Due ore di Educazione Sentimentale per gli studenti del quarto e quinto anno delle superiori del Piemonte. Filosofi e psicoterapeuti per parlare del rapporto tra il mondo maschile e femminile
Ci siamo mancano pochi giorni e il Piemonte porterà tra i banchi di scuola dei suoi studenti l’ora di educazione sentimentale. L’introduzione della nuova “materia”, che riprende il nome dal romanzo di Gustave Flaubert, è una novità assoluta nel panorama scolastico italiano.
Perché se una bambina picchia è un “maschiaccio”? E se un bambino piange è una “femminuccia”?
Perché le ragazze possono camminare mano nella mano e i ragazzi no?
Perché si studia Gabriele D’Annunzio e non Sibilla Aleramo?
Perché se mamma non lavora è normale ma se non lavora papà è una vergogna?
Sono solo alcuni dei “perché” a cui si proverà a rispondere durante l’ora di educazione sentimentale introdotta nelle scuole piemontesi a partire da settembre 2018.
In Europa l’educazione sentimentale nelle scuole è una realtà dettata da un diritto scritto nella Convenzione di Istanbul che ratifica all’unanimità l’introduzione ad un’altra educazione civica: l’educazione sentimentale. Insegnare a scuola l’Abc dell’amore e delle relazioni sane certo è un primo passo, “importante per dare un segnale per restituire alla scuola il ruolo educativo che deve avere nelle dinamiche di gruppo, ma non basta – avverte la psicoterapeuta Mieli – È un primo passo che deve trovare continuità a casa e con i genitori nella vita di tutti i giorni”.
La proposta di Legge
Nel corso della passata legislatura la deputata Celeste Costantino aveva presentato una proposta di legge per l’istituzione di un’ora di educazione ai sentimenti alle medie e negli istituti superiori. Proposta, mai approvata, con cui si voleva dar seguito all’applicazione della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne del 2011. Con la convenzione si chiedeva agli Stati di introdurre l’educazione all’affettività nelle scuole: è stata applicata in tutta Europa, eccetto che in Grecia e in Italia.
Adesso però le regioni stanno provando a colmare il vuoto lasciato legislativo: si parte da questo anno nelle scuole piemontesi. Marche, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio hanno chiesto informazioni sul progetto e presto potrebbero accodarsi.
Il Progetto nelle scuole del Piemonte
Il progetto è stato posto in essere dalla regione Piemonte e dall’Associazione Filosofia in Movimento.
Le lezioni saranno tenute dal professor Paolo Ercolani, docente di filosofia dell’educazione all’Università di Urbino, e dalla psicoterapeuta Giuliana Mieli, laureata in Filosofia teoretica e in Psicologia clinica.
Il prof. Ercolani terrà lezioni sulla storia e la filosofia relativamente al rapporto tra mondo maschile e femminile, mentre la prof.ssa Meli fornirà ai ragazzi gli strumenti conoscitivi e sentimentali per instaurare rapporti liberi da pregiudizi.
Le lezioni sono rivolte agli studenti delle classi quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado.
Perchè un’ora dedicata all’educazione sentimentale nelle scuole?
“Non sfugge a nessuno che l’emotività ricopra una parte consistente nello sviluppo della persona, soprattutto nella fase adolescenziale, quando si forma il carattere e si iniziano a fissare i comportamenti sociali. Conoscere le proprie emozioni, comprenderle e saperle affrontare consente inoltre un aumento delle capacità di comunicare e il potenziamento dell’apprendimento cognitivo”. Afferma Celeste Costantino promotrice della proposta di Legge in Parlamento.
L’introduzione dell’educazione sentimentale a scuola è un’azione necessaria e indispensabile perché ancora oggi gli stereotipi maschili e femminili invadono il quotidiano sia in ambito pubblico che privato. La scuola ha la possibilità di fornire gli strumenti per una lettura paritaria, per ristabilire un equilibrio, e una solidarietà tra generi.
E’ necessario un insegnamento che promuova percorsi di formazione per stimolare negli studenti giovani e giovanissimi la capacità di riflettere sull’affettività, e che fornisca strumenti per sradicare pregiudizi e stereotipi di genere, ragionando su un nuovo concetto di cultura della cittadinanza, una nuova educazione civica per i cittadini del domani.
Il bullismo, il cyber-bullismo e gli stereotipi di genere si combattono con l’educazione e la formazione sin da piccoli.
“L’educazione sentimentale è qualcosa di più complesso dell’educazione sessuale perché l’obiettivo è smontare quella visione inflessibile dei ruoli sessuali che spesso sfocia in forme di bullismo nei confronti di chi non rientra in questo schema”.
La formazione, misurandosi criticamente con la sfera dei sentimenti e stimolando la capacità di riflettere sull’emotività, può indicare alle nuove generazioni le modalità per imparare a gestire i conflitti di domani, i fallimenti, i rifiuti. Evitando forme di violenza assurde e ingiustificate. Ed educando le nuove generazioni a sentimenti di affetto, riconoscenza, condivisione.
L’educazione sentimentale non può prescindere da una valorizzazione del ruolo e del contributo femminile nella storia, mettendo in risalto quelle figure di donne che hanno contribuito all’evoluzione e all’innovazione del mondo.