La premier ha dichiarato di aver messo l’Intelligenza artificiale al centro dell’agenda del G7 italiano e di voler lavorare sul tema in un quadro normativo globale
Al summit sull’intelligenza artificiale organizzato in Gran Bretagna è attesa anche la premier italiana Giorgia Meloni. La presidente, da poco atterrata a Londra, parteciperà alle due sessioni di lavoro. Nella prima, i leader si confronteranno sulla visione da adottare nei prossimi cinque anni, sulle priorità legate allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e sulle modalità attraverso cui articolare la collaborazione internazionale sulla materia, con l’obiettivo di analizzare le opportunità e i rischi potenziali da questa nuova tecnologia. Nella seconda sessione, i rappresentanti dei 28 Paesi partecipanti si confronteranno con quelli delle grandi aziende del digitale, dell’industria, della società civile e degli esperti del settore sulle modalità pratiche e operative di uno sviluppo sicuro e attento ai sistemi economici e sociali dell’IA. L’obiettivo del vertice è provare a dare un’etica agli algoritmi, attraverso meccanismi di governance globale. E Giorgia Meloni ha già dato qualche anticipazione in merito ai piani italiani.
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La posizione italiana
Giorgia Meloni ha dichiarato di aver messo l’intelligenza artificiale al centro dell’agenda del G7 italiano e che porterà questa posizione alla seconda giornata del summit. La premier, secondo fonti diplomatiche, ha subito accolto l’invito inglese perché il governo considera l’intelligenza artificiale una delle principali sfide dell’agenda internazionale. Un mese fa, all’Assemblea generale dell’Onu, Meloni aveva detto di non volere «commettere l’errore di considerare questo dominio una sorta di zona franca senza regole», perché «l’evoluzione della tecnologia» deve rimanere «al servizio dell’uomo e non viceversa». Punta, dunque, su barriere etiche per regolamentare l’intelligenza artificiale e ribadire la necessità di «dare applicazione pratica al concetto di algoretica». La sua posizione resta ferma sul fatto che non vi sia altra scelta se non quella di lavorare a un quadro normativo globale.