Un’indagine del Boston Consulting Group spiega che applicare l’AI ai processi con i consumi più elevati funziona anche solo dopo un anno e può ridurre le emissioni di gas serra
L’intelligenza artificiale può darci una mano a contrastare il cambiamento climatico, riducendo dal 5 al 10% le emissioni gas serra in dieci anni e risparmiando all’ambiente fino a 5,3 gigatonnellate di anidride carbonica equivalente. Generando inoltre un impatto fino a 2,6mila miliardi di dollari di valore tra nuovi ricavi e risparmi di costi per le aziende.
Lo stima Boston Consulting Group, colosso della consulenza strategica con più di 90 uffici in 50 paesi e 21mila professionisti, nel rapporto “Reduce carbon and costs with the power of AI”, che analizza la capacità di questa tecnologia di accelerare la trasformazione sostenibile delle imprese, riducendo l’impatto ambientale e tagliando rapidamente i costi, nonché generando un ritorno positivo sugli investimenti, spesso nell’arco di un solo anno dalla sua applicazione. Grazie a questa grande capacità di produrre un impatto positivo nella riduzione delle emissioni di CO2 e gas serra, l’intelligenza artificiale assume oggi un ruolo fondamentale nella ripresa dalla crisi post Covid-19, oltre che nella transizione verso un futuro sostenibile. Fra l’altro, integrando l’AI nell’approccio di corporate sustainability, le aziende possono ottenere un impatto complessivo tra 1,3 a 2,6 mila miliardi di dollari di valore, attraverso ricavi aggiuntivi e appunto risparmi sui costi.
L’AI impara dall’esperienza
“La grande forza dell’AI risiede nella capacità di imparare dall’esperienza, sfruttando massicce quantità di dati raccolti da diverse fonti, e di riuscire a sintetizzare per l’uomo delle relazioni, a volte estremamente difficili da intuire, con l’obiettivo di supportare i processi di decision making – spiega Roberto Ventura, managing director e partner di BCG Gamma, il team globale di BCG che attraverso l’adozione di AI e advanced analytics affronta le criticità di aziende leader – l’intelligenza artificiale è in grado di prevedere le emissioni future dell’intera value chain aziendale, in relazione ai livelli di produzione attesi, agli sforzi di efficientamento attuali e alle nuove tecnologie disponibili. Di conseguenza è possibile utilizzarla per studiare, definire e raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni in modo consistente. Inoltre, l’AI può fornire spunti per migliorare l’efficienza dei vari processi aziendali, riducendo le emissioni e tagliando i costi”.
I settori più coinvolti: trasporti, industria, farmaceutica, energia
Insomma, implementando tecnologie intelligenti per monitorare, predire e ridurre si riesce a essere responsabili nei confronti dell’ambiente ma anche a migliorare il bilancio aziendale. I gruppi possono per esempio utilizzare l’intelligenza artificiale per monitorare automaticamente le emissioni, raccogliendo dati dalle loro attività e da ogni parte della catena del valore. Oppure l’AI è in grado di prevedere le emissioni future, in relazione agli sforzi di riduzione attuali, alle nuove metodologie di riduzione del carbonio e a infiniti altri parametri. Di conseguenza, è possibile impostare, regolare e raggiungere obiettivi di riduzione in modo accurato. “La gestione ed ottimizzazione delle emissioni è un problema complesso per molte realtà – dice Ventura – e l’AI potrà giocare un ruolo fondamentale nel supportare le aziende nella lotta ai cambiamenti climatici, in particolare nei comparti relativi ai trasporti, beni industriali e farmaceutici, il settore energetico. Le aziende possono perciò utilizzare l’intelligenza artificiale per minimizzare le emissioni e il carbon footprint delle proprie attività ma anche dell’intera value chain, compresi fornitori, trasportatori e i clienti finali”.
Da dove si comincia con l’AI
Come si imbocca la strada dell’intelligenza artificiale? “Punta in alto, inizia in piccolo e scala velocemente”: sono questi i suggerimenti di BCG per ottenere benefici concreti dall’applicazione delle diverse soluzioni disponibili sul mercato. Le aziende devono cioè dare priorità a quei processi con elevati consumi energetici e costi significativi, per poter portare da subito impatto e iniziare ad avviare un processo di cambiamento. Analizzando dunque le emissioni e i consumi lungo tutta la catena di valore è possibile determinare in modo preciso dove applicare la tecnologia per ridurre l’impatto ambientale, iniziando dalle maggiori fonti di emissioni e consumo energetico. “Quando si sviluppa un piano trasformativo che coinvolge l’utilizzo dell’AI – conclude Ventura – poi, è consigliabile iniziare da prototipi e progetti pilota, in modo da testare velocemente le ipotesi e portare evidenze del potenziale di questa tecnologia. Parallelamente, è utile investire nello sviluppo di competenze e piattaforme tecnologiche che consentano di scalare velocemente queste soluzioni, definendo nuove modalità di lavoro e implementando modelli di organizzazione e governance necessari per allineare l’intelligenza artificiale alla strategia generale”.