Piccola storia del termine startup sulla stampa italiana
«Rappresentiamo meno dell’1% del mercato europeo – ha detto il vicepresidente di Confindustria – mentre la Francia ha una quota dell’11% e la Germania del 18%. In particolare siamo estremamente carenti in termini di risorse da dedicare alle startup, il cosiddetto early stage». Andando a ritroso in un archivio giornalistico, quello dell’Agi, agenzia di stampa tra le più autorevoli in Italia, si possono fare scoperte curiose. Come questa. Quando è stata pubblicata per la prima volta una notizia che contenesse il termine startup in maniera rigorosa? Cosa intendo? Startup che non significhi lo startup aziendale, un qualsiasi startup aziendale. Ma proprio quello che noi intendiamo per startup. Azienda innovativa capace di scalare velocemente sul mercato.
Ebbene il motore di ricerca interno dell’Agenzia Giornalistica Italia ci dà come risultato questo lancio d’agenzia. Correva l’anno 2008. Precisamente era l’8 marzo 2008. Un martedì. Chissà cosa stavano facendo molti startupper (terminaccio, lo so) di oggi allora. Per non parlare di cosa stavano facendo i giornalisti che oggi scrivono di startup ma che allora pareva un termine poco più che esotico.
La situazione nel 2008. E quella di 8 anni dopo
A ben guardare lo scenario descritto da quel lancio non è troppo diverso da quello che viviamo oggi. Pochi investimenti, poche risorse alle startup. E questo la dice lunga. Nonostante in quel periodo si stava per esplodere. Da lì a un anno sarebbe entrato in vigore il fondo HT per il mezzogiorno che avrebbe fatto schizzare gli investimenti a 150/200 milioni l’anno fino al 2014. Solo adesso, dopo due anni col freno a mano tirato, siamo tornati a quei livelli.
A lamentarsi in quel lancio era il vicepresidente di Confindustria, Pasquale Pistorio, associazione allora presieduta allora, ma ancora per pochi giorni da Luca Cordero di Montezemolo. Avrebbe preso il suo posto da lì a pochi giorni Emma Marcegaglia, oggi presidente di Eni. L’Italia allora investiva in ricerca 1,1% del Pil. Oggi, con il Pil calato di qualche punto percentuale, gli investimenti sono un po’ saliti a 1,28%. Ma la situazione rimane la stessa.
La prima conferenza ad Area Science Park
Da lì la volta successiva che il termine startup è apparso sui radar della grande stampa è novembre 2009, con una conferenza ad Area Science Park di Trieste dove si raccontavano queste nuove realtà dell’innovazione, capaci di crescere «anche del 50% l’anno». Paul Graham non aveva ancora dato la sua definizione di startup, ma il senso non è troppo diverso.
La prima volta in cui TechCrunch è stato citato in Italia
Qual è stata invece la prima startup nominata da un’agenzia? Difficile crederlo ma è Boku. Fintech allora contesa tra Apple e Google pronte a sborsare per lei oltre 250 milioni di dollari. Cifre che allora facevano un po’ effetto. Spazzate qualche anno dopo dal miliardo per Whatsapp speso da Facebook, per non parlare dei 26 miliardi per Linkedin spesi da Microsoft a giugno. Ma era l’anno 2010. Settembre 2010.
La prima startup italiana citata su un notiziario di agenzia
E la prima italiana? Il 19 novembre 2011 appare il primo nome di una startup italiana sul notiziario dell’Agenzia Italiana. Si chiamava ParkScreen e allora celebrava la vittoria di Working Capital, il programma per le startup ideato da Salvo Mizzi che sarebbe poi diventato TIM #WCAP, fatto in quegli anni insieme al Premio Nazionale Innovazione. La finale sarebbe fu condotta da Riccardo Luna, allora direttore di Wired, e Gianluca Dettori, dpixel. Era l’anno del “Tour dei Mille”.
Working Capital, Mizzi, Dettori. E Startupitalia.eu
Park Screen era un test diagnostico della malattia di Parkinson nato dalla ricerca universitaria e veniva da Trieste, per la precisione dal progetto della Sissa (Scuola internazionale superiore studi avanzati) di Trieste. Di questo progetto di sono perse le tracce (possibile, anche in 5 anni). Non c’è un sito, né un indirizzo a cui fare delle domande.
Ma poco importa. Da lì in poi il buzz sulle startup è andato crescendo. Sono arrivati tutti i vincitori di Working Capital, le prime startup che si sono imposte ai media. Le Cicogne, Qurami, Mosaicoon. Anno 2013. Da lì a qualche mese sarebbe nata Startupitalia.eu. Il resto è storia nota. E se non lo è, possiamo dirlo, la trovate qui.