A Milano, la storia di uno studente delle medie che ha allestito un piccolo mercato delle pulci. Voleva acquistare un computer con cui seguire le lezioni
La scuola ormai è finita (e chiusa da fine febbraio). Ma se abbiamo imparato qualcosa in questi lunghi mesi è che per fare la Didattica a Distanza – dalle elementari all’università – occorrono pc e infrastrutture di rete adeguate. Un alunno su tre non ha avuto la possibilità di frequentare regolarmente le lezioni da quando è iniziata l’emergenza coronavirus.
L’idea di un ragazzino. Il sostegno del web
E non parliamo soltanto di situazioni di povertà ed emarginazione, che rischiano comunque di peggiorare i numeri dell’abbandono scolastico in Italia. Chi non ha pc a sufficienza sono anche gli studenti che abitano in famiglie numerose: così a maggio uno di loro, a Milano, ha deciso di allestire una sorta di piccolo mercato delle pulci fuori dal portone di casa, per vendere alcuni dei suoi giocattoli. L’obiettivo era raccogliere abbastanza soldi per poi comprarsi un pc e non doverselo continuamente contendere con gli altri due fratelli. A notarlo è stata Elena Granata, docente al Politecnico di Milano. «La scena mi ha colpito e d’istinto ho pubblicato un tweet. Volevo far girare la voce. La sera stessa mi ha contattato il Ministero dell’Istruzione. Subito ho deciso di lanciare su Gofundme una campagna di raccolta fondi».
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Un pc per cominciare
Docente di urbanistica al Politecnico di Milano, Elena è riuscita a raccogliere in poche settimane già mille euro, mettendo da parte sei pc che ha già donato ad altrettanti studenti delle medie a Milano. «Stiamo avviando un progetto di recupero del tempo scolastico con scout che faranno lezione tutta estate – ha raccontato a StartupItalia – e questo perché non bastano gli strumenti per fare scuola, servono i contenuti». Il crowdfunding continua, insieme a tantissime altre iniziative che, non solo per la scuola, hanno visto una corsa alle donazioni di pc e tablet per permettere alle persone di comunicare tra loro durante i difficili mesi del lockdown.
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Elena Granta, docente del Politecnico di Milano
«Alcune persone mi hanno portato il pc di persona per donarlo a chi ne ha più bisogno. La raccolta fondi non è finita», ha garantito Elena che da anni lavora sia con gli universitari al Politecnico sia con decine di giovani migranti grazie all’associazione Teen Immigration. «Diverse famiglie del quartiere, tra cui anche la mia, hanno accolto per alcune settimane una quarantina di giovani arrivati in Italia per cercare un futuro. Il percorso non punta all’assistenza, ma all’autonomia. E infatti tutti loro abitano già da soli e hanno un lavoro regolare».
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Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina
Tornare in aula. E presto
Tanti modi per prendersi cura dei giovani, dai più emarginati fino a chi necessita soltanto di qualche strumento in più per non sprecare le tante opportunità della scuola e dell’istruzione. Circostanza che, secondo Elena, è all’ordine del giorno: l’abbandono scolastico a tutti i livelli è un pericolo da scongiurare. «Credo che la sofferenza di non essere andati a scuola per mesi valga tanto per i bambini delle elementari, quanto per i miei studenti dell’Università – ha conlcuso – Molti di loro me lo hanno già confidato: un’altro anno di studio da casa non lo reggerebbero».