese all’inizio del nuovo millennio. Tra la fine della Prima e l’inizio della Seconda Guerra Mondiale Berlino visse anni drammatici. Gli storici hanno sottolineato il carattere punitivo della pace inflitta alla Germania e ai paesi sconfitti nella Grande Guerra, misure che alimentarono lo scontento nella popolazione, creando un terreno fertile per l’emergere del nazionalsocialismo. Di mezzo ci fu anche la crisi del ’29, che investì il vecchio continente e l’allora Repubblica di Weimar. Emblematiche le fotografie di bambini che fabbricano aquiloni con banconote ormai svalutate dall’iperinflazione.
Il caso Grecia
Nel 2009 la Grecia si rese conto di sedere su una polveriera. Come ha ricostruito l’AGI in questo approfondimento, il paese registrava un deficit al 12,7% e il debito pubblico pesava 300 miliardi di euro. Atene evitò sì il default dopo una negoziazione con i creditori, ma ancora oggi il paese fa i conti con povertà e precarietà tra le famiglie. A distanza di anni, diversi osservatori hanno imputato buona parte delle responsabilità del governo greco alle scelte fatte in occasioni delle Olimpiadi del 2004. Il budget da 15 miliardi di euro venne ampiamente sforato, dando il via a spese fuori controllo.
Russia: e ora?
Chiudendo sulla Russia e sul rischio default, negli ultimi giorni Mosca ha comunicato che le sanzioni peseranno anche sul pagamento delle obbligazioni. Come ricorda la BBC, se il paese non riuscisse a onorare i propri debiti come stabilito, si genererebbe una situazione di insolvenza come non accadeva dai tempi della rivoluzione bolscevica.