Un evento di respiro internazionale che per la prima volta arriva in Italia dalla Germania. StartupItalia! intervista Giovanni Biondi, presidente Indire
Sarà la prima volta ma è già un successo. Si può annunciare così Didacta, la prima edizione della fiera sul mondo della scuola in Italia che si svolgerà a Firenze dal 27 al 29 settembre. Non era mai accaduto nella storia dell’istruzione nel nostro Paese che si organizzasse un evento di queste dimensioni: oltre 1.500 metri quadrati di spazio espositivo con più di ottanta workshop per insegnanti, educatori e coach. Il più grande appuntamento di questo genere, organizzato da 50 anni in Germania e che ora approda anche nel capoluogo toscano. Mercoledì si è tenuta la presentazione ufficiale da parte della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e del principale organizzatore della manifestazione: Giovanni Biondi, presidente dell’Indire, l’istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa.
La fiera Didacta Italia nasce con l’obiettivo di favorire il dibattito sul mondo della scuola tra gli enti, le associazioni, gli imprenditori e tutti coloro che operano in questo settore. Ci sarà un’attività espositiva che coinvolgerà la filiera delle aziende che lavorano in questo segmento della formazione, e una sezione di eventi con convegni e seminari che spaziano dall’area tecnologica a quella scientifica e umanistica fino allo spazio d’apprendimento.
Sfogliando il programma si scopre che la maggior parte dei seminari sono già prenotati, indice del successo della manifestazione. Gli eventi d’altro canto sono davvero tanti e offriranno ai visitatori la possibilità di confrontarsi su temi quali l’istruzione degli adulti, l’alternanza scuola/lavoro, la valutazione delle competenze linguistiche, la tecnologia e le disabilità, e ancora l’autovalutazione delle competenze degli insegnanti.
Abbiamo posto qualche domanda su “Didacta” proprio al presidente dell’Indire, Giovanni Biondi.
StartupItalia!: Didacta si presenta con un bel biglietto da visita.
Giovanni Biondi: È l’unico evento sull’innovazione della scuola: si tratta di una manifestazione davvero esclusiva. Questo evento è destinato solamente agli insegnanti. Non è una fiera come quelle che abbiamo visto fino ad oggi in Italia. Gli oltre 83 workshop sono quasi tutti esauriti, alcuni sdoppiati in due sale. Arriveranno a Firenze più di 140 espositori da tutta Europa. Sono davvero soddisfatto di come sta andando.
SI!: Com’è nata l’idea di “Didacta”?
GB: Ho sempre avuto il dispiacere che in Italia non ci fossero eventi sull’innovazione nella scuola come accade a Londra o a Berlino. Abbiamo provato con “Abc” a Genova ma si è ridotta a poco più del nulla. La Camera di commercio italo tedesca ha valutato la possibilità di esportare la fiera tedesca fuori dalla Germania e abbiamo preso la palla al balzo. La collocazione a Firenze è dovuta alla centralità della città. C’è stata l’adesione delle Camere di Commercio, la ministra l’ha adottata immediatamente. Indire si è assunta il compito di fare da coordinamento. Abbiamo unito le energie e siamo riusciti a centrare l’obiettivo. Ora vedremo il tutto alla prova dei fatti.
SI!: Qual è l’obiettivo di questo evento che si presenta davvero per la prima volta in Italia?
GB: Mi auguro che ci sia una spinta all’innovazione del modello educativo. I fondamentali della nostra scuola, orari, spazi sono ancora Ottocenteschi. Mi fanno sorridere quelli che dicono “basta riforma”: dobbiamo ancora farla. Non basta assumere gli insegnanti per rifare la scuola. Dovremmo ricordare che quando Gentile fece i licei c’era il treno a vapore. Ora forse dobbiamo fare un passo in più. Questa fiera può essere una delle occasioni per ripensare alla nostra scuola, per confrontarci in maniera onesta.
SI!: Cos’è che non va nella scuola italiana?
GB: Bisognerebbe cambiare alcuni fondamentali: finché gli edifici, gli spazi, gli orari rimangono gli stessi non si modifica nulla. In questi giorni si parla di molto degli smartphone in aula: se il modello è quello della lezione frontale è chiaro che disturbano. Il valore aggiunto di una tecnologia c’è solo se si cambia il modello organizzativo, se si cambia il modo di fare la lezione. Non è una questione di tifoseria ma non si può ragionare su questi termini.
SI!: Quali sono i piatti forti degli oltre ottanta workshop organizzati?
GB: Abbiamo puntato sul concetto di innovazione. C’è una parte che riguarda la didattica laboratoriale: insegnare le materie mettendo lo studente al centro. Un’area che riguarda gli arredi. Il rapporto tra scuola e mondo del lavoro: l’operazione dell’alternanza è positiva ma se la scuola resta la stessa non serve a nulla. Andare a incartare i panini a McDonald’s non è una grande esperienza, lo è se si sta in un ufficio a comprendere come funziona il dietro le quinte. Di questo e di altro ragioneremo in questa tre giorni che si presenta particolarmente entusiasmante anche per noi che l’abbiamo organizzata in prima persona. Siamo certi che l’Italia saprà rispondere come si deve ad un appuntamento così importante come Didacta.