Il roditore dormiglione è ormai una star dei social, tanto da meritarsi profili Facebook, Instagram e una live del suo risveglio. Ma com’è iniziato tutto?
“In piedi, campeggiatori, camperisti e campanari! Mettetevi gli scarponi! Oggi fa freddo! Qui fa freddo ogni giorno! Fa freddo! Non siamo mica a Miami Beach, sai? Sì, infatti, tanto è vero che in tarda mattinata dovete aspettarvi un viaggio difficile, perché… c’è una bufera in arrivo! Una bufera in arrivo? Già! Aspetta un momento che leggo le previsioni… Dunque… il servizio meteorologico nazionale prevede… Una grossa bufera in arrivo! E’ vero! Ad ogni modo c’è un altro motivo che rende questa giornata particolarmente… particolarmente fredda… sì, fredda ma emozionante! La grande domanda sulle labbra di tutti… Sulle labbra screpolate… E va bene: quando Phil la marmotta verrà fuori, vedrà la sua ombra? Punxsutawney Phil! In gamba, marmottini e marmottoni, oggi è: il Giorno della Marmotta!”
È con questa frase, tra le più lunghe ad avere comunque fatto breccia nella storia del cinema, che hanno inizio le disavventure invernali di Bill Murray, protagonista di Ricomincio da Capo, film del 1993 diretto dal compianto Harold Ramis (che tutti ricordano per avere interpretato, sempre al fianco di Murray, il dottor Egon Spengler in Ghostbusters – Gli Acchiappafantasmi). Nella pellicola, Bill Murray alias Phil Connors, giornalista cinico e disilluso, era costretto a rivivere per l’eternità le stesse 24 ore in quel di Punxsutawney mentre la cittadina era alle prese coi festeggiamenti del Giorno della Marmotta. Il film, diventato in breve un cult movie, ha permesso al mondo intero di scoprire l’esistenza di questa celebrazione così particolare, che vede la cittadinanza interpellare a mo di oracolo il roditore per sapere quanto durerà ancora l’inverno: se la marmotta, risvegliandosi dal letargo, dovesse scorgere la sua ombra, la città resterà nella morsa del gelo per altre sei settimane. Oggi il mega-topo è una star dei social, con tanto di sito, profilo Instagram e merchandise assortito. Ma come è nata la tradizione e quali aneddoti nasconde la sua popolarità?
1 – Come nasce il Groundhog Day
Il Giorno della Marmotta sembra avere radici europee. L’inizio di febbraio è a metà strada tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera e nel corso della storia questo incrocio stagionale è stato celebrato già dagli antichi Greci e Romani che in occasione del 5 febbraio organizzavano una festa “di buon auspicio” nella speranza di allontanare i rigori dell’inverno e in previsione della primavera. Nella tradizione celtica, questo periodo veniva celebrato come festa di Imbolog. I primi cristiani in Europa abbracciarono questa tradizione e celebrano tutt’oggi il giorno della Candelora il 2 febbraio, per commemorare la purificazione della Vergine Maria. Di solito, in questo giorno, il clero benediceva le candele e le distribuiva al popolo nel buio dell’inverno come luce che avrebbe agevolato il ritorno della primavera. In alcune parti del Vecchio continente si riteneva che se il giorno della Candelora fosse stato soleggiato l’inverno non sarebbe finito tanto presto (ecco che ritorna l’ombra della marmotta: solo il sole, infatti, può proiettarle…), se invece nel giorno della Candelora pioveva o nevicava, il resto dell’inverno sarebbe stato mite.
2 – La saggezza contadina
Ma a parte l’aspetto folkloristico, il Groundhog Day potrebbe affondare le proprie radici anche nelle tradizioni contadine: nell’Europa settentrionale, gli agricoltori erano soliti, nei primi mesi di gennaio, allontanarsi dalle proprie fattorie e raggiungere i boschi più vicini per notare se erano ricomparsi animali in letargo come ricci o tassi: il loro risveglio veniva infatti considerato prodromico a un arrivo anticipato della primavera. Questa tradizione fu portata in America dai tedeschi che migrarono nella Pennsylvania (lo stato in cui sorge Punxsutawney). Lì i coloni europei trovarono marmotte in abbondanza in molte parti dello Stato e decisero che questo mammifero era un sostituto perfetto di ricci e tassi che avevano lasciato in Europa. Così la tradizione continuò in America.
3 – Quanto dura il loop temporale di Ricomincio da capo?
In tanti hanno provato a calcolare i giorni in cui Phil Connors resta intrappolato nel 2 febbraio. Il film fornisce alcuni suggerimenti mentre altri calcoli si trovano perfino nelle numerose tesi che diversi studenti hanno scritto sulla pellicola. Harold Ramis, regista dell’opera, ogni volta che gli veniva posta questa domanda rispondeva con un sorriso, ma una volta si lasciò sfuggire una possibile risposta: diecimila anni. Un vero inferno.
4 – La fine di un’amicizia
Negli ultimi anni è emerso un particolare che i diretti protagonisti avevano taciuto: il film rappresentò la fine della storica amicizia tra Bill Murray e Harold Ramis e proprio quell’inciampo sarebbe anche alla base delle ritrosie di Murray di prendere parte a un terzo film sui Ghostbusters, nonostante le insistenze dei fan, dei produttori, dello stesso Ramis e di Dan Aykroyd, che proprio col regista di Ricomincio da Capo sceneggiò Gli Acchiappafantasmi. Molti dettagli sono stati forniti da Violet Ramis Stiel nel libro Harold Ramis. Mio padre, l’acchiappafantasmi e pare che l’aspra lite sia stata causata da divergenze creative proprio sul finale di Ricomincio da Capo: Murray avrebbe voluto qualcosa che virasse verso la tragedia, Ramis decise di mantenere i toni della commedia. Pare persino che i due siano arrivati allo scontro fisico (Murray avrebbe messo Ramis al muro) e che abbiano concluso le riprese a fatica, ignorandosi reciprocamente. Si interruppe così, nel peggiore dei modi, un sodalizio artistico che durava da Second City, la compagnia di improvvisazione comica di cui entrambi facevano parte negli anni Settanta. I due artisti non si sono più parlati per circa vent’anni. Quando però Murray scoprì che Ramis era gravemente malato (morì nel febbraio 2014 a causa di alcune complicanze dovute alla vasculite) andò a trovarlo per fare pace. Si presentò all’alba alla porta di casa di Ramis con ciambelle e una scorta della polizia “in caso di zuffa”. La figlia racconta che Ramis, a causa della malattia, in quel periodo non riusciva più a parlare, ma di averlo comunque sentito ridere mentre era in compagnia del vecchio amico.
5 – Il Giorno della Marmotta vissuto da tutti e rivissuto da Bill
In piena pandemia Sony, che detiene i diritti del film, invitò tutta la popolazione mondiale, alle prese con la ciclicità quotidiana imposta dal lockdown, a raccontare il proprio GroundhogDay.
Seeing 20/20 and yep, it’s still #GroundhogDay. ⏰ Relive the classic movie at Home on Digital!
Show us your Groundhog Day using #MyGroundhogDay and #GroundhogDayChallenge!
T&C: https://t.co/n7guwABQIv pic.twitter.com/JsChW1mJje— Sony Pictures (@SonyPictures) April 10, 2020
Sempre in piena pandemia Jeep ha mandato in onda uno spot in cui Bill Murray rivive alcune delle scene più iconiche del film. La sola differenza? L’attore nel frattempo è invecchiato: l’incantesimo della ciclicità del tempo insomma si è spezzato…