Matt e Brian sono due liceali che hanno cominciato a stampare in 3D oggetti comuni come apribottiglie o forchette, in versione “modificata” per chi ha difficoltà motorie
Le persone con problemi di natura motoria (alle dita, alle mani, agli arti o alle singole articolazioni) devono affrontare grandi difficoltà nelle attività quotidiane di vita e di lavoro. Ognuna di queste persone ha un problema che ha quasi sempre costi elevati per sé, senza contare l’aspetto psicologico che spesso induce a nascondere la malattia e quindi a non utilizzare molto spesso gli strumenti disponibili. Questa è la riflessione che ha spinto Matt e Brian, studenti americani di 17 anni, a sperimentare la stampa 3D con l’idea di creare oggetti su misura per disabili. Per farlo, occorre una buona collaborazione tra paziente e maker: l’idea progettuale avviene dietro indicazioni precise del paziente, e poi dall’idea si passa a oggetto funzionale, che deve essere a basso costo e immediatamente utilizzabile.
L’apribottiglie di Matt
Il padre di Matt è affetto da sclerosi multipla, malattia che rende difficile l’utilizzo di oggetti semplici come un apribottiglie: “Ho avuto l’idea del farmaco apribottiglie quando ho visto mio padre avere serie difficoltà nell’aprire il suo portapillole, non riusciva a svitarlo. Così ho disegnato, con un programma di stampa 3D openscad, lateralmente all’apribottiglie un manico a forma di croce e inserendo delle scanalature all’interno dello stesso che corrispondessero alla circonferenza del tappo, ho reso l’apertura della bottiglietta un gioco da ragazzi anche per mio padreâ€, dice Matt. Lui è uno studente liceale appassionato di stampa 3D, da quando, per il suo sedicesimo compleanno, i genitori gli hanno chiesto di scegliere come regalo tra un’auto e una stampante 3D e, senza pensarci due volte, ha scelto la sua stampante. L’apribottiglie di Matt ha avuto a tal punto successo che alcune importanti aziende farmaceutiche hanno presto manifestato interesse nel voler acquistare la licenza dei prototipi dello studente per la produzione di questo oggetto “medicaleâ€. Le aziende in questione, che preferiscono mantenere l’anonimato, punterebbero a migliorare sempre più gli oggetti rendendoli personalizzandoli e su misura e quindi sempre più aderenti alle esigenze dei diversi pazienti. Tutto questo a cifre irrisorie se pensiamo che l’apribottiglie di Matt costa meno di 1 dollaro.
La forchetta di Brian
Anche Brian, studente di 16 anni, ha creato uno strumento per aiutare le persone con disabilità : si tratta di una forchetta leggera con dei manici laterali che la rende molto stabile e praticamente impossibile da far cadere involontariamente. “Ho avuto l’idea quando mio nonno si è ammalato di morbo di Parkinson e aveva problemi a tenere gli utensili in mano. Così come prima cosa, ho disegnato e stampato in 3D “Easy Forke†(la forchetta semplice), una forchetta che chiunque potrebbe usare per essere finalmente indipendente in un gesto quotidiano, quale mangiareâ€, dice Brian. La “forchetta semplice†di Brian si è presto rivelata una invenzione utile non solo per le persone affette dal morbo di Parkinson, ma anche per chi soffre di artrite e ha problemi ad impugnare cose nella vita di tutti i giorni. Brian e Matt hanno insieme iniziato ad armeggiare con le stampanti in 3D per gioco a scuola, in un primo momento aiutando i loro compagni di liceo nell’insegnamento di Autodesk Inventor, un programma di progettazione 3D, e introducendo nella loro classe alcuni programmi di Engineering Design. Molto presto il gioco con la stampa tridimensionale si è trasformato in una passione. Entrambi gli studenti stanno sperimentando nuovi materiali con cui stampare gli oggetti, in primis sabbia, zucchero e polvere di cioccolato. I due giovani americani ammettono di aver trascorso più ore nello sperimentare le nuove tecniche di stampa 3D che giocando ai videogiochi e, non hanno dubbi circa il loro futuro: vogliono specializzarsi nella creazione di oggetti che aiutano le persone diversamente abili a viver meglio nella loro quotidianità , partendo dalla convinzione che medicina e stampa 3D siano il binomio perfetto.