Come funziona un app store, quali sono i principali player, i loro numeri, le loro caratteristiche. Piccola panoramica su un fenomeno esploso nel 2008
Gli app store sono una piattaforma di distribuzione del software utilizzata soprattutto (ma non solo) in ambito mobile. Non è per nulla azzardato dire che gli app store hanno radicalmente cambiato il modo con cui piccoli e grandi sviluppatori distribuiscono le loro app. Avere accesso a un audience decisamente maggiore, poter fare affidamento sul trust dei grossi brand proprietari degli store e demandare completamente la gestione delle transazioni economiche sono solo alcuni dei vantaggi che offrono gli store.
Ovviamente l’utilizzo di piattaforme di questo tipo porta con se anche degli svantaggi. Negli ultimi tempi si parla molto, ad esempio, dei problemi di discoverability (possibilità di scoperta, ndr) delle app all’interno di questi store. Inoltre, in alcuni casi i processi di approvazione delle app possono essere molto lunghi e l’assistenza offerta agli sviluppatori è minima.
Il mercato dei due oligopolisti delle app: Android e iOS
Se guardiamo al mondo mobile, le ultime statistiche dicono che i due principali sistemi operativi sono Android con circa l’84% del mercato e iOS con circa il 15% del mercato. Il rimanente 1% è diviso tra Windows Phone (circa 0,7%) e altre piattaforme minori. Parlando di app store è inevitabile quindi finire a parlare dell’App Store di Apple e del Google Play di Google che sono, senza ombra di dubbio, gli store più noti al grande pubblico.
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I dati di fine 2015 dicono che App Store di Apple (nato nel 2008) ospita più di 1,5 milioni di applicazioni e cresce con il ritmo di 1000 applicazioni al giorno. Crescita massiccia dettata sicuramente dall’incredibile ecosistema messo in piedi da Apple e che, negli ultimi anni, si è esteso a nuovi device come orologi (Apple Watch) e televisori (Apple TV). Anche lo store di Google è nato nel 2008 (all’epoca si chiamava Android Market) e ospita circa 2 milioni di applicazioni, con un tasso di crescita di 1300 app al giorno. Il punto di forza del Google Play è sicuramente il fatto di poter contare su una quantità di dispositivi incredibile che, come detto in precedenza, è ormai più dell’80% del mercato.
Il puzzle degli store per Android
Lo scenario Android è, però, molto complesso e frammentato. Mentre sui dispositivi iOS è possibile accedere a un solo store (quello ufficiale di Apple, appunto), per Android sono disponibili decine di app store. Uno dei più famosi, ma non uno dei più grandi, è l’Appstore di Amazon. Nato nel 2011, conta ad oggi circa 400.000 applicazioni e cresce con un ritmo di 50k-70k applicazioni l’anno.
Oltre allo store di Amazon esistono numerose alternative nel mondo Android. Tra gli store non legati a produttori hardware sono sicuramente da citare: Aptoide, GetJar, Mobango, Yandex, AppBrain, AT&T App Store, Opera Mobile Store, SlideMe e tanti altri.
Altri store molto utilizzati nel mondo Android sono quelli legati ai produttori hardware che sono, quindi, preinstallati sui relativi smartphone. In questa categoria sono da citare: Samsung Apps, LG Smart World, Motorola Shop4Apps, Dell Mobile Application Store, e tanti altri
L’eccezione cinese, dove c’è un vero mercato degli store
Discorso a parte merita il mercato cinese. Già da prima che i servizi di Google venissero bloccati (nel 2014) il Google Play non è mai stato il canale preferito dai cinesi per scaricare applicazioni. Questo ha fatto si che in pochi anni si venisse a creare un enorme mercato legato agli store Android alternativi che ha visto coinvolte, in un primo momento, piccole aziende e startup ed è diventato poi dominio dei giganti tech cinesi.
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la rivincita del Web
Infatti sia i produttori di hardware che le crosse telco hanno, negli ultimi anni, lanciati i propri app store andando di fatto a controllare quasi il 100% del mercato cinese.
Le ultime statistiche di Newzoo dicono che 4 colossi si dividono la fetta più grossa del mercato con circa il 20% dello share a testa:
- Myapp di Tencent detiene il 24%
- MIUI app store di Xiaomi detiene il 18%
- 360 Mobile Assistant di Qihoo 360 detiene il 18%
- Baidu Mobile Assistant di Baidu detiene il 17%
A completare la “classifica” ci sono altri produttori di hardware come Huawei e Oppo con circa l’8% a testa. Solo in settimana posizione troviamo il Google Play!
I nuovi trend: app all’interno delle chat
Uno dei trend più interessanti degli ultimi anni è sicuramente quello delle app all’interno dei sistemi di messaggistica: le app nelle chat. Questo nuovo “filone” è nato proprio nel mercato orientale grazie alle app di messaggistica dei colossi tech e telco. Molte di queste app hanno, negli ultimi anni, messo a disposizione degli sviluppatori le proprie API permettendo, di fatto, di realizzare delle applicazioni integrate all’interno delle proprie chat.
La cosa è rapidamente esplosa e ormai molti sistemi di messaggistica integrano delle applicazioni all’interno della loro app: WeChat, Line, Viber, KakaoTalk, giusto per citare qualche nome. Considerando la crescita esponenziale delle app di messaggistica istantanea, è immediato intuire come questo filone sia diventato una ghiotta opportunità per gli sviluppatori di app visto che, di fatto, alcune chat stanno andando a sostituire (o quantomeno, affiancare) gli app store.
Il settore dei giochi mobile è quello che per primo ha intuito questo grosso potenziale. Ad esempio, proprio di qualche giorno fa è la news di Tencent che, dopo l’acquisizione di Supercell, includerà i giochi del gigante finlandese nelle sue applicazioni WeChat e QQ. Per capire la portata di questa notizia, si stima che questa integrazione porterà le revenue di Supercell a 1 miliardo di dollari!
Le ultime statistiche di WeChat parlano di quasi 800 milioni di utenti attivi al mese. Basta questo singolo dato per capire che la presenza degli store all’interno delle chat non sia una moda del momento ma un trend da tenere d’occhio nei prossimi anni.