Un prof content creator, che sfrutta il web per parlare a milioni di “alunni”. «Ma la mia lezione non si riduce a quell’esperimento che poi pubblico sui social».
Nella settimana che segna il ritorno a scuola per milioni di studenti, su StartupItalia iniziamo un viaggio per raccontare i protagonisti: studenti, insegnanti, presidi, genitori. Ma lo facciamo – come è ormai nostro stile – raccontando storie visionarie e innovative. Storie coraggiose e plurali. Storie di quelle persone in grado di fare la differenza. Ecco tutti i protagonisti della nuova riapertura della scuola nella nostra programmazione speciale. Buona lettura e buon viaggio!
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«Un tempo la povertà di opportunità faceva aguzzare l’ingegno. Il problema di questa generazione è con tutte le opportunità a portata di smartphone è meno spinta a cercarsi le soluzioni». Vincenzo Schettini è professore di fisica in un istituto superiore in provincia di Bari e da anni è tra i docenti più apprezzati e seguiti sui social. Il suo profilo TikTok LaFisicaCheCiPiace ha superato il milione di follower: con video brevi di esperimenti si è conquistato uno spazio, parlando di cose serie utilizzando uno stile comunicativo diretto. Il materiale è in buona parte registrato durante le sue lezioni, mentre spiega agli alunni un argomento del programma scolastico. «Ma la mia lezione non si riduce a quell’esperimento che poi pubblico sui social – ci racconta -. Oltre al mio lavoro da insegnante, dal 2017 ogni venerdì faccio sempre lezioni di fisica su YouTube. Su TikTok condivido un pezzo che può entusiasmare o insegnare». Docente part time, Schettini rappresenta una categoria di professionisti che sta evolvendo e che anche nella scuola guadagna voce in capitolo. «La mia vita è complicata: non si capisce che c’è un sacrificio immenso dietro al lavoro del content creator».
Come spesso capita a chi è immerso in un settore – ad esempio, il digitale – è più facile percepirne le controindicazioni di un utilizzo eccessivo. Vincenzo Schettini in uno dei suoi ultimi video prima delle vacanze estive ha suggerito agli alunni di abituarsi a staccare dal cellulare. «I ragazzi devono capire l’importanza di entrare in un altro mondo, e non mi riferisco a quello digitale». Da tempo i suoi contenuti martellano sulla lettura dei libri. «Questa è una generazione che ama i manga. E allora perché non potenziare questo amore? Leggere deve affiancarsi all’abitudine scolastica e diventare una azione efficace per integrare quello che si fa in classe. Dopo che il prof ha spiegato un giovane oggi tendenzialmente cerca online, ma può essere rischioso. Molto spesso non aprono nemmeno i libri di testo ed è un tragedia. Si passa da quello che fa il prof all’online, saltando un pezzo fondamentale. Se leggi potenzi un’abitudine».
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In effetti non è raro trovare manga nelle classifiche dei libri più venduti. Gli ultimi numeri presentati al Salone del Libro di Torino riferiscono di oltre 10 milioni di lettori di fumetti (tra cui anche manga) nel 2022 in Italia, con una crescita del 17% rispetto all’anno precedente. L’importante è leggere in un Paese in cui buona parte della popolazione non apre neanche un libro all’anno è fondamentale partire dai contenuti per attirare l’attenzione, seminando soprattutto tra i giovanissimi. Molto possono le famiglie e il contesto in cui si cresce, ma altrettanto possono i docenti. «Oggi tutti comprendono che c’è bisogno di ampliare la comunicazione tra ragazzi e prof. Ci si è resi conto che purtroppo molti colleghi, per mancanza di tempo, concentrano l’azione educativa soltanto sullo spiegare».
Un prof può senz’altro essere decisivo per aiutare un alunno a crescere. Ma per innovare la scuola nel suo complesso cosa serve? Tanti prof content creator? «Suggerirei – spiega Vincenzo Schettini – di seguire il mio percorso soltanto a chi lo se lo sente davvero. Che poi, mica la scuola deve diventare TikTok. Io credo che il mio esempio porti solo del bene all’ambiente. Di recente ho incontrato una collega giovanissima: mi ha detto che per lei sono una fonte di ispirazione. E mi fa piacere. Non sto creando qualcosa da replicare». Per cambiare la scuola non si può che partire dai prof, categoria che in Italia fa i conti con stipendi che, per quanto riguarda le superiori, sono diminuiti del 4% tra 2015 e 2022. «La scuola sta già cambiando. Con l’arrivo del digitale i prof si sono dati da fare. Ci sono corsi di formazione e di aggiornamento. Ma il problema è che c’è troppo, è un caos. Mettiamoci nei panni di un prof che vuole seguire le novità: può arrivare ad un punto in cui si chiede: ma devo abbandonare il mio metodo? Risposta: assolutamente no. Evitiamo la bulimia del digitale che crea ansia a tutti, docenti e alunni».
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Tra le polemiche che tornano ciclicamente in merito alla scuola c’è quello dei voti, con alcuni che suggeriscono di abolirli. «Servono per una presa di coscienza – controbatte Vincenzo Schettini -. Un 4 non deve mortificare, così come un 10 non deve farti sentire Einstein, che peraltro non aveva tutti 10. E penso anche alle famiglie: i genitori devono prender il 4 non come scusa per incazzarsi col prof. Cerchiamo di capire insieme perché si è preso 4 e parliamone. Ecco, i voti servono per far dialogare». Se qualcosa è senz’altro cambiato rispetto a un tempo riguarda proprio quell’alleanza tra docenti e genitori, oggi molto più indebolita. «Loro devono tornare a parlare con i prof e capire che anche un giudizio negativo testimonia che il docente vuole il bene dell’alunno».