La startup innovativa SoftColors al debutto con una visual novel ambientata in Italia
I nomi non sono proprio quelli e la storia è senz’altro sopra le righe, come quelle di un anime o di un manga, chiamando in causa esseri soprannaturali e misticismo, ma è indubbio che Aquadine, opera prima della startup dei videogiochi SoftColors, sia ambientato a Venezia. Una Venezia che, come scoprirete giocando, è collegata al mito di Atlantide, o meglio della “Antica Aquadina”…
Fa senz’altro piacere che una città italiana faccia da sfondo ad Aquadine, tanto da configurarsi quasi come la reale, silente, protagonista di questa storia d’amore e amicizia che vede il protagonista, Robin Liyun, aiutare come meglio può la famiglia, dopo il ricovero della madre, lavorando come gondoliere sotto la falsa identità di Ciel. Non sembra un bellissimo periodo per il nostro sfortunato eroe, ma una sera si imbatte nientemeno che in una sirena…
Ha così inizio una affascinante avventura che, come si diceva, oltre a fondere miti, leggende, storie d’amore e rapporti di amicizia, ci porterà a stringere legami con quattro ragazze: Anya, Diana, Cameron ed Elisabeth. Ciascuna, ovviamente, sarà caratterizzata in modo univoco, così da avere sul palco un parterre di personaggi sufficientemente distinti e distinguibili, non solo per l’aspetto estetico (character design bello ma non bellissimo, occorre sottolinearlo).
C’è dunque chi è più aperta e solare, chi più timida e introversa, chi pare arrogante e battagliera… starà al giocatore conoscerle tutte anche se, pure in Aquadine, come nella maggior parte delle visual novel, il vero finale si sblocca solo dopo aver completato la storia di ciascuna, per circa 10 ore complessive di gioco (purtroppo non localizzato, disponibile solo in inglese).