L’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca ha reso noti gli assegnatari del finanziamento. Prevale il Nord ma la volontà politica è di sostenere lo sviluppo degli atenei meridionali
L’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) ha reso noti i 180 dipartimenti universitari di eccellenza che sono risultati assegnatari di un finanziamento di oltre 1 miliardo di euro.
180 dipartimenti universitari di eccellenza tra Nord e Sud
I 180 dipartimenti nello specifico riceveranno un finanziamento per i progetti presentati pari a 1,3 miliardi nel quinquennio 2018 -2022. Il che vuol dire circa 271 milioni di euro annuo messi a disposizione per valorizzare l’eccellenza della ricerca e progetti didattici di alta qualificazione. I criteri di selezione sono stati individuati da una commissione formata da sette personalità di alto profilo scientifico e presieduta dalla Professoressa Paola Severino. Hanno potuto presentare domanda per i finanziamenti, inviando i loro progetti di ricerca, 350 dipartimenti inseriti nell’elenco predisposto dall’ANVUR sulla base di un indicatore standardizzato di performance (ISPD) individuato dalla stessa Agenzia. La selezione dei 180 Dipartimenti è avvenuta sulla base della fattibilità dei progetti di ricerca presentati, della coerenza dei progetti con le priorità del sistema nazionale e internazionale, delle ricadute attese. Dei 180 progetti finanziati, 106 sono di università del Nord, 49 del Centro, 25 del Sud.
I dati
L’elenco suddivide le diverse aree universitarie ammesse al finanziamento. Per quanto riguarda le Scienze informatiche e matematiche sono 11 i dipartimenti ammessi, appartenenti all’Università Tor Vergata di Roma, alla Sapienza di Roma, a Roma Tre, al Politecnico di Torino, alla Scuola Normale Superiore di Pisa, all’Università degli Studi di Pavia, alle università di Verona, Trieste e Salerno e alla SISSA di Trieste. Sono 7 i dipartimenti per quanto riguarda l’area delle Scienze fisiche e 11 i dipartimenti per le Scienze chimiche. Fra le Università in questa area compaiono anche la Milano Bicocca e la Federico II di Napoli. Per Scienze della Terra i dipartimenti finanziati sono 5, 6 per le Scienze politiche e sociali, 10 per Scienze agrarie e veterinarie,13 per le Scienze biologiche, 14 per l’area di Ingegneria civile e Architettura (fra le università anche il Politecnico di Milano), 13 per l’area Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche, 15 per le Scienze giuridiche, ben 20 per l’area delle Scienze mediche, 19 per l’area Ingegneria Industriale e dell’Informazione, 18 per le Scienze economiche e statistiche e 18 per l’area inerente a Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche. Il panorama insomma è ampio, da Nord a Sud, sebbene il primato spetti – come detto – al Nord e sia quindi fondamentale un’azione politicache miri a sviluppare la progettualità delle università meridionali. Segno, questo, di un’alta attenzione delle università italiane per l’innovazione nella didattica e nella ricerca. Attenzione che dovrà sfociare sempre di più in una collaborazione con le aziende, affinché industria, didattica e ricerca diventano davvero complementari.
Annunciati dalla Fedeli 110 milioni per le università del Sud
“Parliamo di un investimento importante che immette risorse fresche nel sistema e investe sui giovani: fino al 70% dei fondi potrà essere utilizzato per assumere docenti, valorizzandone talenti e idee. Le altre risorse serviranno per rafforzare laboratori e strumenti di ricerca e sviluppare attività didattiche di alta qualificazione”, sottolinea la ministra Valeria Fedeli. “L’investimento sui settori della conoscenza prosegue nella convinzione che, come abbiamo ribadito più volte, valorizzare le eccellenze del sistema universitario significa fare un’operazione che guarda al futuro del Paese, delle giovani e dei giovani. D’accordo con il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, per rendere ancor più efficace la partecipazione ai progetti internazionali dei Dipartimenti collocati nelle Università del Sud, stiamo lavorando a una ulteriore azione specifica che guardi al Mezzogiorno, alle sue giovani e ai suoi giovani. Vogliamo utilizzare una quota pari a 110 milioni di euro del Fondo sociale europeo, nell’ambito del PON Ricerca e Innovazione, per favorire il reclutamento di ricercatrici e ricercatori e, al tempo stesso, per rafforzare le strutture amministrative deputate alla gestione di procedure per la partecipazione a programmi di ricerca internazionali”.
De Vincenti: “Dobbiamo lavorare a un rafforzamento degli atenei meridionali”
“Nel quadro di un processo importante che investe risorse sullo sviluppo delle eccellenze del nostro sistema universitario – osserva il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti – troviamo una presenza anche di Dipartimenti situati nel Mezzogiorno, ma in proporzione minore: è evidente perciò che dobbiamo lavorare a un rafforzamento significativo degli atenei meridionali e della loro capacità progettuale. Abbiamo cominciato con la riforma del Fondo di finanziamento ordinario delle Università, varata con il decreto legge Mezzogiorno, che ha accompagnato criteri di premialità con misure importanti di equilibrio territoriale nei finanziamenti. Ora proseguiremo, nell’ambito del PON Ricerca e Innovazione, con la programmazione di interventi che rafforzino il reclutamento di giovani ricercatori da parte delle Università meridionali e le loro capacità amministrative”.