L’iniziativa è partita da AC Finance, che ha investito tramite il suo incubatore BeMyCompany 70mila euro. L’obiettivo è trasmettere competenze e know how
C’è chi li aiuta a casa loro, ma soltanto a (male)parole. E chi tenta invece di trasmettergli le competenze necessarie perché anche l’Africa coltivi una classe dirigente giovane e dinamica. Startup for Africa è il nome del progetto italiano che al momento sta formando sei aspiranti imprenditori originari del continente nero con già un’idea avviata per il proprio business. Tutto comincia a Lodi con AC Finance che sceglie di inserire alcuni promettenti africani all’interno del suo incubatore per imprese Bemycompany. Soltanto una di loro vive in Italia, mentre gli altri seguiranno il percorso formativo tramite videoconferenze dai paesi di origine.
«L’idea di Startup for Africa è stata il frutto di un incontro – racconta a StartupItalia! Antonio Chieffo, amministratore di AC Finance – quando a Lodi venne a trovarmi Famoussa Koulibaly, il sottosegretario allo sviluppo della Costa D’Avorio. Conoscendolo dai tempi di un master a Losanna, quando entrambi studiavamo, era venuto a chiedermi una mano per migliorare la gestione dei finanziamenti nei paesi in via di sviluppo». Finanziamenti che magari arrivano, ma che si scontrano con scarse competenze manageriali. Finendo così sprecati.
Inclusione imprenditoriale
Startup for Africa propone agli startupper finora selezionati un percorso formativo di un anno, articolato in sei moduli che vengono sponsorizzati. «Mi piace pensare a questo come a un progetto di inclusione imprenditoriale», spiega Chieffo che ha già stretto accordi con diversi paese africani. «L’ultimo è stato con la camera di commercio degli industriali ivoriani», che si aggiungono a quelli già conclusi con paesi come Costa d’Avorio, Kenya, Ghana, Togo. Di volta in volta, l’obiettivo è quello di raccogliere sponsorizzazioni che sostengano i moduli formativi per gli startupper.
Due esempi di impresa a Startup for Africa
C’è l’iniziativa per il pagamento elettronico e quella legata al settore moda. E le sei proposte per Startup for Africa potrebbero salire a dieci entro fine anno secondo Chieffo. AC Finance e l’incubatore hanno investito finora 70mila euro, a cui si sono sommati 30mila euro messi a disposizione da privati. Fondi che serviranno a sostenere la formazione di questi giovani africani.
Tra le startup selezionate c’è l’AfricanTechnology Solutions che sta sviluppando “Djonanko” un particolare servizio di pagamento elettronico tramite una carta di pagamento sulla quale è stampato un codice QR per addebitarla. Escamotage che dovrebbe venire incontro al problema alla scarsità di sistemi elettronici di pagamento in Africa. Secondo quanto riporta questo progetto di Startup for Africa, solo il 16% della popolazione africana ha un conto corrente, mentre il restante 84% non ha accesso ai servizi di pagamento elettronico come carte di debito.
Leggi anche: La Cina compra le terre d’Africa per 60 miliardi
Si occupa di benessere invece un’altra iniziativa di Startup for Africa, che sfrutta le proprietà terapeutiche del cacao per realizzare oli essenziali. Essence K ha già vinto il primo premio di “Ambiente Startup 2017”, un concorso di business plan organizzato da Incub’Ivoir, un incubatore in Costa d’Avorio. Nel paese, il primo al mondo per produzione di cacao (in gran parte esportato), l’obiettivo della startup è distribuire questi prodotti in farmacie e altri punti vendita.