Ent è un robot ecologista realizzato dal team dell’innovazione digitale del corso Ipsia del “Gae Aulenti” di Biella
Si chiama Ent ma non è il personaggio presente nel Signore degli Anelli di Tolkien ma un robot ecologista realizzato dal team dell’innovazione digitale del corso Ipsia del “Gae Aulenti” di Biella.
Il robot costruito esternamente come un albero e dotato di intelligenza artificiale, si propone di proteggere l’ambiente facendo partecipi le nuove generazioni su quelli che sono i rischi per la natura.
Come funziona il robot albero
Tra le sue “abilità” c’è quella di rivolgersi ai bambini, ai quali con filastrocche, poesie e racconti sul bosco fa presente l’importanza della natura e del rispetto di essa.
Una collaborazione nata con gli alunni delle terze elementari della scuola Borgonuovo di Biella che hanno preparato tanti racconti, storie e poesie inventate da loro da far presentare al robot.
Ma “Ent” non si limita solamente a comportarsi come un simpatico racconta fiabe, infatti il suo scopo è dimostrare come la tecnologia possa essere utile nel proteggere la natura.
Il nostro robot-albero, può infatti colloquiare con le piante ricevendo e trasmettendo dati ad esse, via radio, tramite schede microbit collegate a vari sensori e disposte sui vari alberi. Ogni pianta può trasmettere i dati del l’umidità del terreno, della temperatura esterna e del terreno stesso, dell’ illuminazione a cui essa è soggetta ed eventualmente altri parametri.
Il robot difende le piante dagli animali
“Ent” può così difendere anche le piante dagli attacchi di vari animali, senza per questo nuocere agli stessi.
Su ispirazione di un progetto realizzato dal Sant’Anna di Pisa, si è pensato di fargli usare ultrasuoni a frequenza variabile a seconda del tipo di animale da allontanare.
Il robot è in grado di riconoscere visivamente il tipo di animale e selezionare la frequenza opportuna per allontanarlo.
È in grado anche di produrre il verso del nemico naturale dello stesso animale.
Per esempio nel caso dei piccioni imita il verso del falco.
Il robot, dotato di intelligenza artificiale, è in grado di lavorare anche senza connessione internet in quanto i suoi dati e le sue elaborazioni vengono svolte in locale. L’alimentazione del robot avviene tramite pannello solare. Alla realizzazione del robot hanno partecipato i ragazzi dell’agrario, che hanno programmato le schede, hanno preparato il robot sulle varie tipologie di piante presenti nel biellese e sull’ uso alimentare e anche medico che possiamo fare con esse. I ragazzi del professionale invece hanno sviluppato la parte meccanica e elettronica. E sempre gli stessi ragazzi dell’Ipsia hanno rielaborato l’intelligenza artificiale che gestisce tutte queste funzioni.
Intervista
Regista di tutta l’operazione è il professor Giuseppe Aleci che abbiamo intervistato per capire i segreti di “Ent”.
Come nasce l’idea di creare un robot ecologista?
Abbiamo sfruttato il fatto di vivere a contatto con diverse specializzazioni. La nostra scuola è l’unione di un alberghiero, di un agrario e di un istituto professionale. Abbiamo usato le competenze di vari allievi. Io ho la fortuna di insegnare informatica all’agrario e elettronica elettrotecnica al professionale e così ho l’opportunità di fare da ponte tra i due indirizzi. Quest’anno inoltre siamo stati stimolati dal fatto che le olimpiadi di robotica avevano un tema: si dovevano sviluppare dei robot per terra, aria, acqua che avessero come scopo il miglioramento dell’ambiente.
Il vostro robot può fare molte cose…
“Ent” ha la possibilità di parlare e comunicare con gli esseri umani e di interagire senza sfruttare connessioni web. Il lavoro che fa è multiplo. Il primo scopo è quello di aiutare le piante. Ha la possibilità di comunicare con le altre piante, riceve informazioni via radio sull’ umidità del terreno, sull’ illuminazione, sulla temperatura. E’ in grado di controllare i sistemi d’irrigazione in maniera automatica con un grande risparmio dell’acqua. Invece di innaffiare ad orari prestabiliti si fanno trattamenti alle piante solo quando ne hanno davvero bisogno. Inoltre ha lo scopo di allontanare gli animali senza nuocere agli stessi: ha un riconoscimento visivo dell’animale e in base a quello individuato lo allontana producendo i versi dell’animale predatore. Ad esempio se vede dei topi di campagna produce il verso del falco; per i cinghiali riproduce il ringhio del lupo. Produce inoltre ultrasuoni che possono dar fastidio all’animale.
Siete riusciti a coinvolgere persino i più piccoli nello sviluppo del robot?
Alla realizzazione hanno lavorato anche i bambini della scuola Borgonuovo di Biella: abbiamo pensato di renderlo più simpatico, l’esterno è in sughero, con delle foglie da cipresso che fanno da capigliatura. Lo scopo è quello di far narrare delle storie per far amare di più la natura: 44 studenti delle elementari hanno ideato una filastrocca. Quando gli si chiede di presentare i propri amici fa partire in automatico la registrazione dei bambini.