Degustare un vino contemporaneamente in più parti del mondo, senza perdere l’autenticità dell’esperienza: è questa la scommessa di Ciacci Piccolomini D’Aragona, Microsoft e Si-Net
La degustazione di un vino è fatta di tanti piccoli rituali. L’incisione del cercine, la manovra attenta col cavatappi, l’odore del tappo appena estratto, il versare del vino, il primo sguardo, il primo esame olfattivo, il primo sorso. Tutto questo richiede tempo, competenza e curiosità, che spesso porta gli appassionati e i professionisti del vino da un capo all’altro del pianeta. Ma cosa succederebbe se, invece di raggiungere sale degustazioni e cantine, partecipassimo a questi incontri comodamente da casa o dalla sala del nostro ristorante preferito?
A questa domanda hanno dato una risposta il team di Ciacci Piccolomini D’Aragona, azienda vitivinicola di Montalcino, in provincia di Siena. In occasione della presentazione in anteprima delle nuove annate, hanno creato il primo Digital Wine Tasting, realizzato in collaborazione con Microsoft e Si-Net.
Come funziona il Digital Wine Tasting
Il Digital Wine Tasting è stato creato per presentare i nuovi Rosso di Montalcino DOC, Brunello di Montalcino DOCG Annata e Brunello di Montalcino DOCG Pianrosso, nonché per rilanciare il 385 nato dalla partnership con Tenuta Fertuna e Gruppo Meregalli.
L’obiettivo era farli conoscere senza portare tutti a Montalcino, ma garantendo un’esperienza autentica. L’azienda lo ha reso possibile, inviando i campioni dei vini agli interessati e poi dialogando con loro attraverso la piattaforma Microsoft Teams.
“Abbiamo cercato di cambiare il modo di comunicare di un mondo molto tradizionale – spiega Alex Bianchini, Responsabile di Produzione di Ciacci Piccolomini D’Aragona – Le degustazioni internazionali richiedono viaggi anche di 2 o 3 giorni per qualcosa che, con questo sistema, possiamo ottimizzare, rendendo la comunicazione sul vino efficiente e immediata”.
“Il Digital Wine Tasting è un’esperienza phygital – spiega Luba Manolova, Direttore della Divisione Microsoft 365 di Microsoft Italia – Mentre tutti i nuovi vini dell’annata 2015 venivano offerti ai giornalisti e ospiti, nel frattempo il produttore e i suoi enologi raccontavano tutte le caratteristiche dei prodotti dalla cantina. Questo permette di abbattere le barriere geografiche e far conoscere i prodotti italiani, e nello specifico la filiera del Brunello, in modo più diffuso”.
Per metterlo in atto, Ciacci Piccolomini D’Aragona ha sfruttato le competenze di Si-Net per rendere efficiente la rete interna della cantina. “In bottaia c’era un digital divide che non permetteva nemmeno di utilizzare i telefonini – spiega Fausto Turco, CEO di Si-Net – Prima i dipendenti dell’azienda lavoravano su server. Utilizzando Teams, abbiamo risolto il problema”.
Un passo avanti nella comunicazione del vino
In futuro si potrà raggiungere una nuova audience, nuovi distributori e, perché no, persino il cliente finale. Ma per quelli che proprio non riescono a rinunciare alla visita in cantina, la notizia è che la degustazione virtuale non sostituirà i tour tra botti e bottiglie.
“Siamo un settore dove è necessario il contatto umano, con wine lover e distributori, che operano in 32 paesi al mondo – spiega Bianchini – Far vedere le terre, la cantina e il prodotto è essenziale, ma la comunicazione digitale ci aiuta a ottimizzare il lato commerciale. Eventi privati o fiere come Prowine e Vinitaly, restano imprescindibili. Il Digital Wine Tasting è solo un passo in avanti nel modo di comunicare il vino”.
Ma il Digital Wine Tasting è anche un modo per dare vita una nuova filiera, un nuovo contesto di comunicazione. “Si crea una catena virtuosa, con nuove occasioni d’uso e conoscenza, ma anche di commercializzazione – spiega Turco – In futuro potremmo avere le degustazioni guidate dall’Italia nella saletta di un ristorante di New York”.
Microsoft Teams ha permesso a Ciacci Piccolomini D’Aragona di dialogare in videoconferenza, ma in totale sicurezza. Contemporaneamente al video, si possono condividere documenti come le schede dei vini e altri contenuti che trasformano questo incontro virtuale in una video-esperienza. Un altro punto di forza della piattaforma è la possibilità di dialogare in totale sicurezza.
“Microsoft Teams sfrutta tutte le novità dell’Intelligenza Artificiale, applicandole a chat, chiamate virtuali, sottotitolazione e traduzioni simultanee di ciò che si dice in video, cosa che permetterà di rispondere alle esigenze di accessibilità e ridurre le distanze linguistiche”, spiega Manolova. Una vera manna per i vignaioli, che guardano con grande interesse ai mercati asiatici.
Il futuro delle degustazioni
Il futuro delle degustazioni si fa dunque digitale, ma il contatto umano resta imprescindibile secondo Bianchini. “Una piattaforma come Teams è rivoluzionaria, migliora il nostro business. È uno strumento che ci aiuta a comunicare con tutto il mondo, accorciando i tempi. Per organizzare degustazioni e presentazioni di nuove annate, c’è dietro un lavoro di mesi. Inviando le bottiglie, abbatto i costi e rivoluziono i tempi. Poi l’appetito vien mangiando, nello sviluppare e portare avanti questa tipologia di lavoro, tante nuove idee possono nascere”.
L’obiettivo di Ciacci Piccolomini D’Aragona è di estendere il Digital Wine Tasting anche ai wine lover, offrendo l’interattività con un prodotto fisico, ma senza viaggi. Turco guarda ancora più in là e pensa alle degustazioni in realtà aumentata, in vista di una vera e propria digital transformation.
Secondo Manolova il comparto food e wine trarrà grande giovamento dall’applicazione di queste tecnologie customer facing. “Gli chef, ad esempio, potranno raccontare i propri piatti e incontrare in video i propri fornitori, per spiegare storie e processi”.
In più le applicazioni blockchain permetteranno di risalire lungo l’intera filiera di produzione. Il mondo cloud ottimizzerà i processi e l’organizzazione, ma anche i processi produttivi. Permetterà un’agricoltura predittiva e intelligente. E in Italia c’è ancora tanto da fare.
Secondo l’Agrifood Innovation Index di Nomisma, a livello europeo l’Italia non spicca per innovazione agricola, posizionandosi in nona posizione nella classifica. Basti pensare che la spesa pubblica per la Ricerca & Sviluppo in agricoltura è di soli 4,5€ a persona.
A questi fattori si aggiunge il fatto che, nel nostro Paese, una famiglia rurale su quattro non ha accesso a Internet e che solo il 15% degli agricoltori ha meno di 44 anni (il 41% ne ha più di 65 anni), mentre solamente il 6% possiede una formazione agraria competa.
“Colmare questo gap d’innovazione è fondamentale per aiutare le eccellenze del Made-in-Italy a competere in un mercato sempre più globale”, spiega Manolova. Il limite all’innovazione rimane – almeno italiana – la capacità di investimento.