Il 28 Marzo 2015 è prevista la presentazione a 200 bambini di Genova: l’iniziativa è nata per avvicinare i ragazzi alla tecnologia
E’ alto come un ragazzino e pesa circa 25 chilogrammi. Ha la pelle che ricopre gli arti e il torso, fatta da cinque mila sensori. Il suo cervello è costituito da sei potenti computer. Prima gattonava proprio come un bambino ora cammina ma non ha ancora “imparato” a correre. Però sa parlare, osservare e riconoscere gli oggetti ma soprattutto, come dovremmo fare tutti noi, sa imparare dagli errori. Il suo nome è iCub ed è il cucciolo di robot nato nel 2006 nel laboratorio dell’istituto italiano di tecnologia di Genova. Ha venticinque fratellini sparsi in tutto il mondo ma sabato 28 marzo 2015 alle 11,30 a “La Claque” si presenterà a 200 bambini tra i sette e tredici anni che avranno occasione di stringere amicizia con il piccolo androide.
A organizzare questo evento è il padre di iCub, l’istituto di tecnologia che con il Politecnico di Milano e la rivista “Focus Junior” hanno promosso questo incontro per avvicinare i ragazzi al mondo della scienza e della tecnologia. I robot rappresenteranno la manifattura del domani, saranno studiati e realizzati dai nostri ragazzi, entreranno a far parte della nostra vita. E’ facile pensare che tra qualche anno avremo un robot in aula per aiutare la maestra a fare lezione o in casa per aiutarci nelle diverse faccende quotidiane.
Sabato i bambini potranno toccare con mano il futuro, essere profeti. Oggi iCub è l’umanoide più completo sulla faccia della terra. Assomiglia ad un ragazzino: ha mani di metallo, muscoli, due telecamere per occhi, due microfoni per orecchie, uno speaker al posto della bocca. Quando è stato pensato nel 2004 doveva essere molto diverso ma oggi ha capacità sensoriali, motorie e un’elevata capacità di calcolo. Ebbene sì: ha un cervello in silicio che per funzionare ha dei moduli che riconoscono gli oggetti, estraggono informazioni tattili, archiviano esperienze.
Sabato i duecento bambini genovesi potranno conoscere un robot unico al mondo perché è il più completo di tutti ed è destinato a migliorare ancora. Cinquanta persone più altre cinquecento per le ricerche correlate sono pronte a dare altre possibilità a iCub. Un mondo sconosciuto che l’istituto italiano di tecnologia ha deciso di portare “in piazza” per fare in modo che l’Italia sviluppi curiosità, soprattutto tra i più giovani, rispetto all’innovazione robotica.
Nei prossimi anni avremo bisogno di nuovi ricercatori che possano sviluppare nuove applicazioni e altri progetti scientifici: la robotica potrà essere utile in campo medico. Ma non solo. Gli scienziati di Genova sono convinti che a breve avremo robot che serviranno a controllare il nostro stato di salute o potranno assistere gli anziani. Addio alle badanti: a casa con i nonni ci sarà iCub ormai cresciuto e diventato adulto. I bambini che lo vedranno in azione a Genova, tra una decina di anni, saranno probabilmente compagni di vita di questi umanoidi. Il futuro passa dalla Liguria e ha bisogno dei bambini. A loro gli scienziati passeranno simbolicamente il testimone presentando il baby di casa.