Misure ambiziose fanno i conti con dubbi e critiche. Mercoledì 8 giugno il voto
Ha inizio oggi, martedì 7 giugno, la discussione per il Fit for 55% al Parlamento Europeo. Domani seguirà il voto dell’assemblea. Si tratta di un pacchetto di norme proposto dalla Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen e lanciata l’estate scorsa con l’obiettivo di aumentare le probabilità che il vecchio continente traguardi uno degli obiettivi più ambiziosi dal punto di vista ambientale: Bruxelles ha fissato il 2050 per raggiungere la neutralità carbonica. Per far sì che questo accada occorrono misure intermedie, che stando al dibattito tra forze politiche (anche in Italia) potrebbero avere un impatto notevole su vari tipi di industrie e sui consumatori finali. In questo articolo ci concentreremo sull’automotive. Moltissimi produttori hanno già in flotta auto elettriche, ma i passi verso l’elettrificazione dovranno essere ancora più marcati se il testo del Fit for 55% dovesse essere approvato.
La presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ha colto l’occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente lo scorso 5 giugno per ribadire l’impegno dell’UE sul fronte della crisi climatica. «Questa settimana – riferendosi al voto su Fit for 55& – il Parlamento Europeo farà passi decisivi per ridurre le emissioni di gas serra». Giusto per inquadrare il dibattito tra le forze politiche, bastano i tweet del segretario del PD, Enrico Letta, e quello dell’europarlamentare della Lega, Marco Zanni, per capire quanto il tema della transizione ecologica non trovi d’accordo tra loro neppure le forze di maggioranza in Italia.
To change, we must act. Now!#WorldEnvironmentDay reminds us that saving our planet can’t be postponed. Leaving it to future generations isn’t an option.
This week @Europarl_EN will take decisive steps to reduce greenhouse gas emissions.
We will deliver #Fitfor55#OnlyOneEarth
— Roberta Metsola (@EP_President) June 5, 2022
Questa settimana il Parlamento Europeo farà un voto storico. Che peserà sulle future generazioni. Voterà #Fitfor55, il piano europeo di riduzione delle emissioni. Noi voteremo SÌ. In nome della #sostenibilità. Cosa faranno i partiti di #Salvini e di #Meloni?
— Enrico Letta (@EnricoLetta) June 6, 2022
Con i danni che il #PD ha fatto all'#Italia in #UE #Letta ha ancora il coraggio di parlare. Oggi lo fa sul #Fitfor55, una delle aberrazioni "verdi" che devasterà inutilmente il nostro sistema produttivo. Ancora una volta, come per #bailin, ci tengono a mettere la firma.
— Marco Zanni (@Marcozanni86) June 6, 2022
Combustione interna: addio entro il 2035
Passiamo ora ai contenuti del pacchetto Fit for 55%. Quella percentuale è il livello di riduzione delle emissioni di gas serra da raggiungere entro il 2030 a livello continentale. Come si legge sul sito del Consiglio Europeo, “il pacchetto Pronti per il 55% comprende una proposta di revisione della direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili. La proposta intende aumentare l’attuale obiettivo a livello dell’UE, pari ad almeno il 32% di fonti energetiche rinnovabili nel mix energetico complessivo, portandolo ad almeno il 40% entro il 2030”.
Tra le novità che più impatteranno sul mercato automotive c’è quella legata al tipo di veicoli che verranno ammessi sul mercato da qui ai prossimi dieci/quindici anni. “A partire dal 2035 non sarà più possibile immettere sul mercato dell’UE autovetture o furgoni con motore a combustione interna”, si legge nella proposta. Poche parole a significare una rivoluzione poderosa che investirà tanto l’industria quanto i consumatori, i quali dovrebbero a quel punto adeguarsi. Ma non basterebbe comunque: Fit for 55% cita anche il necessario investimento collettivo per realizzare la rete capillare di punti e stazioni di ricarica, in grado di servire un parco circolante in cui le auto potrebbero diventare per la maggior parte elettriche.
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Come si legge in questo approfondimento dell’ISPI, lo scorso anno l’accoglienza da parte dell’industria automobilistica – già di suo impegnata nella transizione green – era stata abbastanza tiepida. Questo non significa ovviamente che non ci sia una condivisione di fondo sulla necessaria transizione. Tra le questioni da porre ci saranno senz’altro i tempi e i costi richiesti all’industria e ai consumatori. Non si può prescindere dai numeri di partenza: circa 1 milione di aziende di trasporto nell’Unione Europea hanno nella propria flotta oltre 35 milioni di veicoli, di cui circa 7 milioni sono classificati come pesanti. Quanto sarà complesso sostituirli con mezzi green?
In un articolo di fine 2021 pubblicato su Il Sole 24 Ore, emergeva l’allarme lanciato dal distretto lombardo della mobilità: se le proposta UE dovesse essere approvata sarebbero a rischio 20mila posti di lavoro. Secondo molti dei rappresentanti dell’industria non si tratta di essere contro la decarbonizzazione, ma di capire se i tempi imposti per la transizione siano adeguati per consentire al sistema di reagire e non collassare.
Per quanto riguarda il settore trasporti il Fit for 55% andrà a toccare anche l’industria navale, aeronautica e pure il settore dell’agricoltura. Al netto dei dubbi e delle criticità di questa conversione, è opinione comune il fatto che l’UE rappresenti comunque un consesso internazionale dove si stanno impostando direzioni ambiziose per contrastare il cambiamento climatico. Per seguire il dibattito a cominciare da oggi trovate i link alla diretta nel tweet qui sotto.
🇪🇺 📣Dibattito in plenaria al Parlamento europeo
🗓 domani, dalle 9.00🌱 Si discuterà del pacchetto legislativo "Fit for 55" per combattere il cambiamento climatico con la riduzione drastica delle emissioni
Info 👉 https://t.co/sk3ufHiXGi
Live 👉 https://t.co/6jwLAeCKhw pic.twitter.com/9sDrTtv57L— Parlamento europeo (@Europarl_IT) June 6, 2022