Il deputato di Sinistra ecologia e libertà Giovanni Paglia ha chiesto un intervento al ministro del Lavoro sul caso Foodora e, si legge così, «le startup della sharing economy»
Giovanni Paglia, 39 anni, deputato di Ravenna eletto nelle liste di Sinistra ecologia e libertà in Emilia Romagna, ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro Giuliano Poletti per chiedere un intervento sul caso Foodora. Stigmatizzando quella che chiama “sharing economy”. E’ la seconda volta che una “startup” diventa oggetto di un’interrogazione parlamentare. La prima, il 20 maggio 2015, fu fatta contro Cocontes da parte di un gruppo di parlamentari architetti. In entrambi i casi le richieste arrivano da Sinistra ecologia e libertà.
I motivi dell’interrogazione
Scrive Paglia nel documento: «In data 8 ottobre 2016 a Torino circa 50 operatori hanno dato vita a una manifestazione di protesta, per segnalare condizioni di lavoro e di retribuzione non adeguata, invitando i clienti a sostenere la loro vertenza; in risposta, gli amministratori di Foodora Italia hanno comunicato la disponibilità a colloqui individuali, escludendo a priori qualsiasi possibilità di rappresentanza collettiva, con ciò ponendosi fuori da ogni volontà di corrette relazioni industriali».
«In data 10 ottobre 2016 si viene a conoscenza dalla stampa del fatto che due promoter della società, accusate di aver solidarizzato con la protesta, sono state di fatto licenziate, attraverso il blocco dell’accesso alla app che consente di lavorare; questo comportamento da parte dell’azienda appare agli interroganti lesivo di fatto del diritto del lavoro, senza che si possa invocare la cosiddetta sharing economy come giustificazione di comportamenti lesivi di diritti fondamentali, quali quello alla manifestazione del proprio pensiero e alla lotta per migliorare le proprie condizioni di lavoro».
La richiesta al ministro Poletti
Paglia chiede se «il Ministro interrogato non intenda attivarsi, anche tramite iniziative ispettive, per verificare quali siano i rapporti di lavoro in essere presso Foodora e se questi non si configurino di fatto come di lavoro dipendente; se il comportamento succitato dell’azienda sia in linea con le previsioni normative sul diritto alla mobilitazione e alla rappresentanza sindacale; se il Ministro interrogato non intenda convocare un tavolo istituzionale, coinvolgendo le parti interessate al fine di verificare: le motivazioni relative ai licenziamenti di fatto avvenuti, mediante il divieto di accesso alla app che consente di lavorare, a seguito delle iniziative di Torino e Milano dei 50 operatori; le reali condizioni di lavoro e i relativi contratti presso l’azienda Foodora;
Infine l’attacco alle startup della «sharing economy»
Conclude Paglia nell’interrogazione di chiedere «Se il Ministro interrogato non ritenga necessario ed improcrastinabile intervenire anche assumendo iniziative normative per disciplinare i rapporti di lavoro nelle startup che operano nell’ambito della sharing economy, tenuto conto che si stanno evidenziando notevoli problematiche sia contrattuali che relative ai diritti dei lavoratori come accaduto nei giorni scorsi con la società Foodora Italia».
Se lo chiamate “lavoro” non avete capito cosa è Foodora (né la sharing economy)