A sedici anni aveva già scritto «decine e decine di racconti». Oggi Nicola Pesce di anni ne ha quasi 40, mentre ti parla di libri ride e si entusiasma come un bambino (innegabile poi – non me ne voglia – la somiglianza con un altro nerd fiero di essere tale: Peter Jackson) e non ha certo perso l’amore per la scrittura. «Com’ero da adolescente? Non te lo saprei dire: ti potrei però dire dove stavo: alle Poste, ogni giorno, a spedire i miei manoscritti nella speranza di essere pubblicato».
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Speranza destinata a restare insoddisfatta: «O non si degnavano nemmeno di rispondermi, o ricevevo un modulo precompilato e mal fotocopiato in cui mi veniva detto che la mia opera, per quanto bella, non rientrava nel loro programma oppure mi veniva proposto di finanziare da me il libro, inviando loro dei soldi».
La storia imprenditoriale di Nicola, vero e proprio “startupper dei libri” a sua insaputa, inizia così, sbattendo quotidianamente il muso contro le porte chiuse delle case editrici. «A un certo punto dissi a me stesso che nessun autore avrebbe più dovuto subire simili umiliazioni, perché avrei pubblicato io i giovani talenti in erba». Nasceva così Edizioni NPE, dall’acronimo del suo fondatore e Nicola diventava il più giovane editore distribuito della nostra storia.
Com’è nata la Nicola Pesce Edizioni
Non che al Nicola Pesce startupper le cose andassero meglio rispetto al Nicola Pesce scrittore esordiente: «Provai a coinvolgere qualche mio amico, ma sparirono subito tutti, anche quelli che come me amavano scrivere e leggere: erano più interessati a fare quelle cose da sedicenne… che non ho mai capito quali fossero perché in fondo io 16 anni non penso di averli nemmeno mai avuti». Lo sfondo resta quello dell’ufficio postale, ma Nicola non ci si reca più quotidianamente per spedire i propri manoscritti nella speranza di essere notato: «Facevo lunghe code per spedire i numeri della mia rivista. Ricordo ancora le lamentele dell’addetto dietro lo sportello perché avevo sempre più pacchi».
E non è il solo ricordo di quel periodo: «Fondai la Nicola Pesce Edizioni con trecento euro che usai per comprare la prima stampante. Di giorno andavo all’università e studiavo, la notte coordinavo gli autori, correggevo i pezzi, mettevo assieme il corpo della rivista e… litigavo continuamente con la stampante, che si bloccava di continuo, costringendomi a fare l’alba». Oggi Edizioni NPE ha otto collaboratori interni «e un centinaio esterni. La mia casa editrice è stata fondata da un bambino che ha dovuto capire come funziona un’impresa, perciò ancora oggi quando faccio colloqui non vado mai in cerca di un super esperto, ma di chi ci metta l’entusiasmo che può avere un bimbo».
“Se chiudo la porta agli esordienti la chiudo al Nicola bambino”
«Pubblichiamo circa 50 libri l’anno e abbiamo a catalogo oltre duecento volumi con una quarantina di autori: più la realtà si strutturava più comprendevo la convenienza del puntare su autori già noti, ma chiudendo le porte in faccia agli esordienti mi sono reso conto che lasciavo fuori anche il me stesso bambino: per questo ho fondato una nuova etichetta, Ivvi, dedicata alle giovani scoperte», spiega Nicola. «Quella collana, almeno attualmente, non sta creando profitto, ma regala soddisfazioni e sogni, in più dà lavoro anche a qualcuno, perciò sono comunque contento».
Ma Nicola Pesce non è solo un editore: nel suo quotidiano è pure un influencer molto sui generis: «Non mi piace nemmeno quella parola, anche perché dedico ai social non più di dieci minuti al giorno, però nel tempo tra Facebook e Instagram ho raccolto più di 300mila follower e superato anche i 10 milioni di visualizzazioni al mese: non so nemmeno perché dato che sui social sono me stesso, cioè una persona noiosa, che parla sempre di libri e talvolta dice cose da vecchio…»
«Ho la sindrome di Asperger e non amo molto andare in ufficio, ma mi chiedo sempre perché le persone siano così nervose: soprattutto sui social si ha l’impressione di avere a che fare con quello che in auto aspetta che scatti il verde per iniziare a suonarti il clacson se non parti immediatamente. Io invece amo la vita lenta, che va assaporata, e su Internet provo a diffondere cordialità, gentilezza e cultura, regalando sorrisi come pure libri».
“La Nicola Pesce Edizioni è stata fondata da un bambino che ha dovuto capire come funziona un’impresa”
Non sono poche le iniziative in tal senso: nelle ultime settimane ha chiamato a raccolta i propri follower regalando 2mila libri perché “rifocillassero” (come ama ripetere) i book crossing d’Italia, ovvero quei punti pubblici in cui ci si scambia volumi usati. «Qualcuno mi ha detto: “non farlo: li ruberanno subito”. Io ho risposto che non c’è miglior destinazione per i miei libri di un ladro che li vuole così tanto da arrivare a rubarli»