La scorsa settimana abbiamo ascoltato i detrattori della linea ad alta velocità Torino – Lione. Oggi Daniele Borioli, ex membro della Commissione Lavori Pubblici e Trasporti del Senato, ci spiega perché andrebbe realizzata
La TAV, ovvero la linea ad alta velocità Torino – Lione (nel pezzo si parlerà indifferentemente del TAV, sottintendendo il treno e della TAV, con riferimento all’infrastruttura) secondo i sostenitori del progetto può essere sia un vettore di sviluppo economico, sia un’occasione di indirizzo dei trasporti verso un dimensione più ecologica, grazie allo sviluppo dell’intermodalità. Cosa non indifferente in un Paese che affida la logistica delle merci alla gomma per il 94%, percentuale in aumento visto che negli ultimi 10% la ferrovia ha perso il 40% del suo, già scarso, mercato. Ne abbiamo parlato con Daniele Borioli, ex senatore Pd, componente della Commissione Lavori Pubblici e Trasporti del Senato ed ex Assessore Regionale ai Trasporti della Regione Piemonte.
StartupItalia: Cosa rappresenta la linea TAV?
Daniele Borioli: «Per me si tratta soprattutto di due cose. La prima l’esigenza di un ammodernamento infrastrutturale in grado di mettere più merci sul ferro spostandone quote rilevanti dalla gomma che è più inquinante e pericolosa, visto che le nostre strade sono piene di mezzi pesanti che, ovviamente, hanno maggiore impatto in termini di inquinamento, di incidentalità e di usura delle arterie stradali. La seconda finalità è quella di collegare il Piemonte e il Nord Ovest a una rete di grandi strade ferrate di comunicazione che connettano la nostra Regione (sono piemontese), al Nord Ovest europeo. Tutto ciò significa stare in Europa, costituire uno spazio di coesione europeo e guardare a un modello di sviluppo meno inquinante».
SI: Siamo sicuri che ci sia tutta questa necessità di collegamenti verso quell’area? La logistica del Piemonte non è già sufficientemente sviluppata?
DB: «Per quanto riguarda la logistica è vero caso mai il contrario dato che quella piemontese è piuttosto e significativamente compressa e arretrata. Entro nel dettaglio. Su Novara, che è il punto più vicino alla Lombardia, non c’è più spazio e non ci sono possibilità d’espansione. Più in generale, rispetto a Lombardia e Veneto, il Piemonte ha una logistica molto più debole, anche se ha piattaforme potenzialmente interessanti, come Rivalta Scrivia e Orbassano, e come gli scali merci di Alessandria e Novi S.Bovo, che hanno avuto un grande passato ma che ora sono abbandonati. Questo perché sono relativamente isolate dalla rete, il che ne determina il sottoutilizzo. Per cui ci sono ancora spazi per attività logistiche che possono aggiungere valore alle merci. Il nostro problema, quindi, come piemontesi è quello di far arrivare le merci alle aree logistiche con il treno. Per quanto riguarda il Terzo valico, come è noto, c’è un problema enorme di pendenze sulla linea storica e sulla linea succursale di pendenze, cosa comune a molte linee merci italiane, obsolete con pendenze troppo accentuate, che non consentono il trasporto delle merci in maniera fluida e comportano un intervento in termini di motrici talmente costoso da rendere il trasporto fallimentare sotto il profilo commerciale.