Le centraline hanno rilevato temperature anomale nel sottosuolo della centrale atomica colpita dallo Tsunami: occorre congelare l’acqua tossica per evitare che si disperda nel terreno
In Giappone non si parla di emergenza solo perché questa parola, dall‘incidente dell’11 marzo 2011, è stata di fatto bandita dal vocabolario. Ma è evidente che la situazione sia seria. La stessa Tokyo Electric Power Co, meglio nota come Tepco, società che gestisce l’impianto di Fukushima colpito dallo tsunami, accusata più volte di aver taciuto al Paese del Sol Levante la gravità di quanto stesse avvenendo nei reattori della centrale nucleare, avvierà in tutta fretta i lavori di riparazione straordinari.
Gli interventi si concentreranno sul cosiddetto muro di ghiaccio costruito attorno all’impianto nucleare di Fukushima Daiichi per fermare il flusso delle acque sotterranee. I lavori potrebbero iniziare già all’inizio di dicembre. Il 18 novembre le centraline della centrale hanno registrato valori sopra la media che hanno costretto ad accelerare il nuovo intervento: la temperatura nei pressi del reattore n°4 è salita a 13,4°C ma è da metà settembre che sarebbe al di sopra della soglia di congelamento. Lo fa sapere la rete tv giapponese NHK.
La barriera ghiacciata ha avuto numerosi problemi fin dalla sua costruzione nel 2016. Questa opera di ingegneria unica al mondo consiste nel congelare il terreno attorno ai reattori utilizzando 1.500 tubi conficcati fino a 30 metri di profondità in cui viene iniettata una soluzione salina a -30°C.
In questo modo, se non si potrà scongiurare la possibilità di infiltrazioni delle acque sotterranee all’impianto, che ha ormai grandi quantità di liquami tossici immagazzinate in serbatoi, si dovrebbe almeno limitare l’afflusso. Resta poi il problema di cosa farne. Come è noto, il Giappone prevede di rilasciare più di 1 milione di tonnellate di acqua in mare dopo averla trattata, nonostante le proteste degli ambientalisti e dei Paesi confinanti. L’acqua contiene l’isotopo radioattivo trizio, che non può essere rimosso e rischia di essere assorbito dai pesci del mar del Giappone e l’arcipelago di Sol Levante è noto proprio per la cucina a base di pesce.